Se dico torta, cosa può venire in mente? Festa, dolce bontà, allegria, ecc.
E se dico tassa? Soldi che se ne vanno, obbligo, ecc.
E se dico figa? Sorriso malizioso oppure fastidio per la parola non elegante.
E se dico ancipite? Niente. Magari sorge spontanea la domanda: e che cacchio vuol dire?
Che ha una doppia natura, un doppio aspetto; niente di complicato.
E se dico problema? Guaio, rotture di palle. Eppure c'è qualcuno, anche solo uno, che può negare di averne e di averne avuti? C'è qualcuno che può negare che i problemi esistano eccome? Se ci penso bene anche la mela fu un problema, forse uno dei primi. Non ricordo manco più chi disse che tutta la vita è risolvere problemi. Attenzione però, non sto dando una connotazione solamente negativa della parola problema. Anzi, a volte si possono avere problemi piacevoli e possiamo vedere il "problema" pure come stimolo, come sale della vita ecc.
Debbo riflettere su alcune cose, leggerne altre e rileggerne svariate.
Per prima cosa però darò un'occhiata, l'ennesima, all'affresco di Raffaello La scuola di Atene.
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