Filosofia, Letteratura, Poesia, Storia, Arte, Capitalismo, Politica, Sesso... [Blog delle ossessioni, non delle idee. Le idee non mi piacciono perché con le idee non è mai sprofondato nessuno]
sabato 28 gennaio 2012
La verità, vi prego, sull’amore
Tell Me the Truth About Love è un libriccino che contiene dieci poesie, dieci ballate, che Auden scrisse negli anni trenta del Novecento.
"Ballata" viene dal verbo "ballare"; secondo Iosif Brodskij in una ballata, in un certo senso, tutto è danza, tutto balla e ammicca all'ascoltatore o al lettore: il tema, il significato e, più ancora, il metro. Poiché in generale ha per tema la violenza e la resa dei conti, la ballata è normalmente concisa nell'esposizione e molto perentoria nel dénouement, cioè nel suo scioglimento finale.
Il tono generale delle poesie è quello di una continua riproposizone di una sensibilità dissonante e, trattandosi di un sentimento come l'amore, non potrebbe essere altrimenti.
Chi non ha provato la demoniaca volubilità dell'amore? Chi il venerdì non ha toccato il cielo con un dito grazie ad esso per ritrovarsi il sabato come l'essere più disperato della terra? Chi non ha tripudiato di felicità convinto di aver trovato l'anima gemella per poi scoprire di aver amato un fantasma che ci abbandona tra un assordante crepitar di tuoni? Chi non ha giurato e creduto nell'amore eterno ricevendo l'aspro rimprovero del Tempo che tutto consuma e tutto sottomette alle sue leggi? Auden canta magnificamente questo ed altro e non so se sia davvero il più grande poeta inglese del Novecento, non ho la presunzione di affermare ciò ma sicuramente è un poeta da leggere.
Personalmente, la poesia che dà il titolo al volume, La verità, vi prego, sull'amore, non è la mia preferita.
Ho amato molto di più Funeral Blues che condivido con voi.
Funeral Blues
Fermate gli orologi, isolate il telefono,
fate tacere il cane con un osso succulento,
chiudete i pianoforti, e tra un rullio smorzato
portate fuori il feretro, si accostino i dolenti.
Incrocino aeroplani lamentosi lassù
e scrivano sul cielo il messaggio Lui È Morto,
allacciate nastri di crespo al collo bianco dei piccioni,
i vigili si mettano guanti di tela nera.
Lui era il mio Nord, il mio Sud, il mio Est ed Ovest,
la mia settimana di lavoro e il mio riposo la domenica,
il mio mezzodì, la mezzanotte, la mia lingua, il mio canto;
pensavo che l'amore fosse eterno: e avevo torto.
Non servon più le stelle: spegnetele anche tutte;
imballate la luna, smontate pure il sole;
svuotatemi l'oceano e sradicate il bosco;
perché ormai più nulla mi può giovare.
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Uh questa la conoscevo! Era in 4 matrimoni e un funerale! ;)
RispondiEliminaSì, mannaggia...sto film mi pare di quelli che piacciono a me, ma ancora non l'ho visto.
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