domenica 20 novembre 2011

Non si fuma!


La battaglia contro il fumo, contro le sigarette è una battaglia sacrosanta.
Fumare fa male e costa pure un sacco. C’è un rischio quadruplo di beccarsi un tumore ai polmoni (e non solo…) e con tutte le tasse che c’hanno messo sopra, fumare è dispendioso per le nostre povere tasche. Se ci fate caso in Italia aumentano sempre benzina e sigarette, in pratica pure uno scimmione col cervello bruciato dall’acido lisergico potrebbe fare il ministro dell’economia.
Le sigarette puzzano, ti mandano in merda i sensi del gusto e dell'olfatto e ormai la sigaretta non è neanche sexy.
Mi piace molto il fatto che ormai il “vietato fumare” sia entrato nella nostra cultura e che non si possa più fumare né sui treni, né nei locali pubblici. È un segno di rispetto per chi non fuma.
Così come mi piace il divieto di vendere le sigarette ai minori. Era davvero una cosa indegna che lo Stato, attraverso i tabaccai, permettesse la vendita di un veleno mortale ai minorenni.
Ultimamente poi sono usciti libri che affrontano questa maledetta dipendenza, in tv c’è sempre qualche campagna anti fumo e anche la medicina sta andando incontro ai fumatori.
Cerotti, pasticche alla nicotina e poi ho letto che hanno inventato una sigaretta elettronica dove si aspira vapore acqueo invece di nicotina e catrame. Non so se sta sigaretta elettronica funzioni, indagherò meglio, però è importante, secondo me, dare un palliativo ai fumatori. Se può interessarvi vi consiglio il rametto di liquirizia da mettere in bocca quando vi viene voglia di fumare. Soluzione economica e ottima per chi soffre di pressione bassa.
Poi una domanda per chi si atteggia a intellettuale: nella sigaretta sono contenute migliaia di sostanze che per la maggior parte sono dannose per il fisico. Cosa sono queste sostane? Lo sapete o no? E allora come fate a fumare se non sapete neanche quello che la sigarette contiene? Suvvia…
Poi sinceramente è vergognoso dipendere da una sigaretta. Essere schiavi del condensato e del monossido di carbonio è umiliante oltre che letale.
Ok, il mio contributo l’ho dato.
Ora mi vado a fumare una meravigliosa Marlboro.

domenica 13 novembre 2011

Il cuore del pendaglio da forca


Francois Villon lo incontrate nei bassifondi, nelle sordide bettole, nei bar della malavita. Ubriaco, rissoso e sempre desideroso di sfidare qualcuno col coltello.
Un sadico venditore di parole, più magro di una chimera, nè del tutto folle nè del tutto savio che inventò un timbro completamente nuovo di poesia: il demoniaco spirito della parodia; il feroce sarcasmo; la volgarità più tragica e nera; un'oscenità sistematica come soltanto il grande Aristofane ha conosciuto; un senso intensissimo della grandezza e della miseria del corpo; l'angoscia e il vanto del peccato; la formicolante vita quotidiana degli uomini; la forza del tempo che ci consuma e cancella ogni bellezza; e la morte e una vaga speranza e un vago rimpianto e un vago sogno...
Godetevi Villon, brutti bastardi che non siete altro.

DIBATTITO DI VILLON CON IL SUO CUORE

Cosa succede? – Sono io. – Io chi? – Il tuo cuore
Che tiene ormai solo a un filo sottile.
Non ho più forze, materia né umore,
Quando ti vedo rintanarti solo solo,
Come un povero cane in un cantone.
- Perché è successo? – Per la tua folle compiacenza.
- E che t’importa? – Ne provo amarezza.
- Lasciami in pace! – Perché? – Ho da pensarci.
- Quando? – Quando sarò uscito dall’infanzia.
- Non dico altro. – E io me ne accontento.

- Che pensi? – Di essere un uomo di valore.
- Hai già trent’anni! - È l’età buona per i muli.
- È infanzia? – No certo. – Dunque è follia
Che ti riprende. – Per dove? Per il collo?
- Non sai niente. – Sì invece. – Cosa? – Mosca nel latte:
Uno è bianco, l’altra nera, c’è una bella differenza.
- E questo è tutto? – Che vuoi che discutiamo?
Se non ti basta, potrei ricominciare.
- Sei finito! – Continuerò a resistere.
- Non dico altro. – E io me ne accontento.

- Io ho le lacrime, tu il male e il dolore.
Se tu fossi un povero scemo senza senno,
Avrei qualche motivo per scusarti;
Non te ne importa, ti sta bene tutto, bello o brutto.
O hai la testa più dura di un sasso,
O preferisci all’onore questa decadenza:
Che hai da dire a questa deduzione?

- Ne uscirò quando sarò defunto.
- Dio! Che sollievo! Che saggia eloquenza!
- Non dico altro. – E io me ne accontento.

- Da dove viene tutto questo? – Dalla mia mala sorte:
Quando Saturno fece il mio fardello,
Ci mise queste condizioni, credo. – Che follia:
Sei suo padrone e ti ritieni un servo!
Vedi un po’ cosa scrive Salomone nel suo libro:
“L’uomo saggio, così dice, ha ogni potere
Si pianeti e sulla loro influenza”.

- Io non ci credo: come mi hanno fatto così sono.
- Cosa diavolo dici? – Certo, è quel che penso.
- Non dico altro. – E io me ne accontento.

- Vuoi campare? – Che Dio me lo consenta!
- Ti serve… - Cosa? – Rimorso di coscienza,
Leggere senza fine.
– E cosa? – Leggere cose serie,
E lasciar perdere i folli.
– Ci farò un pensierino.
- Ricordalo! – Me ne ricordo molto bene.
- Non aspettare troppo, per dar retta ai tuoi comodi!
Non dico altro.
– E io me ne accontento.

sabato 12 novembre 2011

Finalmente è fuori dai coglioni


Finalmente s'è dimesso sto magagnone mafioso piduista.
Vergogna a chi l'ha votato e sostenuto.

giovedì 3 novembre 2011

Gli strani tipi di questi giorni


Sto frequentando un'umanità molto varia in questi giorni.
C'è un tipo che mi sta spiegando che lo Stato è uno strumento repressivo in mano ad una classe minoritaria che lo usa per soggiogare una minoranza molto più numerosa.
Un altro che ha sognato negli anni Settanta di essere l'unico uomo rimasto sulla Terra, gli altri sono scomparsi e non si sa che fine abbiano fatto.
Una donna che mi sta introducendo nel mondo della globalizzazione e dell'economia politica. Fa un po' la superbiosa, abbonda di termini tecnici, ma io sono un osso duro e la frego quando voglio.
Poi vedo un tipo con una cicatrice sulla guancia che lo rende affascinantissimo. La vorrei anche io una cicatrice così.
Vedo, ogni tanto, una contadina dall'animo semplice e sincero. E l'ammiro per questo.
Vedo un cinefilo che quando guarda un film sa distinguere le immagini-movimento dalle immagini-tempo e io ancora sto qui a chiedermi cosa c'appizzino gli UFO.
Un uomo mi racconta di una Napoli povera, plebea, con i suoi vizi, le sue sozzure e le sue virtù.
Un vecchio professore mi racconta cos'è il potere della camorra.
La signorina G. mi ha fatto entrare nel suo laboratorio d'artista, che non è una stanza nè un atelier, ma un'anima.
Dovevo incontrarmi con un tipo che aveva delle storie da raccontare, ma abbiamo rimandato alla settimana prossima. Ci vedremo in un bar di sicuro.
Dimentico qualcuno? Forse sì, ma che importa.
Quando mi sovverrà gli renderò giustizia.

martedì 1 novembre 2011

Quando incontrai il porno


Ieri sera si parlava di tutto e niente, come al solito.
A un certo punto Roberto ha detto che qualche giorno fa aveva visto un bellissimo film.
“Le ultime seghe del boscaiolo?” ha domandato quel birbaccione di Lino.
“Cazzo, Robbè”, ha risposto Marco, “sembra il titolo di un porno malinconico. Hai inventato un nuovo genere. Il sentimental porn!”

E m’è venuto da pensare alle fasi porno della mia vita.
Il mio primo incontro con il porno avvenne quando frequentavo la seconda o la terza media. Forse la terza.
Un mio amichetto portò in classe un giornaletto zozzo. Trascorremmo le cinque ore di lezione e l’intervallo a passarci il giornaletto a vicenda e a fare commenti sconci.
Ovviamente qualcuno disse di aver riconosciuto la madre/sorella di qualcun altro.
Quel giornaletto ce lo prestammo a vicenda e ognuno se lo portò a casa per una giornata. Con quel giornaletto mi feci la mia prima masturbazione in bagno e son sicuro che capitò la stessa cosa anche agli altri amichetti.
Il passo successivo al giornaletto fu ovviamente il film porno.
Felice, Ciruzzo e io decidemmo di comprarla da un giornalaio che stava in una parte non troppo centrale della città.
Entrammo tutti e tre nel negozio, ma fui io a parlare perché ero il più grande. Gli altri due erano troppo timidi, soprattutto Ciruzzo che non la smetteva di ridere.
Io mi preparai una scusa, dissi che la videocassetta era per mio zio. Che ingenuo che ero, all’edicolante non fregava un cazzo di questa storia l’importante era pagare. Uscimmo trionfanti dall’edicola con la preziosa vhs zozza e la occultammo nella cartella di Felice.
Vedemmo la videocassetta in 7/8 di noi divertendoci un sacco, poi come al solito ognuno di noi se la portò a casa a turno e credo proprio che siano stati consumati un bel po’ di fazzolettini di carta.
Col tempo poi l’interesse per il porno è andato sfumando ravvivandosi solo in casi eccezionali come per esempio se nel film c’erano attori e attrici famosi come Moana Pozzi, Cicciolina, Rocco Siffredi, ecc. o cose insolite come neri con cazzi enormi o donne che facevano sesso con cavalli o, com’è successo di recente, se il porno lo gira una celebrità televisiva.
Insomma il porno è una cosa da ragazzini, perché ha il gusto del proibito e perché soddisfa i pruriti sessuali di quell’età ed è anche un modo per divertirsi e socializzare con gli amici.
Sinceramente non giudico il cinquantenne che si guarda un bel pornazzo, però spero tanto di non ridurmi anche io così.
Il porno va bene dai tredici ai quindici anni, dopo è una scemenza anche abbastanza degradante.