lunedì 9 gennaio 2012

Il vino dell'assassino

...com'è simile al sangue il vino rosso...non devo frequentare donne che non amino la poesia di Baudelaire...

Dopo aver appestato l'aria del blog con gentaglia del calibro di don Verzè, Berlusconi, ecc. - faccio opera di "penitenza" parlandovi del grande poeta Charles Baudelaire.
E per farlo ho deciso di omaggiarvi della poesia Il vino dell'assassino perchè così completo il post E lei venne! dove vi parlavo della splendida canzone del gruppo Il Teatro degli orrori ispirata a questo componimento baudeleriano (a proposito, questo mese esce il nuovo album).
Parond fa risalire la composizione di questa poesia a un periodo anteriore alla fine del 1843. Nel 1854 Jean-Hippolyte Tisserant (uno dei migliori attori dell'Odéon), scrisse a Baudelaire suggerendogli di trarre dalla poesia un'opera scenica; la sua tecnica dovette sembrargli molto vicina a quella teatrale. Il dramma L'ivrogne ("L'ubriaco"), si fermò, come molte opere di Charles, allo stato di progetto; la stesura del piano o "scenario" è oggetto di una lunga lettera che il poeta inviò all'attore il 28 gennaio 1854, riportata nell'edizione della Pléiade, nella sezione Théatre.
In entrambi i testi, nella poesia e nel progetto teatrale, la trama è molto simile alla storia dello studente Passereau nello Champavert di Petrus Borel. Unica, essenziale differenza, il movente del delitto: la gelosia di Passereau diventa, nella lirica di Baudelaire, un impulso oscuro, il gesto esasperato e liberatorio di una natura eccessiva, che l'alcool contribuisce a sconvolgere. Nel dramma, invece, il fattore gelosia doveva essere introdotto concretamente e avere un certo peso.
"Avrete già indovinato" scrive il poeta a Tisserant "che il nostro operaio si attaccherà con gioia al pretesto della propria gelosia sovreccitata, per nascondere a se stesso che si accanisce contro sua moglie per la sua rassegnazione, la sua dolcezza, la sua pazienza, la sua virtù. - Eppure la ama, ma il vino e la miseria hanno già alterato la sua ragione. - Inoltre, tenete presente che il pubblico dei teatri non ha familiarità con la psicologia del delitto, molto sottile, e che sarebbe stato quanto mai difficile fargli comprendere una atrocità senza pretesto."

IL VINO DELL’ASSASSINO

Mia moglie è morta, sono libero!
Posso bere finché voglio.
Quando rientravo senza un soldo
i suoi strilli mi laceravano le fibre.

Sono felice come un re;
l’aria è pura, il cielo è stupendo…
Fu in un’estate come questa
che m’innamorai di lei!

La sete orribile che mi tormenta
avrebbe bisogno, per placarsi,
di tanto vino quanto ne entra
nella sua tomba; - e non è uno scherzo,

perché l’ho buttata in un pozzo
e le ho pure ammucchiato addosso
tutte le pietre del parapetto.
- La dimenticherò, se posso!

Per quelle promesse di tenerezza
da cui niente può slegarci
e per riconciliarci
come ai bei tempi della nostra ebbrezza,

la supplicai d’incontrarci
di sera, in una strada oscura.
Lei ci venne! – pazza creatura!
Siamo tutti più o meno pazzi!

Era ancora attraente, benché
così stanca! e io, io
l’amavo troppo! Ecco perché
le dissi: Esci da questa vita!

Nessuno può capirmi. Ma chi,
fra tutti questi stupidi ubriachi
ha mai pensato nelle sue notti lascive
di poter fare del vino un sudario?

Questi crapuloni invulnerabili
come macchine di ferro,
mai, né estate né inverno,
hanno conosciuto il vero amore,

con i suoi neri incantamenti,
il suo corteo infernale di ansie,
le sue fiale di veleno, le sue lacrime,
i suoi rumori d’ossa e di catene!

- Eccomi libero e solo!
Sarò ubriaco fradicio, stasera;
allora senza paura né rimorso
mi stenderò per terra

e dormirò come un cane!
Il carro dalle ruote pesanti
carico di pietre e di fango,
il vagone infuriato potrà

schiacciarmi questa testa colpevole
o tagliarmi a metà. Me ne infischio,
io, come di Dio,
del Diavolo e della Santa Mensa!

4 commenti:

  1. Leggendo la poesia che, of course, non conoscevo ho fatto un parallelo con la novella di Poe "Il gatto nero", anche lì il vino uccideva, e malamente, e il gatto, sempre malamente, si incaricava della vendetta.
    Mah, non so perchè è scattata 'sta connessione sinaptica, certo è che il vino ( per esperienza personale ) porta verità e indole è per questo che io ubriaca non uccido ma sorrido come un'idiota, euforica e dinamica idiota.
    La gelosia invece è SEMPRE un male idiota
    Omaggi al proff

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  2. Bè, Luce, un fatto è certo.
    Baudelaire venerava Edgar Allan Poe...

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  3. Buongiorno proff.
    Non sapevo che Baudelaire amasse Edgar, e adesso capisco un po' di cose.
    Una cosa è che credo che l'arte, in tutte le sue espressioni, sembra un discorso mai interrotto, un artista segue l'altro e innova e nello stesso tempo è seguito da un altro che rinnova ancora e via così fino all'Infinito, quello famoso oltre la siepe, e questo ne è un esempio, perlomeno così a me pare.
    Buona giornata

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  4. Sì, tanto è vero che tradusse le sue opere in francese.

    Buona giornata pure a te.

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