mercoledì 19 settembre 2012

Perché nel coro universale l'anima non canta come il mare, e il giunco pensante mormora, protesta?


Uno dei miei argomenti di riflessione preferiti è quello dell'uomo come figlio perduto e dannato della Natura.
Che io sappia nessuno soffre più dell'uomo all'interno del creato. Animali, vegetali, minerali, ecc. non hanno tutti i problemi e le sofferenza che ha l'uomo. Dico bene?
Le pietre non piangono, gli alberi non hanno rimorsi, i cani non hanno i tarli esistenzialistici. Gli animali hanno l'istinto rozzo e sicuro, noi una ragione inutile e ipersviluppata.
L'uomo è capace di stare male, di tormentarsi, di avere la magica accoppiata rimpianti & rimorsi...ha paura, sente lo smarrimento, la perdita di senso che l'avviluppa un giorno sì e l'altro pure...e come se non bastasse è attorniato da un numero considerevole di rompicoglioni che stanno sempre a dirgli cosa deve fare, come deve pensare, a correggerlo, a imbeccarlo, a rimproverarlo.
Risolveremmo metà dei problemi a far fuori sta gente. Vabbè.
Leggiamo Tjutčev, poi sigaretta e un po' di vino.

Est in arundineis
modulatio musica ripis


È armonia nelle onde marine,
nelle furiose dispute degli elementi.
Melodiosa musica, il fruscio
scorre tra i fluttuanti giunchi.

In tutto è un ordine inviolabile,
e piena consonanza è nel creato;
solo nell’illusoria libertà
ci sentiamo divisi da natura.

Di dove, come è nata la discordia?
Perché nel coro universale l’anima
non canta come il mare, e il giunco
pensante mormora, protesta?

E dalla terra alle estreme stelle
non ha risposta fino ad oggi
il clamore della voce nel deserto,
il lamento dell’anima braccata?

1865


2 commenti:

  1. madò che bella poesia! Grazie...molto emozionante.
    Posso azzardare che sembra il conflitto eterno tra le cose della terra e le cose dell'anima?
    E sti cavoli, non la risolveremo mai sta diatriba....

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    1. l'ho presa da Il giunco mormoranta della Berberova, che ti consiglio ;-)

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