venerdì 5 aprile 2013

Un simpatico aneddoto economico



Sto leggendo l'interessantissimo libro di Alberto Bagnai, Il tramonto dell'euro. Come e perché la fine della moneta unica salverebbe democrazia e benessere in Europa, e nell'attesa di parlarne diffusamente in questo blog ho deciso di postare questo simpatico aneddoto.
Ho messo in grassetto la parte più interessante.
Fra gli economisti romani circola un divertente aneddoto, che credo veritiero, per la serietà di chi me l’ha riportato, e per il suo contenuto. Pare che nell’estate del 2011 una delegazione di economisti “critici”, “eterodossi”, insomma, “de sinistra” (per dirla alla romana) abbia cercato un abboccamento con un esponente molto in vista della sinistra di centro (di quelli che in Abruzzo chiamano i “ravanelli”, rossi fuori e bianchi dentro). Lo scopo era nobile e assolutamente tempestivo: spiegare al politico la relazione fra ingresso nell’euro e crisi, argomento che, pur essendo ancora tabù nel dibattito politico (le esternazioni di Berlusconi sarebbero seguite poco dopo), ormai non poteva più essere ignorato, visto che certe verità cominciavano comunque a trapelare, soprattutto a opera di autorevoli commentatori esteri (Krugman, Roubini, Wolf).
I colleghi vanno, parlano, spiegano come sanno e come possono, e si arriva al dunque, che poi è: “Caro esponente politico in vista, che dici, te la senti di dire certe verità ai tuoi elettori, di traghettare l’Italia fuori da questa trappola?” La risposta spiazzò i miei colleghi: “Cari professori, quello che dite mi sembra sensato, l’euro ci ha portato alla crisi, e non è certo di sinistra un sistema monetario nel quale ogni shock avverso si scarica sui lavoratori, imponendo tagli dei salari. Ma purtroppo io queste cose ai miei elettori non posso dirle, perché io sono un politico, io devo vendere un sogno”.

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