martedì 28 gennaio 2014

Vendola al ristorante e l'appello di Tsipras alla Sinistra Unita


Domenica 26 gennaio si è concluso il 2° congresso di Sel. Congresso molto importante dove sono state prese decisioni molto importanti.
L’apice del congresso è stata la risposta di Vendola alle parole del politico greco di sinistra Tsipras su un eventuale sostegno della Sinistra italiana alla sua candidatura come leader al parlamento europeo. Eccola, gustatevela:
"Con Tsipras ma non contro Schulz". Sì, è vero, Veltroni non avrebbe saputo farci ridere e vomitare meglio.
A conclusione dei lavori Vendola, insieme ad alcuni dei suoi più fidati collaboratori, è andato al ristorante per continuare a discutere di politica e per rilassarsi. Del resto, dove si può parlare meglio di politica che a tavola mentre si magna a fauci spalancate?
In esclusiva per l’Officina del pensiero Ingestibile abbiamo l’ordinazione di Nichi:
Antipasto prosciutto e melone ma non contro la frittura all’italiana
Primo piatto spaghetti alla puttanesca ma non contro il risotto alla milanese
Secondo piatto merluzzo gratinato ma non contro le scaloppine di vitello
Contorno patatine fritte ma non contro l’insalatina verde
Dolce torta margherita ma non contro la cassatina siciliana e per concludere un caffè decaffeinato ma non contro la caffeina.
Nel frattempo l’appello di Tsipras alla Sinistra Unita italiana è stato raccolto con entusiasmo, anche se non mancano alcuni problemi organizzativi. Rimaniamo comunque fiduciosi sulla proposta del leader si Syriza, il tempo di mettere d’accordo
Sinistra Unita comunista
Sinistra Unita socialista
Sinistra Unita socialdemocratica
Sinistra Unita massimalista
Sinistra Unita migliorista
Sinistra Unita minimalista
Sinistra Unita popolo viola
Sinistra Unita rivoluzionaria
Sinistra Unita riformista
Sinistra Unita popolare
Sinistra Unita marxista
Sinistra Unita marxista-leninista
Sinistra Unita leninista-stalinista
Sinistra Unita cattolica
Sinistra Unita trotskysta
Sinistra Unita maoista
Sinistra Unita zapatista
Sinistra Unita internazionalista
Sinistra Unita terzomondista
Sinistra Unita antimperialista
Sinistra Unita anticapitalista
Sinistra Unita comunisti italiani
Sinistra Unita rifondazione comunista
Sinistra Unita dei lavoratori
Sinistra Unita comunisti linea rossa
Sinistra Unita comunisti linea nera
Sinistra Unita rosso arcobaleno
Sinistra Unita dei proletari
Sinistra Unita sovranista [new entry]
Sinistra Unita giovani turchi
Sinistra Unita atea razionalista
Sinistra Unita girotondina
Sinistra Unita Margherita [diocane]
Sinistra Unita anarco-sindacalista
Sinistra Unita libertaria
Sinistra Unita anarco-insurrezionalista
Sinistra Unita ecologista

venerdì 24 gennaio 2014

Zizek su Berlusconi

(vignetta del grandissimo Vauro)

Sinceramente Berlusconi speravo di poterlo archiviare almeno per qualche tempo. Quest’uomo ha rotto i coglioni, rompe i coglioni dal 1994 e ci vuole un po’ di respiro. D’altra parte mi pare pure superfluo parlarne perché tutti sanno chi è Berlusconi, tranne gli ignoranti senza speranza e i complici pagati, i servi. Per altro con queste due categorie è inutile parlare. Gli ignoranti senza speranza sono inguaribili e ai servi non interessano altri discorsi che quelli del padrone che elargisce loro soldi, favori, cariche, ecc.
Ma siccome Renzi ha pensato bene di resuscitarlo, andando a parlare della legge elettorale con un pregiudicato fautore del porcellum (una porcata di legge elettorale) e allora anch’io torno a parlare di Berlusconi chiedendo scusa al pubblico. In effetti ho la bacheca di facebook per parlare di queste miserie, il blog lo vorrei un po’ preservare, ma ogni tanto mi tocca per forza.
Infine, non bisogna cedere al disgusto e alle palle rotte, ma fare storia e fare storia da subito. Ribadire sempre e in ogni modo CHI è Berlusconi e COSA rappresenta.
Ieri, mentre leggevo Benvenuti in tempi interessanti di Slavoj Zizek, e precisamente il capitolo II Il soggetto non interpellato mi sono imbattuto in questo breve pensiero:
… Perfino la burocrazia statale non è più vista come la classe universale hegeliana, come risulta evidente nel caso dell’Italia di Berlusconi. Ciò che rende Berlusconi così interessante come fenomeno politico è il fatto che lui, l’uomo politico più potente del paese, si comporti in modo sempre più spudorato: non solo ignora o neutralizza politicamente le inchieste giudiziarie sulle sue attività criminose per favorire i suoi interessi affaristici privati, ma mina sistematicamente anche la dignità fondamentale di un capo di Stato. La dignità della politica classica è fondata sulla sua elevazione al di sopra del gioco degli interessi particolari della società civile: la politica è “alienata” dalla società civile, si presenta come la sfera ideale del cittadino in contrasto con il conflitto degli interessi particolari che caratterizza il borghese. Berlusconi ha di fatto abolito questa alienazione: nell’Italia di oggi il potere statale è esercitato direttamente dal vile borghese, che apertamente e senza remore sfrutta il potere statale come mezzo per proteggere i suoi interessi economici. Con il voto di fiducia del 14 dicembre 2010 l’oscenità parlamentare ha raggiunto una nuova vetta: Berlusconi ha apertamente comprato (con denaro e altri favori) i voti di cui aveva bisogno da deputati dell’opposizione; il loro prezzo veniva discusso in pubblico.
Di Berlusconi tornerò ad occuparmi presto perché ho letto che il PD vuole porre le basi per la legge sul conflitto di interesse. Stavolta, però, sarà Renzi ad andare nella sede di Forza Italia per discutere di questa legge con Berlusconi.

martedì 21 gennaio 2014

Qui ad Atene noi facciamo così


Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: e per questo viene chiamato democrazia.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Le leggi qui assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro dispute private, ma noi non ignoriamo mai i meriti dell’eccellenza.
Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di altri, chiamato a servire lo Stato, ma non come un atto di privilegio, come una ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un impedimento.
Qui ad Atene noi facciamo così.
La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana; noi non siamo sospettosi l’uno dell’altro e non infastidiamo mai il nostro prossimo se al nostro prossimo piace vivere a modo suo. Noi siamo liberi, liberi di vivere proprio come ci piace e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo.
Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private, ma soprattutto non si occupa dei pubblici affari per risolvere le sue questioni private.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Ci è stato insegnato di rispettare i magistrati, e ci è stato insegnato anche di rispettare le leggi e di non dimenticare mai che dobbiamo proteggere coloro che ricevono offesa. E ci è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte che risiedono nell’universale sentimento di ciò che è giusto e di ciò che è buon senso.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Un uomo che non si interessa allo Stato noi non lo consideriamo innocuo, ma inutile; e benché in pochi siano in grado di dare vita a una politica, be’ tutti qui ad Atene siamo in grado di giudicarla.
Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della democrazia.
Noi crediamo che la felicità sia il frutto della libertà, ma la libertà sia solo il frutto del valore.
Insomma, io proclamo che Atene è la scuola dell’Ellade e che ogni ateniese cresce sviluppando in sé una felice versatilità, la fiducia in se stesso, la prontezza a fronteggiare qualsiasi situazione ed è per questo che la nostra città è aperta al mondo e noi non cacciamo mai uno straniero.
Qui ad Atene noi facciamo così.

lunedì 20 gennaio 2014

Noam Chomsky non è ancora presente nel blog? ovvero Ok, adesso rimedio col decalogo


Letture impegnate, letture frivole. Non so; non mi sono mai aggregato a queste dicotomie dalla facile formazione. Troppo semplice.
Io preferisco diversificare le letture in un più ampio spettro semantico. In questo spettro c’è sicuramente la definizione “letture importanti per capire noi stessi, il mondo e la realtà che ci cirdonda”. Noam Chomsky è di sicuro un autore che rientra in questa definizione. Ne raccomando la lettura a tutti e per ora, come debutto nel blog, pubblico questo interessante decalogo.
La necessaria premessa è che i più grandi mezzi di comunicazione sono nelle mani dei grandi potentati economico-finanziari, interessati a filtrare solo determinati messaggi.

1) La strategia della distrazione, fondamentale, per le grandi lobby di potere, al fine di mantenere l’attenzione del pubblico concentrata su argomenti poco importanti, così da portare il comune cittadino ad interessarsi a fatti in realtà insignificanti. Per esempio, l’esasperata concentrazione su alcuni fatti di cronaca.

2) Il principio del problema-soluzione-problema: s’inventa a tavolino un problema, per causare una certa reazione da parte del pubblico, con lo scopo che sia questo il mandante delle misure che si desiderano far accettare. Un esempio? Mettere in ansia la popolazione dando risalto all’esistenza di epidemie, come la febbre aviaria creando ingiustificato allarmismo, con l’obiettivo di vendere farmaci che altrimenti resterebbero inutilizzati.

3) La strategia della gradualità. Per far accettare una misura inaccettabile, basta applicarla gradualmente, a contagocce, per anni consecutivi. E’ in questo modo che condizioni socio-economiche radicalmente nuove (neoliberismo) furono imposte durante i decenni degli anni 80 e 90: stato minimo, privatizzazioni, precarietà, flessibilità, disoccupazione in massa, salari che non garantivano più redditi dignitosi, tanti cambiamenti che avrebbero provocato una rivoluzione se fossero stati applicati in una sola volta.

4) La strategia del differimento. Un altro modo per far accettare una decisione impopolare è quella di presentarla come “dolorosa e necessaria”, ottenendo l’accettazione pubblica, al momento, per un’applicazione futura. Parlare continuamente dello spread per far accettare le “necessarie” misure di austerità come se non esistesse una politica economica diversa.

5) Rivolgersi al pubblico come se si parlasse ad un bambino. Più si cerca di ingannare lo spettatore, più si tende ad usare un tono infantile. Per esempio, diversi programmi delle trasmissioni generaliste. Il motivo? Se qualcuno si rivolge ad una persona come se avesse 12 anni, in base alla suggestionabilità, lei tenderà ad una risposta probabilmente sprovvista di senso critico, come un bambino di 12 anni appunto.

6) Puntare sull’aspetto emotivo molto più che sulla riflessione. L’emozione, infatti, spesso manda in tilt la parte razionale dell’individuo, rendendolo più facilmente influenzabile.

7) Mantenere il pubblico nell’ignoranza e nella mediocrità. Pochi, per esempio, conoscono cosa sia il gruppo di Bilderberg e la Commissione Trilaterale. E molti continueranno ad ignorarlo, a meno che non si rivolgano direttamente ad Internet.

8) Imporre modelli di comportamento. Controllare individui omologati é molto più facile che gestire individui pensanti. I modelli imposti dalla pubblicità sono funzionali a questo progetto.

9) L’autocolpevolizzazione. Si tende, in pratica, a far credere all’individuo che egli stesso sia l’unica causa dei propri insuccessi e della propria disgrazia. Così invece di suscitare la ribellione contro un sistema economico che l’ha ridotto ai margini, l’individuo si sottostima, si svaluta e addirittura, si autoflagella. I giovani, per esempio, che non trovano lavoro sono stati definiti di volta in volta, “sfigati”, “choosy”, “bamboccioni”. In pratica, é colpa loro se non trovano lavoro, non del sistema.

10) I media puntano a conoscere gli individui (mediante sondaggi, studi comportamentali, operazioni di feedback scientificamente programmate senza che l’utente-lettore-spettatore ne sappia nulla) più di quanto essi stessi si conoscano, e questo significa che, nella maggior parte dei casi, il sistema esercita un gran potere sul pubblico, maggiore di quello che lo stesso cittadino esercita su sé stesso.

domenica 19 gennaio 2014

Vendola su facebook ovvero 'a Nichi c'hai rotto proprio li cojoni


Questo non è un post politico. Nel senso che sì, il protagonista del post è un politico, ma intendo dare voce solo a un’esigenza populista cioè solo a chi si esprime dicendo MI SONO ROTTO IL CAZZO.
Almeno è quello che sento io. Uno come Vendola mi ha veramente stracciato le palle.
Comunque, il “pensiero” di Vendola è questo. A seguire i commenti più populisti che ho trovato.
Ieri ho incontrato Matteo Renzi, con cui ho discusso innanzitutto della sofferenza che c'è nel Paese. Gli ho spiegato che per me le risposte del governo sono state finora totalmente insufficienti. Anni di austerity hanno solo impoverito il ceto medio e devastato il welfare, l'unica cosa che è cresciuta è il populismo insieme alla rabbia nei confronti dell'Europa.
Bisogna lavorare per ricostruire un'alternativa, e bisogna cominciare a farlo scrivendo al più presto una nuova legge elettorale. Per me il Mattarellum è una buona legge, un sistema che garantisce insieme rappresentanza e governabilità.
Devi aspettare che va a parlare con il capo, con Berlusconi.

La legge elettorale risolve i problemi, i tuoi forse. Cosa pretendere da chi non ha mai lavorato un giorno nella sua vita.

“Sofferenza”...buahauhauhauhauhauhauhauha!!! ...faceva più o meno così quella risata, no?

Il tuo è populismo soft, preferisco quello incazzato, è più sincero!

Mi hai fregato una volta con il tuo buonismo ma mai più. Piuttosto voto Berlusconi....

E pensare che io (mai iscritta!) sono andata alle primarie perché pensavo che rafforzando "la sinistra del PD" avrei fermato Renzusconi! Cretina. Potete anche sputarmi in faccia!

Ma come si fa, ancora hai il coraggio di parlare? con Renzi neanche un caffè…Renzi l'altra faccia della medaglia berlusconiana…mi fai pena…

Ma vatti a suicidare.

Populista è lei che scodinzolante ride con i padroni!!!

Tu e Renzi che parlate della sofferenza della gente: qualcuno davvero ci crede? Ditemi di no, ve ne prego.

Se volete salvare il paese perché non v’incontrate tutti insieme tu il Berlusca Renzi Letta Alfano e vi date fuoco?

Ma vai a fare in culo.

Ma fatti un aerosol con i fumi di Taranto, che tanto ti piacciono.

Nichi, che allucinazione sei stato! Ti "amavo". Mo m'hai fatto du' palle! E basta co' sta lagna pseudomisericordiosa! Ce stai tu a fa' 'l politico, mica io. I voti l'hai chiesti tu, mica io! E che c'hai fatto co' 'sta delega? ... Le danze col PD c'hai fatto, brutto fregnone!...

venerdì 17 gennaio 2014

I camerieri del PD ovvero una domanda politica


Stamattina mi son fatto la doccia dopo che da lunedì non mi lavavo perché ho avuto la febbre. Poi mi son vestito, non pettinato e mi sono recato a Pompei a comprare L’uomo che ride di Victor Hugo. Al ritorno, prima di tornare a casa mia, sono passato a casa di mia sorella per salutare lei e le mie due adorabili nipotine.
Mentre giocavo con la più grande, Raffaellina, e precisamente mentre le riparavo la caffettiera giocattolo mi è venuto da pensare:
Questi del Partito Democratico, negli ultimi anni, hanno fatto i camerieri di Berlusconi, di Napolitano, di Monti, della Fornero, di Alfano, della BCE, di Bilderberg, degli imprenditori corrotti attraverso le tangenti, dei mafiosi, dei lobbisti, ecc. ma si rifiutano di fare i camerieri del MoVimento 5 Stelle. Perché mai? Cos’ha di più o di meno il M5S? Perché il PD dopo aver servito tanti cani e tanti porci, approvando docilmente tante cose indegne, si rifiuta di fare il cameriere di Beppe Grillo? Siamo sicuri che fare i camerieri del M5S e di Beppe Grillo sia peggio del fare i camierieri ai personaggi succitati? Siamo sicuri che fare i camerieri del M5S e di Beppe Grillo invece di farlo con gli altri non porterebbe qualcosa di buono per l'Italia?
Quale mistero si cela dietro questo comportamento consistente nel fare da camerieri alla peggiore feccia, ma non a Beppe Grillo e al M5S?

giovedì 16 gennaio 2014

Il virgolettato di Casaleggio


Ieri su facebook, circolava un virgolettato di Casaleggio.
Cos’è un virgolettato? Il virgolettato è una dichiarazione resa da qualcuno che si riporta per iscritto tra virgolette.
A dire il vero, il vocabolario nella definizione dice “riportato fedelmente”, ma lasciamo stare. La serietà del vocabolario è distante anni luce dal mondo reale della carta stampata o del web giornalistico.
La prima cosa da chiarire è che Casaleggio è un tipo che difficilissimamente rilascia interviste o dichiarazioni, quindi possedere un suo virgolettato è quasi impossibile. E questo è stato il primo motivo per cui ho dubitato (il secondo chiaramente è che il virgolettato fosse riportato, appunto, fedelmente).
Il virgolettato diceva: “Le proposte di Renzi sono inesistenti, vaghe ed evidentemente incostituzionali”. Tra tutte le bacheche ho scelto quella di Giovà perché con Giovà si può parlare…con gli altri o ti trovi davanti un coglione malizioso o un brav’uomo che però proprio non ci arriva. Giustamente, diceva Giovà: “Se sono inesistenti e vaghe come fanno ad essere evidentemente incostituzionali? Misteri di Casaleggio.”
In effetti è proprio così. L’osservazione è pertinente. Se una cosa è inesistente e vaga non può essere evidentemente proprio niente. Men che meno incostituzionale.
Però io mi sono insospettito, come dicevo. Avrà realmente rilasciato delle dichiarazioni il super schivo Casaleggio? E, nel caso, sono state riportate fedelmente?
Ho cercato in rete finché ho trovato il video che cercavo.
Casaleggio è attorniato da una folla enorme di giornalisti. Non ha voglia di fermarsi né di parlare.
Ecco, secondo me qui si potrebbe pure storcere un po’ il naso.
Io capisco benissimo che uno sia schivo, timido, che non abbia nessuna voglia di avere a che fare con giornalisti e telecamere. Figuriamoci se non lo capisco. Però se una persona decide di far politica, diventa in un certo senso una figura pubblica quindi un poco bisogna mediare ed essere mediatico (scusate, ma non cancello mediare-mediatico). Io mi sarei fermato, senza farmi inseguire né spintonare, avrei risposto alla domanda più interessante e me ne sarei andato.
Casaleggio in realtà risponde alla domanda…alla domanda del momento, ovvero Renzi e la legge elettorale. Ormai è così. C’è sempre Renzi e qualche questione. Renzi e il job act, Renzi e il governo, Renzi e i diritti dei gay, Renzi e la dieta a base di frutta esotica, ecc.
Comunque alla fine Casaleggio risponde, e a dire la verità risponde due volte, alla domanda sulle proposte sulla legge elettorale di Renzi. Dice che "il Movimento 5 Stelle ha avviato la discussione che si concluderà a fine febbraio". Questa è la risposta e questo doveva essere il virgolettato.
Forse è deludente. Forse i giornalisti volevano qualche cazzata su Renzi, un po’ di polemiche, un vaffanculo, una barzelletta sporca sulle suore…ma tant’è.
Il compito del giornalista è riportare fedelmente la dichiarazione di Casaleggio. Chi fa prostituzione intellettuale o rende un servizio di bassa lega, riporta ciò che vuole.
A proposito di stampa patetica e ridicola, ieri c'è stato lo sciopero de l'Unità...ne volevo parlare, ma poi ho cambiato idea.

mercoledì 8 gennaio 2014

Favola africana del colibrì


Questa favola africana del colibrì, mi è sempre piaciuta un sacco. È uno splendido messaggio fatto di speranza e coraggio.
Sarà perché mi sembra di diventare sempre più paranoico e depresso, scopro che ho bisogno della letteratura favolistica.
Il fatto è che il tempo passa e la realtà è sempre più una merda. Mi rendo conto che non abbiamo cambiato un cazzo, anzi che forse è tutto peggio di prima.
È come se dicessimo non facciamo niente, lo faranno quelli dopo. Noi nel frattempo pensiamo a portare in salvo il culo. Quelli che verranno dopo ci penseranno. E così finisce che non ci pensa mai nessuno.
Poi mi accorgo sempre di più che non riesco manco a fingere con me stesso. Potrei fare tanti ragionamenti intelligenti e trovare dei modi per mettermi la coscienza a posto.
Ma, innanzitutto, l’intelligenza non mi basta. Sono venti anni che siamo intelligenti e non abbiamo concluso un cazzo. Seconda cosa, di metodi per mettermi la coscienza a posto davvero non ne ho trovati.
Un giorno nella foresta scoppiò un grande incendio. Di fronte all'avanzare delle fiamme, tutti gli animali scapparono terrorizzati mentre il fuoco distruggeva ogni cosa senza pietà.
Leoni, zebre, elefanti, rinoceronti, gazzelle e tanti altri animali cercarono rifugio nelle acque del grande fiume, ma ormai l'incendio stava per arrivare anche lì.
Mentre tutti discutevano animatamente sul da farsi, un piccolissimo colibrì si tuffò nelle acque del fiume e, dopo aver preso nel becco una goccia d'acqua, incurante del gran caldo, la lasciò cadere sopra la foresta invasa dal fumo. Il fuoco non se ne accorse neppure e proseguì la sua corsa sospinto dal vento.
Il colibrì, però, non si perse d'animo e continuò a tuffarsi per raccogliere ogni volta una piccola goccia d'acqua che lasciava cadere sulle fiamme.
La cosa non passò inosservata e ad un certo punto il leone lo chiamò e gli chiese: "Cosa stai facendo?". L'uccellino gli rispose: "Cerco di spegnere l'incendio!".
Il leone si mise a ridere: "Tu così piccolo pretendi di fermare le fiamme?" e assieme a tutti gli altri animali incominciò a prenderlo in giro. Ma l'uccellino, incurante delle risate e delle critiche, si gettò nuovamente nel fiume per raccogliere un'altra goccia d'acqua.
A quella vista un elefantino, che fino a quel momento era rimasto al riparo tra le zampe della madre, immerse la sua proboscide nel fiume e, dopo aver aspirato quanta più acqua possibile, la spruzzò su un cespuglio che stava ormai per essere divorato dal fuoco.
Anche un giovane pellicano, lasciati i suoi genitori al centro del fiume, si riempì il grande becco d'acqua e, preso il volo, la lasciò cadere come una cascata su di un albero minacciato dalle fiamme.
Contagiati da quegli esempi, tutti i cuccioli d'animale si prodigarono insieme per spegnere l'incendio che ormai aveva raggiunto le rive del fiume.
Dimenticando vecchi rancori e divisioni millenarie, il cucciolo del leone e dell'antilope, quello della scimmia e del leopardo, quello dell'aquila dal collo bianco e della lepre lottarono fianco a fianco per fermare la corsa del fuoco.
A quella vista gli adulti smisero di deriderli e, pieni di vergogna, incominciarono a dar manforte ai loro figli. Con l'arrivo di forze fresche, bene organizzate dal re leone, quando le ombre della sera calarono sulla savana, l'incendio poteva dirsi ormai domato.
Sporchi e stanchi, ma salvi, tutti gli animali si radunarono per festeggiare insieme la vittoria sul fuoco.
Il leone chiamò il piccolo colibrì e gli disse: "Oggi abbiamo imparato che la cosa più importante non è essere grandi e forti ma pieni di coraggio e di generosità. Oggi tu ci hai insegnato che anche una goccia d'acqua può essere importante e che «insieme si può» spegnere un grande incendio. D'ora in poi tu diventerai il simbolo del nostro impegno a costruire un mondo migliore, dove ci sia posto per tutti, la violenza sia bandita, la parola guerra cancellata, la morte per fame solo un brutto ricordo".

lunedì 6 gennaio 2014

La donna de l'Unità ovvero una buona notizia e un mistero dantesco da svelare


Salve, o popolo.
Cominciamo dalla buona notizia.
Nel 2013 ho scritto ben il 51% di post in meno rispetto al 2012. Ciò vuol dire che non solo il web in generale, ma anche chi è passato di qui ha potuto sorbirsi il 51% di cazzate in meno. Non è favoloso? Non è un risultato straordinario? Ora potrei dire che avendo scritto il 51% di post in meno, ho impiegato questo 51% di surplus temporale in maniera più proficua, che invece di stare al pc ho avuto una vita e altre cose figlie del pregiudizio dei nostri tempi.
Solo che non è vero. Se ho scritto di meno è semplicemente perché pur avendo qualcosa da scrivere mi rompevo il cazzo di farlo o non avevo nulla da scrivere e da condividere. La mia vita è rimasta la stessa, state tranquilli.
Parliamo di facebook.
Su facebook mi diverto tanto. Lo ammetto senza problemi. Non è un luogo dove si può produrre chissà quale qualità o intavolare chissà quali grandi dibattiti. Io sto lì per cazzeggiare.
Credo che i luoghi dove fare "cultura" siano ben altri.
Mi piace soprattutto scrivere post un po' provocatori o anche (non) innocentemente stupidi.
Al contrario di quello che ci si potrebbe aspettare, su facebook non vale tanto la pena seguire o commentare solo quello che ti piace. Il vero divertimento è seguire e commentare quelli che sono i più lontani da te.
Per esempio io seguo una donna che lavora, sta nel gruppo, ha amici, ecc. nel giornale l'Unità.
Ora per questa donna non solo l'Unità ha sempre ragione, ma tiene pure il vizio di citare e di stroncare Marco Travaglio e il Fatto quotidiano.
Per quel che mi riguarda sono nato in una famiglia di giornalisti, leggo quotidiani da sempre e mi piace confrontare. Quello che posso dire è che un solo articolo di Travaglio vale tutti gli articoli di un anno de l'Unità e lo stesso Fatto Quotidiano vale molto ma molto di più di tutti i maggiori quotidiani italiani messi insieme.
Ma non è questo il punto. Ciò che mi diverte è discutere con lei proprio perché non è una discussione vera e propria. Assomiglia di più al far rimbalzare una pallina da tennis sul muro.
A me dell'Unità non frega un cazzo, cioè non mi frega un cazzo niente visto che io non sono pagato, nessuno di loro mi dà a mangiare. Sono libero. E allora mi diverto un po' a punzecchiarla, mi piace leggere quello che scrive e come in ogni modo riesce a dire: l'Unità ha ragione.
L'ultimo caso è stato l'articolo di Lillo, giornalista del Fatto Quotidiano, su Ioannucci (PDL, amica di Lavitola, ecc.) e l'acquisizione di alcune quote dell'Unità.
Matteo Fago ha scritto una replica, ma non ha mai citato né Lillo né Ioannucci e ha concluso con il solito e stanco: "adiremo le vie legali" e altra fuffa. Io ho fatto osservare che è strano scrivere una replica su Lillo-Ioannucci senza citare mai Lillo-Ioannucci, senza entrare MAI nel merito.
Il bello è che poi gli stessi giornalisti dell'Unità han chiesto chiarezza...
Poi ho scritto anche altri post, ma così, giusto per divertirmi.
E qui mi è venuto in mente Dante. Ho pensato: in quale girone mi metterebbe? Esiste un girone infernale per chi cazzeggia? Mi bollerebbe come sadico? Indagherò in questi giorni.