mercoledì 22 febbraio 2012

La prostituzione dei punti esclamativi!!!

(nella foto, Stéphane Hessel da giovane durante la Rivoluzione Francese)

Correva l’anno 2010 dopo Cristo, ottobre per la precisione, quando nelle librerie fece la sua comparsa un libriccino scritto da un vecchio partigiano, Stéphane Hessel, dal titolo Indignez-vous!
Diventato un caso editoriale in Francia, l’opuscolo ha spopolato in tutto il mondo dando anche vita al movimento degli Indignados.
Il testo, tradotto in italiano col titolo di Indignatevi!, è “un pamphlet liberatorio e corrosivo dove si cerca di risvegliare nelle coscienze dei cittadini i valori tramandati dalla Resistenza, dove la voglia di giustizia e di uguaglianza, dove la società del progresso per tutti erano i sacri ideali. L’opera di Hessel serve a ricordarci che le cose che non vanno sono gli eventi di una quotidianità fatta di ingiustizie e di orrori come le guerre, le violenze, le stragi. Hessel parte da qui, per indicare a tutti quali sono i motivi per cui combattere e per cui tenere alta l’attenzione. L’indignazione è il primo passo per un vero risveglio delle coscienze, e il grido di Hessel ce lo ricorda con fermezza e convinzione”.
E fin qui tutto bene, tutto giusto. Del volumetto di Hessel vi parlerò in seguito, perché sono qui per un altro motivo.
Quello che mi dà fastidio è il sorgere di pseudointellettuali cialtroni che, spinti da una calcolata e interessata foga imitativa, sfornano titoli simili sperando di eguagliare il successo di vendite (e non solo) dell’opera originale.
In pochi mesi sono arrivati nelle librerie: Ripartiamo! Scegliete! Liberatevi! Godete! Liberiamo Babbo Natale! Giocate! E chissà quanti altri libri col punto esclamativo nel titolo usciranno ancora.
Certo, gli editori possono inventarsi tutte le cacate che vogliono. Possono dire, per esempio, che sono orgogliosi di aver creato il “pamphlet esclamativo” come nuovo genere letterario.
Possono dire che in questi tempi di crisi dei valori c’è bisogno di questi libri che esortano a interessarsi della realtà che ci circonda, di scendere in piazza ecc. Possono pure dire, addirittura, che grazie a loro sta nascendo un neo-civismo (sì, lo so. Questa parola fa vomitare anche me) che risolleverà le sorti della politica corrotta, con una nuova e consapevole partecipazione popolare.
La verità è che è solo volgare imitazione, imitazione di un libro che ha avuto successo. Mi sa tanto di pura porcata editoriale.
Io l’imitazione la concepisco solo come parodia, come ironia, come eversione.
Fossero usciti Scopate! Trucidate! Bestemmiate! Vomitate! Trincate! Impiccate! Allora sì che sarei stato d’accordo e sarei corso in libreria.
Ma sinceramente questi neo-pamphlet che non hanno nulla di comico o di eversivo, che non vogliono épater le bourgeouisécraser l’infame, li lascio a quei frosclen dei radical chic.
Se ho voglia di un pamphlet serio, scritto coi contro coglioni, vado da Lenin, non da questi culi mosci delle rivoluzioni da salotto.

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