martedì 25 febbraio 2014

Basta Euro. Come uscire dall'incubo, 31 domande 31 risposte. La verità che nessuno ti dice (seconda parte)


2. Senza l’Euro diventeremmo tutti ricchi?

No, ovviamente per competere nei mercati internazionali occorre molto lavoro e ci vogliono molti miglioramenti perché abbiamo uno Stato inefficiente. Se bastasse avere una moneta propria per essere ricchi sarebbe troppo bello. Molte cose non semplici devono essere fatte, come rendere la giustizia più rapida, abbassare le tasse, aiutare le imprese perché producano meglio, ridurre la burocrazia, fare più ricerca ecc., tuttavia il peso di una moneta sbagliata è notevolmente superiore rispetto a questi altri fattori.
Si tratta di quella che si dice una “condizione necessaria ma non sufficiente”. Non possiamo certo pensare di uscire dall’Euro e metterci a prendere il sole: bisognerà faticare, ma senza una nostra moneta correttamente valutata anche con la fatica non otterremo nulla.

3. Se eliminiamo l’Euro usciamo anche dall’Europa?

Posto che l’Italia sarà sempre in Europa con qualsiasi moneta, se si intende “Unione Europea” probabilmente no: un mercato di 60 milioni di persone è troppo importante per tutti.
Non dimentichiamo che sono tanti gli Stati che fanno parte dell’Unione Europea pur non avendo l’Euro, dall’Inghilterra alla Svezia fino alla Danimarca. Le alleanze internazionali, come quelle che la Lega Nord ha stretto con i partiti che potrebbero risultare decisivi nel nuovo Parlamento Europeo, puntano proprio a “riscrivere le regole” dell’Unione in modo da realizzare una vera cooperazione su basi diverse dell’attuale “Europa dell’Euro”.
Se invece, nonostante tutto, non si riuscisse a cambiare l’UE e questa continuasse a danneggiare la nostra economia con regole assurde, allora si potrebbe considerare di uscire anche dall’Unione, cosa che probabilmente non sarebbe una tragedia: la Gran Bretagna sta seriamente considerando di uscire e Paesi come la Svizzera o la Norvegia, pur senza avere l’Euro e non facendo parte dell’Unione Europea, non sono certo isolati dal mondo.
Anzi, uscire dall’Unione Europea ci ridarebbe finalmente le “mani libere” per poterci gestire in autonomia e libertà, sia, ad esempio, per le politiche sull’immigrazione, sia con le regole per rendere più facile la vita alle piccole e medie imprese, penalizzate da vincoli europei gestibili solo dalla grande industria. Proprio la Svizzera è un esempio di che cosa vuol dire avere le mani libere e poter decidere in autonomia tasse, politiche sul lavoro e immigrazione.
Chi abita vicino al confine Svizzero, poi, sa benissimo quale sia l’effetto della moneta: nei periodi in cui il Franco è debole tutti vanno a fare la spesa in Svizzera arricchendo il Canton Ticino e lasciando vuoti i negozi italiani; il contrario accade nei periodi in cui il Franco è forte.

4. Riprenderemmo la Lira? Avremmo ancora i vecchi milioni e miliardi?

Non necessariamente. Potremmo chiamare la nuova moneta come preferiamo perché tanto sarà una cosa diversa dalla vecchia Lira (Scudo, Fiorino, EuroItalia oppure ancora Lira) e la cosa più comoda sarebbe convertirla 1 a 1 con l’Euro perché così non ci sarebbero problemi per fare i conti come invece ci furono quando si passò all’Euro e venne deciso quel numero stranissimo (1936,27). Attenzione: la conversione non indica il “cambio” e può essere decisa come preferiamo: 1 a 1 è semplice, ma se si volesse si potrebbe fare anche 10 a 1, 5.000 a 1 o 1.234 a 1. Poi, dopo la conversione, quello che la nuova moneta varrà nei confronti delle altre monete lo deciderà il mercato, ma a noi a quel punto interesserà poco, come oggi non ci interessa più di tanto quanto vale l’Euro nei confronti del Dollaro, della Sterlina o delle altre monete mondiali.
Quindi, in sostanza, se avevamo uno stipendio di 1.000 Euro esso diventerà di 1.000 fiorini (o scudi o lire), la pizza invece di costare 8 euro costerà 8 fiorini e se pagavamo 300 euro di mutuo al mese pagheremo 300 fiorini. Anche 300 euro sul conto corrente diventeranno 300 fiorini e 1.000 euro di pensioni diventeranno anch’essi la stessa cifra nella nuova moneta.
Il cambio 1 a 1 impedirà il fenomeno degli “arrotondamenti” che fecero raddoppiare i prezzi quando si passò dalla Lira all’Euro, perché ogni rialzo ingiustificato verrebbe subito notato.
Per i conti correnti l’unico incomodo sarà che probabilmente durante la conversione, per alcuni giorni, sarà necessario chiudere le banche per impedire speculazioni.
Per un pensionato, invece, come vedremo nelle risposte alle prossime domande, ciò non rappresenterà un impoverimento perché non è detto che ci sarà inflazione ma, anche se si dovesse verificare, sarà in ogni caso possibile sbloccare la rivalutazione dei trattamenti che sarebbero automaticamente adeguati. È proprio con l’Euro che stipendi e pensioni hanno perso potere d’acquisto!
Non dimentichiamo poi che le pensioni sono pagate dai contributi dei lavoratori: se la disoccupazione indotta dall’Euro dovesse crescere ancora, il rischio è che le pensioni vengano fortemente tagliate perché non ci sarebbe fisicamente il denaro per poterle pagare.

5. Se convertiamo 1 a 1 un Euro con la nuova moneta non è che allora non cambierà niente?

Cambia moltissimo invece, perché se dopo la conversione la nostra moneta si svaluterà nei confronti di altre monete, i nostri prodotti diventeranno più convenienti per un cliente estero, costerà di meno per gli stranieri fare vacanze in Italia e diventerà più appetibile realizzare prodotti in Italia.
Certo, costerà di più fare viaggi all’estero e i prodotti esteri diventeranno più cari (anche se di solito dopo una svalutazione le imprese estere, pur di non perdere clienti, mantengono i prezzi
invariati), però sarà più facile trovare lavoro e l’economia ripartirà.
Meglio un portafoglio pieno di monete di giusto valore di uno vuoto nella vana attesa di monete sopravvalutate.


6. Ci sarà l’inflazione? Dovremo far la spesa con la carriola di banconote che valgono come
carta straccia?


Assolutamente no, l’inflazione non è la svalutazione: in nessuno dei recenti casi di svalutazione in Paesi evoluti è seguita l’iperinflazione. Lo Yen giapponese per esempio nel 2012, ha svalutato fortemente nei confronti dell’Euro e del Dollaro ma non si è vista inflazione, così come non si è vista in Inghilterra o Svezia quando svalutarono moltissimo nel 2008 e neppure nella stessa Italia, quando nel ‘92 uscimmo dal Sistema Monetario Europeo con il valore della Lira che calò bruscamente. L’inflazione addirittura si ridusse leggermente.
In ogni caso non dobbiamo nemmeno preoccuparci di un’eccessiva svalutazione: se la nuova moneta dovesse calare troppo, i nostri prodotti diventerebbero così convenienti che invaderemmo i mercati. Saranno i nostri stessi concorrenti a “sostenere” il prezzo della nuova moneta per evitare di rendere troppo competitiva la nostra industria.
Ricordiamolo perché la differenza è sostanziale: c’è inflazione quando i prezzi salgono (ma se i prezzi salgono vuol dire che la gente ha i soldi per comprare cose, viceversa se i prezzi rimangono stabili e gli stipendi scendono, come sta succedendo ora, è come se i prezzi salissero ma la situazione è drammatica) mentre la svalutazione misura semplicemente una discesa del cambio della nostra moneta contro altre valute. Le due cose non coincidono mai.

2 commenti:

  1. Quest'uomo è pazzo, tu lo sai vero?

    Uno che ti dice "Poi, dopo la conversione, quello che la nuova moneta varrà nei confronti delle altre monete lo deciderà il mercato, ma a noi a quel punto interesserà poco, come oggi non ci interessa più di tanto quanto vale l’Euro nei confronti del Dollaro, della Sterlina o delle altre monete mondiali." o è pazzo o è cretino, perché l'Italia NON HA materie prime e gas, petrolio, acciaio, carbone ecc. lo compriamo all'estero, quindi quanto vale il tuo "cazzillo" nei confronti del dollaro (che è la valuta con cui si acquista il petrolio) o dell'euro (che è la valuta con cui commerci con tutti gli stati europei) è esiziale.

    Spero nell'intento satirico, perché sta roba non si può leggere.

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    1. io lo pubblico tutto, poi lo confronto con altri scritti.

      cmq la domanda sulle materie prime è la numero 9.

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