martedì 17 gennaio 2012

Le passanti


Per chi, come me, cammina spesso a piedi da solo – le passanti sono le figure principali di tutta la cosmologia terrestre tipica del flâneur.
A noi passeggiatori infaticabili e solitari non frega granché dei palazzi, dei negozi, di qualsiasi edificio. E non frega neanche dei passanti; quella è gente anonima di cui non ricordi né volto, né altro.
A volte ci si ferma al sole, a volte si guarda il mare e non voglio disprezzare questi amici della natura. Solo che spesso, molto spesso, essi sono solo paesaggio.
Le passanti sono donne che si incontrano per caso, di cui incrociamo lo sguardo per un attimo soltanto e che, per chi sa quale mistero, ci colpiscono, ci rimangono dentro.
È una cosa affascinante, non è un fenomeno frequente, al contrario, però quando capita è qualcosa che mi spinge alla riflessione e che non dimentico.
Otto nove anni fa, mentre tornavo da Napoli, vidi una ragazza sul marciapiede. Giovane, forse slava, la guardai e i nostri occhi si incontrarono per non più di qualche secondo. Eppure a me sembrò che il tempo si fermasse, a me quello sguardo m’è rimasto dentro e lo ricordo perfettamente. Uno sguardo infinito, il tempo dilatato, e ricevere un’intensità sconvolgente, un’espressione di una malinconica bellezza e soprattutto, in quegli occhi, un’affinità che mi diede i brividi.
Tante volte mi sono pentito di non essermi avvicinato a quella ragazza. Forse lei sapeva delle cose su di me che io stesso ignoro, forse c’eravamo incontrati in un’altra vita, forse lei era la mia metà che disperatamente mi cercava, forse ebbi timore perché era una prostituta…chissà che fine ha fatto… Spero che se la sia cavata in qualche modo e sogno che sia riuscita a fuggire da quella vita…
Ora vado ad ascoltare la splendida canzone di Fabrizio De André intitolata, appunto, Le passanti.
Io, intanto, posto qui il testo perché ho tanta voglia di includere Le Passanti di Faber nelle poesie che amo di più e non me ne frega un cazzo se sia la libera interpretazione di una poesia francese.

LE PASSANTI

Io dedico questa canzone
ad ogni donna pensata come amore
in un attimo di libertà
a quella conosciuta appena
non c'era tempo e valeva la pena
di perderci un secolo in più.

A quella quasi da immaginare
tanto di fretta l'hai vista passare
dal balcone a un segreto più in là
e ti piace ricordarne il sorriso
che non ti ha fatto e che tu le hai deciso
in un vuoto di felicità.

Alla compagna di viaggio
i suoi occhi il più bel paesaggio
fan sembrare più corto il cammino
e magari sei l'unico a capirla
e la fai scendere senza seguirla
senza averle sfiorato la mano.

A quelle che sono già prese
e che vivendo delle ore deluse
con un uomo ormai troppo cambiato
ti hanno lasciato, inutile pazzia,
vedere il fondo della malinconia
di un avvenire disperato.

Immagini care per qualche istante
sarete presto una folla distante
scavalcate da un ricordo più vicino
per poco che la felicità ritorni
è molto raro che ci si ricordi
degli episodi del cammino.

Ma se la vita smette di aiutarti
è più difficile dimenticarti
di quelle felicità intraviste
dei baci che non si è osato dare
delle occasioni lasciate ad aspettare
degli occhi mai più rivisti.

Allora nei momenti di solitudine
quando il rimpianto diventa abitudine,
una maniera di viversi insieme,
si piangono le labbra assenti
di tutte le belle passanti
che non siamo riusciti a trattenere.

3 commenti:

  1. Quanto è bella..

    "a quella conosciuta appena
    non c'era tempo e valeva la pena
    di perderci un secolo in più".

    La canzone dei dolci rimpianti

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  2. Anche io cammino molto e mi affasciano le persone. Tutte.
    Mentre le guardo ceco di intuire la loro vita o il loro sentimento in quell'attimo che il mio sguardo incontra il loro. Il più delle volte mi guardano male e interrogativamente, nessuno si abbandona ad un attimo di condivisione, siamo diventati dei guerrieri pronti a difendersi, si vede solo malizia in certi occhi, io invece guardo per imparare e qualche volta per sognare.
    De Andrè lo conosco poco, lontano dalle mie corde, ma ne apprezzo quella poesia di semplici parole di anima piena di cose da dire e da spiegarsi.
    Shopenauer amava camminare e non si sentiva mai solo tra la gente , io spero di rimanere così, anche se non sono alla sua altezza (sono solo 1.60 e tanta ancra voglia di crescere :-) )
    Ossequi all'osservatore di sguardi di donne, insomma un eroe masochista! :-) a volte non ci capiamo neanche noi! :-)

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