martedì 26 marzo 2013

Elias Canetti e l'enigma della fede



Elias Canetti non l’ho incontrato né al liceo né all’Università. Arrivò a me per chissà quali vie traverse che ora ho dimenticato. Fu premio Nobel nel 1981 e ha scritto opere famose come Potere e sopravvivenza, Massa e potere, Auto da fé, ecc.
Per cominciare a conoscerlo scelsi, tempo fa, di leggere La provincia dell’uomo, una raccolta di scritti, di appunti e di pensieri tratti dai suoi quaderni che coprono un arco temporale che va dal 1942 al 1972. Ogni tanto, ci passo qualche felice nottata in bianco a leggerla e annoto ciò che più mi interessa.
Adoro questo tipo di libri. L’atmosfera è più rilassata rispetto alle opere sistematiche e soprattutto trovo una quantità formidabile della cosa che più amo al mondo: pensieri. Pensieri su tantissimi argomenti, di varia lunghezza e profondità.
Oggi ho deciso di postare questa riflessione sull’enigma della fede. Insieme all’enigma, la fede porta con sé un’altra parola: maledizione.
E se in realtà tutti credono il falso? Oppure ciascuno provoca il contrario di quello che crede?
Guardali, i forti fanatici che hanno potuto credere tanto da contagiare migliaia e migliaia di persone! La dottrina cristiana dell’amore e l’Inquisizione! I fondatori del regno millenario dei tedeschi: la loro dispersione, il loro smarrimento! Il bianco messia degli Aztechi nelle vesti degli spagnoli, che li distruggono. La separazione degli ebrei come popolo letto e la fine della loro separazione nelle camere a gas. La fede nel progresso: il suo compiersi nella bomba atomica.
È come se ogni fede fosse la maledizione di se stessa. Si dovrebbe partire da questo per risolvere l’enigma della fede?
Quindi, da una parte abbiamo questo enigma (maledizione) della fede che finisce per avere sempre esiti contrari al proprio intento, ma (e questo l’aggiungo io), c’è anche un altro mistero.
Posto che la fede abbia questa maledizione di ritorcersi in modo tragico e diabolico verso il “credente”, altre domande mi sorgono spontanee: perché l’uomo ha bisogno della fede in qualcosa o in qualcuno? Perché abbiamo il fardello della fede e l’impossibilità di vivere senza credere in niente e in nessuno? Perché l’uomo è costretto a forgiare credenze e a dover credere in esse?

5 commenti:

  1. L'uomo ha bisogno di trovare un senso alla sua esistenza. E' l'uomo che ha creato il Dio che ha creato l'uomo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. già, ma è quello il mistero

      perché ha bisogno di trovare un senso alla sua esistenza?

      Elimina
    2. Grande! Se un giorno, la tua mente allenata alla filosofia, riuscisse a produrre una risposta a QUESTA domanda, sei pregato di scrivere un post lungo e dettagliato al riguardo.

      (ma anche gettare lì qualche ipotesi dai)
      Attendo fiduciosa ;-)

      Elimina
    3. Ti manderò la soluzione in anteprima, contaci :)

      Elimina
  2. Io credo che credere in Dio nasce dal bisogno di essere amati incondizionatamente, rispettati e perdonati solo per il fatto di essere uomini e esseri viventi con anima annessa
    Invece siamo continuamente usati, violentati, manipolati,odiati, giudicati, ammazzati, sfruttati e sostanzialmente non amati.
    Io ho Fede perchè sapere che c'è un modo migliore di vivere mi consola e mi sprona a non fare del male e a rispettare tutti , prima di me stessa , senza egoismi.
    Colgo l'occasione, stimatissimo prof, di augurati una Buona Pasqua.

    RispondiElimina