lunedì 8 agosto 2011

Tao-Te-Ching (primo approccio)


Perché leggere testi di cultura cinese? Ma è ovvio, funziona come per il cibo.
Dopo tonnellate di spaghetti, polpette e pizze, mi rompo i coglioni e me ne vado a mangiare cinese, giapponese o spagnolo e per i libri e la cultura è uguale; è il gusto del nuovo e del diverso a spingermi.
Voglia di novità!
Comincio con il Tao Te Ching, semplicemente perché è l’unico che ho a casa per ora.
Cos’è il Tao? Il Tao è la Via, è l’idea dominante di tutta la filosofia cinese, fondamentale per l’antica concezione cinese del mondo. Assioma importante di questa “filosofia” era che l’uomo e il mondo formassero un’unità indissolubile e si influenzassero vicendevolmente.
Ogni sorta di nozioni, per noi di ordine completamente diverso, erano associate, a volte in virtà di una rassomiglianza esteriore di suono, di numero o di forma. Ci sono delle correlazioni costanti tra il cielo, la terra e l’uomo, i tre piani paralleli principali nei quali si muove il pensiero. Come il lavoro dell’uomo, nel giusto momento, è necessario per far crescere le messi quanto la fertilità della terra e la pioggia del cielo, così c’è una stretta correlazione in ogni ambito della vita.
Sulla volta celeste si muovono il sole, la luna e i pianeti. Questo movimento è la Via, Tao, del cielo. La Via, Tao, della terra e la Via, Tao, dell’uomo vi corrispondono. Non appena c’è un ostacolo su una Via, ce ne è anche sulle altre. Tutti i fenomeni partecipano a certe categorie il cui rapporto è espresso da un simbolismo numerico, e tra queste le principali sono i cinque “elementi”, le cinque direzioni (il “centro” conta come una direzione), le cinque stagioni (il centro dell’anno viene contato a sé), i cinque pianeti, i cinque colori, i cinque gusti, le cinque note, i cinque intestini, eccetera.
Ok, come primo approccio direi di fermarci qui. Per ora godiamo insieme il primo capitoletto (in totale sono 81, numero magico derivato da 3x3x3x3), dove bisogna prestare attenzione soprattutto al fatto che il taoismo mette l’accento non sulla costanza, ma sul mutamento. Eppure, mi chiedo, un mutamento che è costante nel mutare non segue esso stesso una prassi di costanza? E che correlazione c'è tra i nomi che diamo alle cose e le cose in se stesse? Non è che una prima differenza tra il pensiero occidentale e quello orientale è che il primo privilegia il fenomeno e le leggi "certe" mentre il secondo, invece, il noumeno e il cambiamento incessante?
Leggiamo insieme e che ognuno pensi per i fatti propri.

I

La Via veramente Via non è una via costante.
I Termini veramente Termini non sono termini costanti.
Il termine Non-essere indica l'inizio del cielo e della terra; il termine Essere indica la Madre delle diecimila cose.
Così, è grazie al costante alternarsi del Non-essere e dell'Essere che si vedranno dell'uno il prodigio, dell'altro i confini.
Questi due, sebbene abbiano un'origine comune, sono designati con termini diversi.
Ciò che essi hanno in comune, io lo chiamo il Mistero, il Mistero Supremo, la porta di tutti i prodigi.

2 commenti:

  1. "L'essere" e il "non-essere"...oddio che incubo, da ragazzina avevo provato a leggere: "L'essere e il nulla", poi mi hanno ricoverato in un reparto psichiatrico! ;^D

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  2. Leggere L'essere e il nulla da ragazzina è un'idea geniale.

    Cmq non ti preoccupare, lo stai rileggendo sul blog anche se forse non te ne sei accorta.. :)

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