Filosofia, Letteratura, Poesia, Storia, Arte, Capitalismo, Politica, Sesso... [Blog delle ossessioni, non delle idee. Le idee non mi piacciono perché con le idee non è mai sprofondato nessuno]
sabato 2 novembre 2013
Profezia. L'Africa di Pasolini
Per me il 2 novembre non è il giorno dei morti, ma di un morto solo. Anzi di un morto che non morirà mai.
Il 2 novembre io commemoro Pasolini. Lo leggo e lo rileggo un po' tutto l'anno, ma il 2 la tristezza per il suo omicidio e la perdita di un tale uomo e artista mi invade completamente.
Sono contento che Napoli abbia aderito all'iniziativa di proiettare, oggi, il documentario Profezia. L'Africa di Pasolini.
L'hanno trasmesso al cinema Modernissimo e, trattandosi di Pasolini, ho fatto con piacere uno strappo al mio essere pigro e anti cinematografico.
La proiezione è avvenuta nella sala 4. Una saletta minuscola che poteva contenere appena venti persone. Non ne serviva una più grande visto che in tutto eravamo sei persone.
Vabbè, si sa che un evento del genere, non può attirare la folla. La folla è per Zalone o per quell'altro che ha fatto un film su un prete spretato, zoccole e scamarci vari.
Il documentario mi è piaciuto, anche se alcuni filmati li conosco a memoria. (il discorso di Moravia, i comizi d'amore, ecc.)
Certo è che la parole e i versi di Pasolini dedicati all'Africa, alla povertà, all'Occidente del consumismo e dell'imperialismo mi hanno molto colpito. C'è sicuramente qualcosa di profetico quando Pasolini parla dei barconi di migranti che invaderanno (e conquisteranno) l'Europa e i paesi occidentali.
In realtà gli appunti che pasolini stava raccogliendo riguardavano non solo l'Africa, ma i sottoproletari-contadini-sfruttati dell'India, del Sudamerica, dei ghetti dell'America del Nord.
Credo volesse fare un film sulla povertà universale, sulla povertà mondiale e indagare somiglianze e differenze delle varie povertà del mondo.
In realtà noi o lo diamo per scontato (e chissenefotte) o ci dispiaciamo quei cinque minuti (alcuni manco quello, i poveri i migranti e tutta 'sta gente gli sparerebbe volentieri dei calci nel culo)...ma le domande, a pensarci, sono terribili e senza riposta: perché i poveri? perché la povertà?
Ecco perché Pasolini lo amo. Perché non è accademico né professorale. Innanzitutto è: una persona sensibile.
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