domenica 9 settembre 2012

Breve storia di una degenerazione


Eravamo uagliuni e ci dicevano: “Studiate, sennò non sarete nessuno nella vita”. Non studiammo. Dopo non aver studiato ci dissero: “Ma se non volete studiare, almeno imparatevi un mestiere!”. Non lo imparammo. Dopo aver cazzeggiato invece di imparare il mestiere ci dissero: “Che teste di cazzo che siete, non volete studiare e non volete imparare un mestiere”. Ci ruppero le palle con queste prediche e continuammo cazzeggiare e, alla fine, rimanemmo senza una lira. Scroccammo qualche spicciolo e cominciammo a fumare, disperati. Prima eravamo troppo giovani e incoscienti per pensare al nostro futuro. Dopo pochissimo tempo eravamo già troppo in là con gli anni per porvi rimedio. Purtroppo trovammo un lavoro, in nero, senza contratto, sotto pagati, sfruttati, due giorni di ferie all’anno, bisognava andare a lavorare anche se malati, la tredicesima la intascava il capo, il Tfr era l’acronimo di Testa Fottuta Rosica, i sindacati li vedevamo solo in tv a ubriacarsi e a divertirsi al concertone del primo maggio, i diritti erano rovesci. Lottammo almeno per non prendere calci in culo al mattino e bestemmioni dal capo il pomeriggio. Non facemmo figli – perché con quel lavoro frustrante manco si rizzava – e così andammo avanti. Tornarono i rompicoglioni di cui parlavo all’inizio ed ebbero la faccia tosta di dirci: “Siete dei bamboccioni, non volete crescere, mettere su famiglia ed essere indipendenti”. Li mandammo a cacare e stanno ancora a piagne pè i carci che c’hanno pijato. Nonostante la precarietà del lavoro e gli scarsi mezzi economici qualcuno di noi si sposò e fece dei figli. Tornarono i rompicoglioni alla carica: “Ma come, senza una sicurezza né un lavoro con un contratto a tempo indeterminato fate i figli? Siete delle teste di cazzo!”. A quel punto qualcuno prese un mitra e fece nà strage di rompipalle mentre la maggioranza di noi preferì emigrare. Chi in Olanda a suonare il blues per le strade, chi in Australia a lavorare nei vitigni, chi in Canada a impiantare un giro di prostitute, chi in America a fare la Drag Queen. Ci sentimmo finalmente liberi e felici. Un giorno, quando nessuno se lo aspettava, il “Sistema Italia” fallì e tutti finirono col culo per terra. Allora ci dissero: “Tornate, ci sono le tasse da pagare e un Paese da salvare”. A quel punto noi uagliuni di una volta ci riunimmo, comprammo un centinaio di megafoni e un impianto di amplificazione Marshall e gridammo: “Andate affanculo!!!”.

2 commenti:

  1. Rabelais ti si è infiltrato nel dna ormai :-)
    Parabola disperata, ma raccontata con levità, d'una generazione mancata.
    Buona domenica

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    Risposte
    1. massì, è che mi piace parodiare.
      l'originale Storia di una generazione era troppo patetico-esistenziale per i miei gusti.

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