venerdì 19 luglio 2013

Anestesia totale delusione


E quindi mi dicevi che hai provato l'esperienza dell'anestesia totale.
Sì sì.
Pure tuo cugino tutto che voleva sapere, eh?
Sì sì.
E allora? Com'è? Uno sballo?
Ecco, a dire il vero io mica la capisco st'eccitazione per l'anestesia totale. Sì, la curiosità, sì. Ma che c'è da essere eccitati? Non è mica uno scherzo. Anzi, è un'operazione piuttosto delicata.
Di sicuro non c'è quella specie di maschera che si vede nei film. Quella cosa collegata a un tubo che ti azzeccano sulla bocca.
Una volta steso e immobilizzato sul lettino operatorio, l'anestesista comincia a inniettarti del medicinale nel braccio. Dopo un po' ti chiede come va. Poi continua a iniettare. Torna e ti chiede se ti gira la testa. Tu dici: Un poco. Lui prosegue a iniettare e poi bum, il black out totale.
Non è quel cadere graduale tra le braccia di Morfeo del sonno naturale. E' proprio un salto senza coscienza nel nero assoluto.
Non ho ricordi, senzazioni, sogni...cioè nei film a volte fa vedere che ti sdoppi e ti vedi dall'alto lì steso mentre ti operano.
Io, niente.
Mi sono svegliato direttamente dopo circa sei ore. Con un dolore terribile all'occhio sinistro, con mia sorella e mia madre che mi passavano del ghiaccio sulla parte operata (per ridurre il gonfiore).
Ah, mi sono svegliato pure con un catetere e una specie di pompetta attaccata sul fianco contentente morfina.
Ecco, pure sulla morfina non ho niente di bello da dire.
C'era, non mi ha fatto sentire dolore e tanto mi basta.


Alla prossima
il vostro convalescente

lunedì 8 luglio 2013

I terrificanti terrifici saluti divini


Invece di darti da fare, sei lì a perdere tempo.
Sì, ma perché dovrei darmi da fare? Cioè non sarebbe più logico toglierselo il da fare che darselo? Poi che significa perdere tempo? Seguendo quale parametro giudichi il tempo perso? Io credo che in generale sia impossibile perdere il tempo perché non puoi perdere qualcosa che non conosci e che non ti appartiene, ma anche lasciano perdere queste sottilette che tu testa di cazzo non capisci, posso dire che io non perdo tempo. Quando sto lì, fermo, immobile, che non faccio niente, in realtà sto pensando.
Comunque leggi qua, che ne pensi?
Benedetto sia HaShem, poiché ha udito la voce delle mie suppliche. HaShem è la mia forza e il mio scudo. In lui ha confidato il mio cuore, E sono stato aiutato, così che il mio cuore esulta, E lo loderò col mio canto. (Salmo 28:6-7)
Chi è HaShem? Non lo so. Cioè io conosco Marta e la chiamo 'a scem', ma questa è una grafia diversa e quindi credo sia un'altra persona.
Forse è Dio? Forse.
Ma sì, dai. Chi altro ascolta le suppliche?
Le suppliche le ascoltano anche quelli di equitalia e affini; sapessi quanti supplicanti ci stanno a determinati sportelli.
Secondo me la vera differenza sarebbe quella di esaudirle le suppliche; questa sì che sarebbe da Dio!
Se fossi Dio, però, non accontenrei mai chi mi dovesse supplicare.
Se fossi Dio, sarei onnipotente e onnisciente e saprei da me chi povero cristo aiutare, saprei distinguere da solo chi è che meriterebbe il mio aiuto divino.
I rompicoglioni e le loro suppliche li accontenterei a metà. Nel senso che li farei arrivare lì lì con l'aiuto, ecco la meta, l'agognato traguardo e mollarli lì...che goduria sarebbe.
Quelli che cantano poi...ma cazzo...a Dio piace il rock, la musica classica...quelle lagne noiose petulanti ripetitive cantate da vecchi balordi...maddechè? A voi piacerebbe essere importunati così? Ecco, nemmeno a Dio.
Lasciando da parte le cose serie, passiamo a qualcosa di più leggero.
Giovedì mi opero. Bò, non so quando ci rivedremo su quesi monitor.
Vi lascio i saluti e statemi bene, voi che potete.
E, caro Dio, fatti i cazzi tuoi.
Non ti prego, non ti imploro, non mi pensare.
Aiuta qualcuno più bisognoso di me.

sabato 6 luglio 2013

Cazzate & Divani ovvero gli indiani metropolitani del III millennio (sticazzi edition)


Buonasera.
Avete presente quei tipi che fanno un casino del diavolo su facebook? quei tipi che fanno solo l'inutile corteo? quei tipi che fanno gli eroi da tastiera? quei tipi che sbraitano e si lamentano su internet? quei tipi che quando poi si tratta di "fare" di "rompersi il culo" spariscono?
Bene, parlerò proprio di tipi così.
Mettiamo una città del sud Italia. Una cittadina costiera.
Prendiamo una storica spiaggia libera di questa città.
Una spiaggia mai curata perché non c'è amore né nelle persone né in quei fottuti camorristi amministratori della cittadina.
Poniamo che crolli un costone e che la spiaggia venga chiusa.
Mettiamo i soliti ritardi, i soliti imbrogli.
Diciamo pure che si forma un gruppo su facebook di circa 300 persone. Questo gruppo è molto battagliero. Post infuocati, link da paura, proteste, urla, insulti, rivendicazioni.
Questo gruppo fa un corteo, per dire Giù le mani dalla spiaggia...fanno pure una stronzissima foto che mettono nella stronzissima copertina nella pagina facebook del gruppo.
Orbene.
Da una settimana-dieci giorni, Legambiente ha promosso un'iniziativa per pulire la spiaggia.
Si trattava di andare stamattina, come volontari, a farsi il culo con pale rastrelli setacci buste e ripulire l'arenile e la zona circostante.
Io non faccio parte del gruppo di guerriglieri virtuali, ma un amico di Legambiente mi ha segnalato l'iniziativa e sono andato. Come faccio da quando avevo 14 anni.
Io scendo in strada e fatico, ho molto a cuore soprattutto quando si tratta di pulire perché mi piace l'ambiente pulito e so che i miei compaesani sono una manica di zozzoni di merda.
Sapete in quanti sono venuti dei 296 eroi del web stamattina a farsi il culo e a pulire sotto un sole cocente? Uno. UNO. 1. Uno su 296.
Questi sono gli indiani metropolitani dei nostri tempi: soliti borghesucci del cazzo che parlano parlano e poi si stendono sui loro bei divani imbottiti a non fare una minchia.
Per questo ho scritto il post, per dire a tutti quelli del gruppo facebook: ANDATE A CACARE.

giovedì 4 luglio 2013

Stamattina a Napoli


Stamattina a Napoli sono giunti tantissimi pullman turistici provenienti principalmente, come ho avuto modo di appurare, dalla Puglia, dalla Calabria e dalla Basilicata.
Veder sciamare per le strade e le piazze di Partenope quella folla variopinta, disordinata, gioiosa e schiamazzante; udire quei dialetti meridionali mischiarsi con la lingua napoletana; osservare quel tripudio di genti del mezzogiorno incontrarsi, confabulare, gridare, gesticolare…è stata un’emozione unica.
Sono stato a un passo dal gridare VIVA LA PADANIA!

mercoledì 3 luglio 2013

Wittgenstein e Mahler


Se è vero, come credo, che la musica di Mahler non vale niente, allora la domanda che a mio avviso si pone è che cosa avrebbe dovuto fare Mahler con il suo talento. Infatti è del tutto ovvio che per comporre questa cattiva musica occorrevano certamente una serie di talenti assai rari. Avrebbe dovuto, ad esempio, scrivere le sue sinfonie e bruciarle? Oppure avrebbe dovuto usarsi violenza, e non scriverle? Avrebbe dovuto comporle e riconoscerle prive di valore? Ma come avrebbe potuto riconoscerlo? Io lo faccio perché posso confrontare la sua musica con quella dei grandi compositori. Mahler però non poteva; l’autore, infatti, può certo diffidare del valore dei suoi prodotti, proprio perché si accorge di non avere, per così dire, la natura degli altri grandi compositori, - ma non per questo ammetterà che essi sono privi di qualsiasi valore; infatti potrà sempre dire a se stesso di essere, sì, diverso dagli altri (che però ammira), ma perché il suo valore è di un altro genere. Forse si potrebbe dire: se nessuno fra coloro che ammiri è come te, allora credi al tuo valore soltanto perché si tratta di te. – Persino colui che lotta contro la vanità, ma senza ottenere pieno successo, si ingannerà sempre sul valore del suo prodotto.
Sembra però che la cosa più pericolosa di tutte sia mettere in qualche modo il proprio lavoro nella condizione per cui esso viene confrontato con le grandi opere del passato, prima da noi stessi, poi dagli altri. A un confronto simile non si dovrebbe nemmeno pensare. Perché se le circostanze odierne sono davvero così diverse da quelle del passato che un confronto secondo il genere fra la propria opera e quelle del passato non è possibile, allora non è possibile neanche il raffronto fra i rispettivi valori. Io stesso commetto continuamente l’errore di cui sto parlando.

lunedì 1 luglio 2013

3.800 € per salvare i Quaderni della Fondazione Guevara

Ieri mattina ho comprato il manifesto e in prima pagina c'era questo appello di Roberto Massari a cui rispondo prontamente stamattina con una piccola donazione e con la pubblicazione dell'appello sul mio blog.
Massari è un editore che fa davvero cultura e che pubblica libri veramente interessanti.
Consiglio a tutti di farsi un giro sul suo sito.
Io, per ora, ho acquistato i due voll. di Ernest Mandel Trattato marxista di economia. Sarei contento se almeno uno che passa di qui, aderisse all'appello.
Grazie in anticipo.

Dopo 8 voll. in 15 anni, rischia di chiudere un prezioso strumento per gli studiosi del Che nel mondo, perché lo scorso ottobre (14° Convegno annuale tenutosi in Sardegna) nessuno ha mantenuto l’impegno a rimborsare le spese: Lanusei (300 €), Nuoro (Associazione Enrico Berlinguer: 1.000 €), il Comune di Pabillonis (sindaco A. Garau, vicesindaco R. Frau: 2.500 €). NIENTE.
Per i tre ospiti dall’estero (Cuba, Polonia, Usa) e il resto ho anticipato le spese, fidando nelle promesse delle tre città sarde (come avevo fatto altrove, per 13 anni, senza mai pentirmene).
Il colpo è duro (anche in senso etico) e ormai distruttivo perché negli anni avevo già “anticipato” varie migliaia di euro alla Fondazione.
Per continuare con i Quaderni ci vuole ora un moto di solidarietà… grande e bello.

Roberto Massari che.guevara@enjoy.it
Per scrivere a Roberto Massari: C. P. 89 – 01023 Bolsena
Versamenti per Massari ed. : Iban IT84 E 08730 72910 000.000.0 70064
Ccp 25627043
per Roberto Massari: Postepay 4023 6005 7560 2554
PayPal: massarieditore@gmail.com