giovedì 21 febbraio 2013

Gibran, della libertà



E un oratore disse: Parlaci della libertà.
Ed egli rispose:
Alle porte della città e presso il focolare vi ho veduto prostrati ad adorare la vostra libertà,
Così come gli schiavi si umiliano dinanzi a un tiranno e lo lodano anche se egli li uccide.
Sì, nel boschetto del tempio e all’ombra della fortezza ho veduto i più liberi tra voi portare la loro libertà come giogo e catena.
E il mio cuore sanguinò in me; poiché liberi voi potete essere soltanto quando anche il desiderio di ricerca di libertà diventerà una bardatura per voi, e quando cesserete di parlare della libertà come di una fine e di un compimento.
Sarete davvero liberi non quando i vostri giorni saranno privi di affanni e le vostre notti saranno senza carenze e dolore,
Ma, piuttosto, quando queste cose cingeranno la vostra vita e tuttavia voi vi leverete al di sopra nudi e senza vincoli.

E come potrete elevarvi oltre le notti e i giorni vostri senza infrangere le catene che all’alba della vostra conoscenza allacciarono il vostro meriggio?
In verità, quella che chiamate libertà è la più forte di queste catene, anche se i suoi anelli vi abbagliano scintillando nel sole.

E che cos’è se non parte del vostro stesso io quel che vorreste escludere per essere liberi?
È un’ingiusta legge che vorreste abolire: ma fu scritta dalla vostra propria mano sulla vostra propria fronte.
Non potete cancellarla bruciando i vostri libri di diritto né lavando le fronti dei vostri giudici, quand’anche versaste tutto il mare su di esse.
E se è un despota che vorreste detronizzare: guardate prima se il suo trono eretto dentro di voi sia stato distrutto.
Poiché come può regnare un tiranno su uomini liberi e fieri se non per una tirannia che sia nella loro stessa libertà e per una qualche macchia che sia nella loro fierezza?
E se volete liberarvi di un affanno, quell’affanno è stato scelto da voi piuttosto che imposto a voi.
E se volete dissipare un timore, la sede di quel timore è nel vostro cuore e non nella mano di colui che v’incute timore.
In verità, tutte le cose si muovono dentro di voi come in un costante e incompiuto abbraccio, sia quelle desiderate che quelle da voi temute, quelle ripugnanti e quelle che vi attirano, quelle che perseguite e quelle da cui rifuggite.
Queste cose si muovono dentro di voi come luci ed ombre strettamente appaiate.
E quando l’ombra di si dissolve e non è più, la luce che indugia diventa un’ombra per un’altra luce.
E così la vostra libertà: nel momento in cui perde i suoi vincoli diventa essa stessa vincolo per una libertà più grande.

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