martedì 21 febbraio 2012

Volontà di potenza. Un assaggio


Tutti, anche i profani più ignoranti in filosofia, conoscono l’espressione “volontà di potenza” coniata da Federico Nietzsche.
Ma quanti davvero hanno capito, penetrato con spirito filosofico, quella celebre espressione? Da quello che leggo in giro, quasi nessuno.
C’è chi crede che la volontà di potenza sia ammazzare chi ci sta sul cazzo, mandare nei forni crematori gli ebrei, volare sopra i grattacieli come Superman, poter mangiare 15 kg di patatine fritte al giorno senza avere problemi di colesterolo e altre cazzate del genere.
Purtroppo Nietzsche è stato banalizzato da pataccari come D’Annunzio e strumentalizzato dal regime nazisti e gentaglia varia.
Io vi consiglio di leggerlo personalmente, per fatti vostri, senza farvi influenzare da nessuno.
Questo vale per tutti i filosofi, ma per Nietzsche specialmente e poi, ve ne renderete conto, Federico non è palloso, anzi. È una pura goduria estetica e, questo, non vale affatto per tutti i filosofi.
Stasera vi dono un assaggio sulla volontà di potenza contenuto nell’opera Al di là del bene e del male.
Enjoy.

I fisiologi dovrebbero riflettere prima di stabilire l’istinto di conservazione come istinto cardinale di un essere organico. Un’entità vivente vuole soprattutto scatenare la sua forza – la vita stessa è volontà di potenza: - l’autoconservazione è soltanto una delle indirette e più frequenti conseguenze di ciò. – Insomma, in questo come in qualsiasi altro caso, guadiamoci dai princìpi teologici superflui! Così infatti vuole il metodo, che deve essere essenzialmente economia di princìpi.

2 commenti:

  1. Ti ringrazio per aver dato del "Pataccaro" a D'Annunzio. Sono commossa!
    Snuffle!

    isa

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