domenica 2 dicembre 2012

Battiato, un irresistibile richiamo


Battiato ci ha preso un’altra volta, cazzo.
Ieri sera ho ascoltato la canzone Un irresistibile richiamo tratta dal suo ultimo album Apriti Sesamo. E sono dieci ore che l’ascolto quasi ininterrottamente.
Leggete qua che versi
Il tuo cuore è come una pietra coperta di muschio,
niente la corrompe.
Il tuo corpo è colonna di fuoco affinché
arda, e faccia ardere.
Un suono di campane
lontano, irresistibile, il richiamo
che invita alla preghiera del tramonto.
Gentile è lo specchio, guardo e vedo
che la mia anima ha un volto.
Comunque sabato su la Repubblica c’era un’intervista a Franco, riporto quello che io ho trovato interessante.
Innanzitutto i libri che il Maestro ha sulla scrivania. Li ho segnati sul quaderno sperando di riuscire a prenderli e a leggerli il prima possibile.
Urgyen Tulku, Dipinti d’arcobaleno – L’essenza del tantra
Lu-Tzu, Il mistero del fiore d’oro (definito nell’articolo “la bibbia del taoismo operativo”)
Dzogchen Ponlop, La mente oltre la morte
Willigis Jager, L’essenza della vita
Cominciamo con una definizione dell’arte e della musica.
“L’arte è cosa sublime. Non possiamo considerare la musica come una colonna sonora per amori spezzati. Un artista che si documenta e legge non fa altro che condividere le sue conoscenze. La musica è una lingua in codice che ha il potere di trasportarti in mondi che non hai mai conosciuto”.
Passiamo ora all’amore e all’innamoramento.
La prima goccia bianca che spavento
E che piacere strano
E un innamoramento senza senso
Per legge naturale a quell’età.
“Lei mi faceva tremare le gambe. Fu bello, perché finì lì. Un altro anno di quei tremblement mi avrebbero ucciso. So cosa vuol dire, ho provato quell’ebbrezza. Ma ora stiamo parlando dell’amore cosciente, quello che arriva dopo. Mai accettata l’idea dell’innamoramento come perpetuazione del malessere, quando nella coppia scattano i sadismi… È umiliante. No, no, da qui non passa”.
“La passione è una malattia, una zavorra che ci trascina verso il basso. Di amori veramente riusciti, a esser generosi, ce n’è uno su un miliardo. La cronaca ci parla quotidianamente di coglioni che credono di essere i proprietari dei genitali dell’altro. Non è questo che genera il femminicidio cui stiamo assistendo? Quanti uomini uccidono perché si sentono rifiutati? Vogliamo chiamarlo amore? Quell’uno su un miliardo si verifica quando due stature di altissimo livello si incontrano; allora non si litiga per un dentifricio, e il calo del desiderio non è la ragione sufficiente per una separazione. C’è un malinteso intorno all’amore e al sesso. Troppi credono che sia un sentimento che esplode in una forte tensione sessuale e dopo un po’ scema. Ma quella è un’infatuazione, un abbaglio. Anche l’orgasmo è un momento più complesso di una semplice eiaculazione, è la prova generale dell’abbandono del proprio ego”.
Chiudiamo con il ricordo di un momento esistenziale difficile nella vita e nella carriera di Battiato.
“Alla fine degli anni Sessanta mi mandarono al Disco per l’estate, sentii un senso di straniamento: che ci faccio qui? In mezzo alle Lise dagli occhi blu? Così cambiai direzione. Nel ’69 ero a Londra per acquistare un sintetizzatore Vcs3. Cambiai vita, abbracciai l’avanguardia. Non fu così semplice, uscivo da una profonda crisi esistenziale. Mi consigliarono uno psicoanalista. Fu la mia salvezza. Mi spiegò che non era nulla di grave, niente sedute, mi prescrisse dei farmaci. Scendendo le scale dello studio mi dissi: è quello che meriti, cretino, ti sei messo nelle mani di uno che non sa neanche chi sei. Ovviamente non comprai mai quelle pillole. Appallottolai la ricetta e la gettai nella spazzatura. E da selvaggio, in casa, mi distesi sul pavimento. Poco a poco scoprii che potevo indagare l’interiore. Quella sì fu un’esperienza fantastica”.

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