sabato 31 maggio 2014

La lunga strada


I muri delle città, delle stazioni e dei luoghi pubblici in generale mi regalano sempre grandi emozioni.
Io sono un vero appassionato delle scritte murarie. Ricordo che un po’ di tempo fa, percorrendo una strada che conduceva a Portalba, lessi su un muro: MURI PULITI POPOLI MUTI e mi piacque proprio assai. Sui muri poi ci trovi splendidi murales, dichiarazioni d’amore, parolacce, slogan anarcolibertari, offerte o richieste di succhiate di cazzo e vere e proprie poesie.
Stamattina sono uscito perché avevo voglia di leggere Titanic di Vladimiro Giacchè in un posto tranquillo senza essere disturbato né dai familiari, né dal telefono e per allontanarmi dalla tentazione di usare internet perché sinceramente mi avete rotto un po’ il cazzo.
La maggioranza di voi non legge niente, non sa niente, non capisce niente. E allora a volte mi avvelenate proprio l’esistenza perché vi vedo proprio senza speranze. Soprattutto mi rendo conto che non vi siete sforzare di capire e di studiare quella che chiamano “crisi”, ma vi siete limitati a leggere le cazzate di Repubblica e l’Espresso e a ripetere come tanti beduini la loro favoletta indegna vergognosa falsa illogica e servile. Sinceramente, ho rispetto solo per chi ha voluto capire, ha cercato autori e studiosi affidabili, ha comprato e letto libri facendo sacrifici, sostenendo rinunce per amor di sapere e faticato sulle "sudate carte". [ovviamente mi riferisco a chi può economicamente e culturalmente farlo]
Sono sceso, dicevo, e per prima cosa sono andato dal tabaccaio per le sigarette e al bar per un caffè. Mi sono incamminato verso un luogo dove ci sono le panchine e che so poco frequentato di sabato mattina. E cosa trovo sul muro? Un manifesto con questa splendida poesia di Lawrence Ferlinghetti.
Non so chi l’abbia affissa su quel muro, ma lo ringrazio. Mi ha fatto davvero bene, mi ha rinfrancato lo spirito.
La condivido; buona lettura.
La lunga strada

Questa è la parte del mondo
dove niente succede
dove nessuno fa
niente
dove nessuno è in giro
nessuno in nessun posto
eccetto te stesso
nemmeno uno specchio
che ti raddoppi
nemmeno un’anima
eccetto la tua
forse
e anche quella
forse
non c’è
o non è tua
forse
perché sei ciò che si dice
un morto
sei arrivato alla tua stazione

Scendi

venerdì 30 maggio 2014

Il mistero Sergio Di Cori Modigliani


Nei mesi scorsi ho cercato di risolvere un mistero, ma non ci sono riuscito.
Chi frequenta il blog di Beppe Grillo sa che, come in tutti i blog, c’è un post principale e i commenti. Essendo un blog che spesso, molto spesso, fa politica il post principale funge da avvio per un dibattito politico.
Ora, se il post principale dedicato alla legge elettorale lo fa Aldo Giannulli, laureato in Scienze Politiche, docente universitario, saggista, ecc. io NON ho nulla in contrario.
Se sul blog viene ospitato il magistrato Nicola Gratteri per spiegare la norma sul voto di scambio, io NON ho nulla in contrario.
Studioso di dottrine politiche-legge elettorale, magistrato-norma giuridica mi va benissimo. Tutto fila perché sono persone competenti (e autorevoli) che parlano di ciò che conoscono.
Veniamo al mistero.
Per queste Europee, il programma del MoVimento 5 Stelle conteneva 7 punti e tutti e 7 punti riguardavano l’economia.
Insomma 100% ECONOMIA.
Ora, a scrivere il post principale su ognuno dei 7 punti, a spiegarceli per far partire anche un po’ di dibattito voi chi vi aspettereste? Io mi aspetterei un economista. Voi no?
A spiegare l’economia e i 7 punti di economia arriva, invece, questo qui il cui curriculum è il seguente:
Scriviamolo pure, perché è importante:
Scrittore, giornalista, fotografo e pittore. Ha pubblicato diversi romanzi, racconti erotici, reportage, e lavorato per 25 anni come corrispondente dagli Usa per testate italiane. Nel 1998 ho restituito il tesserino dell'Ordine dei Giornalisti con una lettera di dimissioni che spiegava perché ritenesse il suddetto Ordine un ente corrotto e spregevole. Come artista visivo ha lavorato per diversi anni per le riviste glamour (playboy penthouse oui loui) come fotografo fino a metà degli anni'80. Da allora si dedica all'attività artistica. Suo il copyright "legart". Attualmente è un blogger attivo con il suo blog "Libero Pensiero: la casa degli italiani esuli in patria".
Sì, avete letto bene. A spiegare l’economia arriva uno scrittore di racconti erotici artista visivo di Playboy.
Come mai sulla legge elettorale viene chiamato uno studioso di queste cose, di giustizia parla un magistrato, di cultura ci delizia Dario Fo e di economia, invece, uno scrittore di racconti erotici artista visivo di Playboy e non un economista?
Almeno a me, che mi reputo una persona normale, qualcosa non quadra.
Ovviamente ho posto su vari social questo quesito sul perché uno scrittore erotico artista visivo di Playboy Modigliani venga chiamato a scrivere di economia, ma o non ho avuto risposta o ho ricevuto risposte stupide come le seguenti.
“Modigliani è una brava persona”, cosa di cui non me ne sbatte un cazzo perché non sto parlando e mettendo in dubbio questo. Io parlo di compenteze. Oppure: “Abbiamo visto questi economisti dove ci hanno portato”, qui la stupidità è abissale. Invece di dire, scegliamo un economista serio, competente e libero che nel tempo ha dimostrato lungimiranza preferiscono chiamare un artista visivo di Playboy. In pratica questi tipi, se un medico asino fa morire un paziente, quando stanno male invece di cercare un medico bravo chiamano l’idraulico. Un altro ha scritto che lui “di economia ascolta il parere di tutti”, bravo bella idea! Chiamando tutti a dire la qualunque su cose che non sanno in rami che non gli competono faremo un bel movimento di LaQualunquology. Poi io mica sono antidemocratico. Di economia posso pure ascoltare il parere di tutti, ma nei COMMENTI però, dove noi comuni mortali parliamo e discutiamo ma il problema è che Modigliani non scrive un semplice parere lì nelle retrovie ma scrive il post principale che dovrebbe essere riservato a persone competenti, a studiosi. Capito la differenza maledetti idioti?
Cioè questi mollano Alberto Bagnai per Brera che parla di "diavoli e di neve che si scioglie al sole prima che all'ombra" e per Modigliani "scrittore erotico artista visivo di Playboy"??? E si stupiscono pure, povere vittime, di aver perso 3 milioni di voti???
Ho scritto pure nel blog di Modigliani per chiedere lumi, per conoscere quali fossero le sue competenze economiche, ma non mi ha risposto.
Che dire? Io le stronzate non le seguo. Io seguo persone serie e competenti, qualsiasi sia la materia. Io leggo libri di qualità; la merda, la superficialità e le cazzate non fanno per me.
C’è chi legge Il tramonto dell’euro di Bagnai e chi segue Modigliani e quell’altro genio di Carlo Sibilia che va a farsi il selfie fuori da Bilderberg (lui però scrive Builderberg) invece di partecipare al convegno serissimo e di qualità tenuto da asimmetrie l’aprile scorso a Roma.
Concludo. Forse Modigliani è stato chiamato perché bisognava vendere questo libro? Ma sticazzi, non ci spenderò un euro. Se lo comprassero Modigliani, Casaleggio e qualche povero mentecatto.

giovedì 29 maggio 2014

Le zampacce dei cialtroni oppure Popper su Hegel


Tempo fa, il caro Giovanni, mi linkò su facebook un post di un certo Uriel Fanelli sulla filosofia.
Lo lessi, e per una battuta buona che c’era, c’erano novantanove cazzate, luoghi comuni, superficialità, vere e proprie mistificazioni e tanta tanta ignoranza.
Il buon Fanelli, non contento, ne scrisse un altro poco tempo dopo e il livello scadente, da terza quarta mano (ma pure tredicesima quattordicesima mano) era lo stesso. Già mettere insieme “volontà di potenza” e “imperativo categorico” è un buon esempio per capire il livello.
A dire il vero, la spiegazione di tanta cialtroneria filosofica la fornisce lo stesso Fanelli.
A proposito della storia della sorella di Nietzsche che manomise gli scritti del celebre fratello (che lui poi chiama “storiella”, ma in realtà è semplicemente storia e non storiella) Fanelli scrive:
“…io l’ho fatta filosofia al liceo…”
Ah, ecco. Pure io feci biologia al liceo, ma non sono un biologo né mi permetto di mettere becco su una materia che non conosco. Avesse scritto: “Mi sono laureato in filosofia” oppure “sono vent’anni che studio la filosofia per conto mio” capirei…ma qualche ora al liceo non dà il diritto di parlare di filosofia; soprattutto con quel tono arrogante.
Purtroppo con la filosofia molte persone si prendono una confidenza che non dovrebbero prendersi, mentre altri, i peggiori, cercano click al blog e notorietà facendo i super eroi controcorrente, scrivendo stronzate e magari prendendo un frammento di Marx o di Kant per accusarli di essere antisemiti. A me non piace questo modo di fare. Preferisco avere cinque click parlando de Il conflitto delle facoltà di Kant che averne cento buttando merda su filosofi e filosofia.
Detto questo, a me piacciono le guerre filosofiche, le polemiche i colpi bassi, ecc. e il bello è che non c’è niente da inventare, ma basta leggere i filosofi e le opere filosofiche. La filosofia non è l’ambiente paludato che può sembrare a chi sta fuori, ma è turbolento violento ed esplosivo.
Stasera vi do una traccia di tutto questo, postando un brano del filosofo Tommaso Tuppini, tratto da una monografia della collana Grandangolo. Questo brano sta nella parte della monografia intitolata, appunto, amici e…nemici.
Hegel ha avuto molti avversari speculativi mentre era ancora in vita. E ancor di più dopo la sua morte. Nel Novecento probabilmente l’attacco teorico più rivelatore gli è arrivato dal filosofo della scienza l’austriaco Karl Popper. È il più rivelatore, appunto perché la critica popperiana a Hegel è un coacervo di luoghi comuni e banalità quasi imbarazzanti per il lettore, che ben compendiano i fraintendimenti in cui può cadere il borioso senso comune quando pretende di giudicare con il proprio metro il lavoro della filosofia.
Il saggio anti-hegeliano in questione è La società aperta e i suoi nemici (1945). Qui Hegel – in buona compagnia di Platone e Marx – viene accusato di una serie di nefandezze politiche e di recenti catastrofi di cui sarebbe una specie di mandante morale. Sostanzialmente: di essere un proto-fascista, o un proto-comunista. Cosa che per l'epistemologo austriaco naturalizzato britannico non sembra fare una gran differenza. Per l’occhiuto e poliziottesco Popper, Hegel è, né più né meno, che “l’anello mancante tra Platone e le moderne forme di totalitarismo”.
La casa editrice Modern Library ha saputo premiare, come solo le istituzioni americane sanno fare, questo bel saggione in difesa dell’uomo-bianco-civile-tollerante-buono-e-democraticoliberale, inserendolo nella hit parade dei 100 migliori libri di non fiction del secolo (dove al primo posto svetta The education of Henry Adams, libro autobiografico sugli psicodrammi di un superlaureato di Harvard, che rimpiange di aver sprecato gli anni a studiare materie umanistiche, quando sarebbe stato meglio darsi alle scienze hard).
p.s. Siccome il livello dei due articoli "filosofici" era veramente scarso, non li ho commentati pezzo per pezzo né vi ho dato il link (in fondo sono un buono e non voglio infliggervi quei cosi). Diversamente, un articolo di Fanelli sulla "sovranità monetaria", lo commenterò più estesamente.

mercoledì 28 maggio 2014

Marx, capitalismo e crisi. 3 punti fondamentali


In che epoca siamo, in che epoca viviamo?
L’epoca dell’era terziaria!
No.
L’epoca delle passioni tristi!
Ma non rompermi il cazzo con queste menate.
L’epoca della globalizzazione!
Dai, voglio una risposta esatta e precisa.
Uffa, allora dillo tu!
Noi viviamo nell’epoca, nell’era del capitalismo.
Ah.
Sì, è così. Fondamentalmente noi viviamo in un sistema capitalistico. Abitiamo il capitalismo. Ora: chi ha studiato poderosamente il capitalismo, il suo sistema, i suoi cicli, i suoi attori, le sue vittime ecc. ecc. ecc.?
Karl Marx.
Bene. Ora, premessi questi due dati di fatto, chi abbandona lo studio di Marx, chi lo sbeffeggia, chi lo salta, chi lo trascura cos’è?
Un cretino.
E se lo trascura volendo poi fare o parlare di politica, economia, filosofia e società cos’è?
Un quadruplo cretino.
E chi ha il riflesso condizionato di connettere automaticamente Marx ai gulag sovietici è un cane di Pavlov o un uomo di cultura che vuole studiare evitando stronzate e superficialità?
Un cane di Pavlov.
E tu cosa vuoi essere? Un cane di Pavlov Marx-gulag! Marx-Stalin! o uno che studia?
Uno che studia.
Vuoi essere un fesso che parla senza cognizione di causa della caduta del muro di Berlino, del fallimento del comunismo, della fine della storia e altre consimili banalità?
Assolutamente no.
Bene. Allora cominciamo con questi primi punti fermi su capitalismo e crisi tratti dal complesso delle opere di Marx e selezionati da Vladimiro Giacchè in questo volume.

1. La crisi non è un’eccezione, ma la norma. Che questa crisi non è stata causata né da qualche speculatore troppo avido, né da qualche proprietario di casa troppo credulone. E neppure dalla nuova casta dei banchieri, dai governatori delle banche centrali e dagli analisti delle società di rating.
2. La crisi non è un infortunio del nostro sistema economico, ma il prodotto delle sue leggi di funzionamento più elementari. Del modo in cui nella nostra società sono ripartite la proprietà e la ricchezza, si scambiano le merci e si adopera il denaro.
3. La crisi non solo non è un problema per il sistema, ma è il solo modo attraverso cui il sistema può risolvere i propri problemi, e riprendere a funzionare senza intoppi. Anche se comunque il suo funzionamento regolare è soltanto una tregua, più o meno breve, prima della prossima crisi.

sabato 3 maggio 2014

Bidet, we can


Siccome dopo ventinove ore gli operai della ghiriGori non sono ancora riusciti a ripristinare il servizio idrico e siccome il Comune presieduto dal Lampadato sotto tutela prefettizia non si è degnato di far avere alla cittadinanza notizie certe e chiare, la situazione si fa veramente difficile.
Ormai le scorte d’acqua fatte tra ieri e stamattina stanno per finire. La situazione è difficile anche perché a casa ci sono le due nipotine che devono essere cambiate spesso, il bagnetto, ecc.
Soprattutto la piccola Luisina di nove mesi sembra aver mangiato un campo di prugne e sembra pure volercelo ricordare ogni cinque minuti.
Da vero zio premuroso, mi lavo la faccia alla meglio con l’ultimo quarto di una bottiglia Uliveto, indosso il giubbino e scendo per andare a comprare due casse d’acqua.
Salgo via Pietro Secchia a grandi falcate che riduco presto a passo normale perché ho già il fiatone. Giunto in cima alla strada, giro a destra percorrendo il corso dedicato al re che mandò quello stronzo di Bava Beccaris a cannoneggiare la gente affamata.
Passo dal tabaccaio per prendere le sigarette e la signora, come al solito, chiede a me quanto costano.
“Cinquanta centesimi”, le dico.
“Ahaha non è possibile”, lei risponde.
Alla fine riesco a pagare normalmente, mangio il cioccolatino, accendo la sigaretta e proseguo.
Camminando, passo davanti alla sede di “Fratelli D’Italia l’Italia si è stronziata se vota voi" e vedo dei manifesti elettorali completamente bianchi attaccati lì vicino.
“Come mai sono bianchi?” chiedo ad uno degli astanti.
“Li abbiamo attaccati al contrario. Sul manifesto c’è la faccia di Alemanno e alla gente viene voglia di sputarci sopra”, mi risponde.
Decido di proseguire, ma riesco a sentire uno che dice “Il problema sono gli immigrati clandestini” No, penso io, il problema sono le teste di cazzo.
Continuo a scendere il corso, ma dopo appena venti metri mi ferma quella capafresca ironica di Peppino.
“Allora, Andrè, a queste elezioni che facciamo?” mi chiede con aria di chi la sa veramente lunga.
“E che facciamo”, gli dico, “votiamo, che dobbiamo fare? Le elezioni si fanno per quello”.
“Eh eh, vabbè. Ma per chi votiamo?”
“Senti”, gli faccio, “ti piacciono le storie piene di avventure inverosimili, fatti impossibili, situazioni farsesche, mirabolanti promesse con protagonista un tipo che sta a metà tra Mastrota e il Barone di Munchausen?”
“Certo che mi piacciono!” risponde convinto.
“E allora vota PD”.
Proseguo nuovamente verso il supermercato sperando di non incontrare nessun seccatore. Giunto finalmente davanti al supermarket noto un piccolo assembramento di persone. Essendo curioso mi avvicino per vedere cosa stanno guardando e, davvero strano!, ci sono due uomini vestiti con i costumi tradizionali della Sicilia. Calzano in testa una coppola, hanno la lupara sulla spalla e distribuiscono volantini di Forza Italia.
Soddisfatta la mia curiosità, entro nel supermercato e mi dirigo verso il reparto Acqua.
Ho appena deciso le due casse da prendere quando un giovane alto, sorriso smagliante, capelli neri tirati all’indietro con chili di gelatina e che indossa jeans, camicia bianca e un gilet azzurro mi si avvicina e dice: “Buonasera, signore, desidera comprare dell’acqua?”
No, sono qui nel reparto Acqua per comprare una Toyota. “Sì”, rispondo infine.
“Venga, si avvicini allo scaffale che le illustro le offerte e le qualità dei vari tipi d’acqua che abbiamo qui. Vede questa bottiglia?”
Sì, la vedo, la impugna come uno scettro e piazza l’indice sull’etichetta.
“Guardi il contenuto di sodio! solo una povera e piccola particella!”, prosegue, “Guardi quest’altra, invece, vede il residuo fisso a 140 gradi? Vede com’è basso? E questa qui? Noti l’apporto di calcio, per favore. Poi c’è questa che aiuta a digerire, quest’altra con tanto potassio per la pressione bassa, poi c’è questa che è molto leggera, quest’altra che rende belli fuori e puliti dentro e tanti altri tipi d’acqua ancora. Mi dica, mi dica quali sono le sue esigenze e io saprò consigliarle l’acqua che fa al caso suo. Dica, dica pure!”
“Ok, amico, ok. Devo farmi un bidet”.

giovedì 1 maggio 2014

Celebrare il Primo maggio nel 2014 ovvero chi può celebrarlo

Siate coerenti questo Primo maggio.
Ricordatevi la disoccupazione a due cifre endemica (tipica dell'EUROzona) usata come strumento di terrore e di governo, i precari, gli esodati, quelli flessibili magari sottopagati e senza diritti. Ricordatevi l'articolo 18 e tutti gli attacchi ai diritti dei lavoratori.
Ricordatevi pure che il sistema Euro si basa su questo. Svaluta il lavoro, ha bisogno per funzionare che il lavoratore sia solo uno schiavo di merda e che ci sia tanta disoccupazione per poter sfruttare gli altri con meno offerta di lavoro, con il ricatto.
Spero che in questi anni l'abbiate capito, se non l'avete capito e siete per l'Euro e il suo sistema statevi a casa e su facebook e altri social network postate Luca Carboni o altre cose senza Primo maggio.
Pensate alla Electrolux, leggete e capite bene.
Dico soprattutto a te, lavoratore eurista. Sappi che già ti hanno inculato con questo sistema Euro. Lavori di più e ti pagano meno. Lavori di più, ma hai meno diritti. Pensa, lavoratore eurista, che mentre tu ti senti al sicuro col tuo lavoro magari qualcuno da qualche parte sta già scrivendo la tua lettera di licenziamento o sta decidendo di chiudere l'attività lavorativa.

Siate coerenti, celebrate con consapevolezza il Primo maggio e un bacione.