Anni fa, quando ero uno studente della facoltà di Storia, odiavo la Storia Medievale.
Condividevo con altri ragazzi la passione smodata per il Novecento e la gran voglia di sapere cos'era successo dagli anni '60 in poi. Non ce ne fregava una ceppa manco delle due Guerre mondiali, volevamo la contemporaneità. Facevo anche parte di un gruppetto che approfondiva la Questione Meridionale, ma questo è un altro discorso.
Col passare del tempo, però, devo ammettere che la Storia Medievale mi ha conquistato per la semplice ragione che tutto (o quasi) quello che siamo e che c'è oggi nasce lì.
L'arrivo di nuovi popoli, i franchi e i teutoni; la formazione di Stati nazionali come Francia e Germania, la frattura politica che taglia in due l'Italia assoggettata da vari popoli (fenomeno che durerà secoli), la chiamata da parte dei signorotti locali di re e imperatori stranieri. Il sistema feudale e la servitù della gleba. Il cristianesimo che proprio nei secoli medievali arriva in Europa e si afferma come religione delle masse e soprattutto dei potenti. Il papa, lo Stato della Chiesa. La nascita dei comuni, lo scontro con l'Islam. Questi e altri fatti storici sorgono tutti nei secoli medievali.
Certo per alcuni aspetti il medioevo continua a starmi sul cazzo. La filosofia medievale, per esempio, è terribile così schiava dei preti e delle scemenze teologiche.
Nel medioevo, e concludo, si affermò la visione della società divisa in tre grandi classi.
Quelli che pregavano per la salvezza dell'anima di tutti (oratores), quelli che combattevano per difendere sè e gli altri (bellatores) e quelli che lavoravano per il bene della comunità (laboratores).
In pratica quelli che non fanno un cazzo, quelli che cacano il cazzo e quelli che si fanno il mazzo.
Una divisione, mi pare, valida ancora oggi.
Concordo, professore.
RispondiElimina