Filosofia, Letteratura, Poesia, Storia, Arte, Capitalismo, Politica, Sesso... [Blog delle ossessioni, non delle idee. Le idee non mi piacciono perché con le idee non è mai sprofondato nessuno]
mercoledì 28 maggio 2014
Marx, capitalismo e crisi. 3 punti fondamentali
In che epoca siamo, in che epoca viviamo?
L’epoca dell’era terziaria!
No.
L’epoca delle passioni tristi!
Ma non rompermi il cazzo con queste menate.
L’epoca della globalizzazione!
Dai, voglio una risposta esatta e precisa.
Uffa, allora dillo tu!
Noi viviamo nell’epoca, nell’era del capitalismo.
Ah.
Sì, è così. Fondamentalmente noi viviamo in un sistema capitalistico. Abitiamo il capitalismo. Ora: chi ha studiato poderosamente il capitalismo, il suo sistema, i suoi cicli, i suoi attori, le sue vittime ecc. ecc. ecc.?
Karl Marx.
Bene. Ora, premessi questi due dati di fatto, chi abbandona lo studio di Marx, chi lo sbeffeggia, chi lo salta, chi lo trascura cos’è?
Un cretino.
E se lo trascura volendo poi fare o parlare di politica, economia, filosofia e società cos’è?
Un quadruplo cretino.
E chi ha il riflesso condizionato di connettere automaticamente Marx ai gulag sovietici è un cane di Pavlov o un uomo di cultura che vuole studiare evitando stronzate e superficialità?
Un cane di Pavlov.
E tu cosa vuoi essere? Un cane di Pavlov Marx-gulag! Marx-Stalin! o uno che studia?
Uno che studia.
Vuoi essere un fesso che parla senza cognizione di causa della caduta del muro di Berlino, del fallimento del comunismo, della fine della storia e altre consimili banalità?
Assolutamente no.
Bene. Allora cominciamo con questi primi punti fermi su capitalismo e crisi tratti dal complesso delle opere di Marx e selezionati da Vladimiro Giacchè in questo volume.
1. La crisi non è un’eccezione, ma la norma. Che questa crisi non è stata causata né da qualche speculatore troppo avido, né da qualche proprietario di casa troppo credulone. E neppure dalla nuova casta dei banchieri, dai governatori delle banche centrali e dagli analisti delle società di rating.
2. La crisi non è un infortunio del nostro sistema economico, ma il prodotto delle sue leggi di funzionamento più elementari. Del modo in cui nella nostra società sono ripartite la proprietà e la ricchezza, si scambiano le merci e si adopera il denaro.
3. La crisi non solo non è un problema per il sistema, ma è il solo modo attraverso cui il sistema può risolvere i propri problemi, e riprendere a funzionare senza intoppi. Anche se comunque il suo funzionamento regolare è soltanto una tregua, più o meno breve, prima della prossima crisi.
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Mi è appena capitato di citare Marx. .apriticielo fusti gato a sangue. Mamma Mia. Studiate studiate studiate. Non smette mai.
RispondiEliminaEtichettato comunista figlio di Putin.
Lo so, è dura. L'ignoranza di base più il condizionamento mentale sono avversari veramente ostiti.
EliminaBisogna insistere.