lunedì 16 settembre 2013

Rivoluzionario e terrorista, una prima riflessione


Oggi pensavo: qual è la differenza tra un rivoluzionario e un terrorista? Ovviamente la prima cosa che ho fatto è stata quella di consultare il vocabolario che però non è che mi abbia dato chissà quali chiarimenti. Ecco le definizioni:

Rivoluzionario 1 di, relativo a una rivoluzione capo rivoluzionario tribunale rivoluzionario, operante durante una rivoluzione 2 (fig.) che rinnova profondamente, o mira a rinnovare radicalmente, un ordine prestabilito: atteggiamento rivoluzionario; idee rivoluzionarie – fautore di una rivoluzione.
Terrorista 1 chi appartiene a un gruppo o movimento politico che pratica il terrorismo; chi lo organizza: terrorismo di destra, di sinistra. 2 membro del governo del Terrore nella Francia rivoluzionaria. Usato anche come agg., in luogo di terroristico: un gruppo terrorista.

La riflessione è nata leggendo la pagina wikipedia di Renato Curcio laddove dice: Renato Curcio (Monterotondo, 23 settembre 1941) è un ex terrorista, editore e saggista italiano, tra i fondatori delle Brigate Rosse.
Ora: perché Curcio è un terrorista e non un rivoluzionario? Non aveva un programma e delle idee politiche Curcio? Non mirava a cambiare radicalmente un ordine prestabilito? Non era alla guida di uomini per fare una rivoluzione? Credo siano domande legittime. Si potrebbe dire che se vinci, sei un rivoluzionario. Se, invece, la tua sommossa perde sei un terrorista. Anche questo è un caso in cui le definizioni le fanno i vincitori?
Per quanto riguarda quel che è successo in Italia dal '68 e per tutti gli anni Settanta, io credo che stragi come piazza Fontana siano terrorismo e che le Brigate rosse siano rivoluzione. Magari non ne condividiamo le idee, magari abbiamo orrore di quel che è stato con i morti e i ferimenti, magari ci sembrano solo dei pazzi e dei criminali... però non so. Una riflessione più lunga ci vuole.
A presto.

2 commenti:

  1. Io proverei a dire che la rivoluzione dovrebbe comportare il ribellarsi ad un potere oggettivamente tirannico e, cosa secondo me più profonda, è condiviso da una maggioranza forte della popolazione Nella realtà però non è così scontato che una rivoluzione sia per forza giusta e libertaria e non punti invece a instaurare una contro-dittatura. Pensiamo alla rivoluzione in Iran dallo Scià passarono a Kohmeini non ad una democrazia. Non sono così convinto quindi che le BR fossero rivoluzione. Quanto al terrorismo non dimenticherei cmq l'atroce realtà di un terrorismo di Stato di cui spesso si parla ma sembra che certi dizionari si dimentichino ahimè. Cmq prendi questa risposta non come verità assoluta o la conclusione da parte mia della discussione ma come un mio primo approccio al tema. il tuo post apre un dibattito assai complesso che non si può secondo me sviscerare attraverso botta e risposta con commenti su un blog ma necessiterebbe di un dialogo faccia a faccia per avere una interazione diretta e più efficace.

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    1. Io credo che la rivoluzione abbia dei connotati. Programma politico, gruppo armato, rivendicazioni, propaganda, ecc.
      Quello dove mi fermo subito, è sul bene o male. Bene o male spesso sono etichette che vengono messe dai vincitori o dalla Storia. Chiaro che il progetto delle Br sia bollato come terrorismo perché perdente.
      Il tuo esempio è ottimo. In Iran c'è stata una rivoluzione, poi per quanto riguarda i risultati o le analisi del regime che si è instaurato son cose che secondo me da studiare in un secondo tempo. Anche Cuba, è un altro esempio. Castro vinse, e si dice rivoluzione cubana. Ma se avesse perso, lui e il Che sarebbero stati solo dei terroristi? Per questo mi ponevo delle domande.
      Per ora continuo a credere che il terrorismo sia quello di Piazza Fontana o, perché no, anche molte azioni della Cia.
      cmq grazie per il tuo post. l'ho apprezzato molto.
      purtroppo il blog ha i suoi limiti :)

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