mercoledì 23 febbraio 2011

Co' - mmosso

Girare, un verbo che stasera si presta.
Quella lì non si è girata, peccato...ci speravo.
Mi girano le palle perchè non nevica mai a ferragosto.
Giri tu che giro io.
Gira a destra.
Girarsi la frittata.
Rigirarsi la vecchia.
Faccio un giro, fatti un giro, ci fiacciamo un giro?, ci farei volentieri un giro.
Giri di parole.
Attenzione. Warning. Achtung.
La perifrasi è un giro di parole e fin qui niente di particolare, anzi a leggere la parola "perifrasi" ci cascano le palle perchè si sente puzza di lezioncina di grammatica.
Però ve lo devo dire, vi devo avvertire: le persone che usano le perifrasi a volte sono pericolose perchè cercano di nascondere, attraverso una nebbia di parole, quello che realmente sono e quello che realmente vogliono dire.
Esempio.
Io cerco un amico immaginario. Un amico con cui parlare. Dico immaginario perchè mi rendo conto di non saper gestire la realtà. E soprattutto mi rendo conto che nessuno nella realtà mi sa e vuole gestire. Sono una persona che non mangia, non dorme e che ha perennemente ferite aperte. Così mi descrivo e riassumo. Senza girarci troppo attorno.
Credo troppo nella bellezza di ciò che vedo. Non mi rassegno a ciò che ho perduto e che non ho mai avuto. Amo semplicemente troppo tutto e tutti. Eccetto me stessa.
E a chi dice che ciò non è possibile posso rispondere che non sarà sano o giusto o naturale o cristiano...ma è possibilissimo.
Come ci si può rassegnare? So che non esiste la risposta. Ne cerco semplicemente una. Una che sappia darmi un po' di pace.

Ecco, come vedete, undici righe e un centianio di parole, quando ne bastava una sola.

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