(senza ego cogito, non sei nessuno)
Oggi e domani dedico due post ai giovani filosofi. Il primo, che è questo, è di ordine puramente teorico; domani, invece, il post sarà essenzialmente pratico perché ricordate: la filosofia si pensa e si fa. Teoria e pragma. Sempre.
Per diventare dei Filosofi Accademici del III Millennio, dovete innanzitutto fare a brandelli il soggetto trascendentale. È un qualcosa di obbligatorio se volete porvi in scia con la tendenza filosofica fondamentale del nostro tempo.
Secoli fa avreste dovuto dimostrare l’esistenza di Dio; oggi dovete espungere il soggetto trascendentale dall’orizzonte filosofico.
Per far questo dovete, ovviamente, conoscere meglio possibile le tappe più importanti della storia della filosofia. Senza storia della filosofia, non andrete mai da nessuna parte. Faccio un breve sunto.
L’età moderna filosofica si apriva con l’ego cogito, posto da Cartesio a fondamento della conoscenza certa e si chiudeva con l’Io penso di Kant.
Quindi, anche se considerate Cartesio un leccaculo e Kant un professore rompi coglioni dovete studiarne il pensiero e possederne i concetti fondamentali.
Dopo aver letto e riletto le opere principali di questi due pensatori (condizione fondamentale per diventare Filosofi Accademici del III Millennio), dovrete affrontare il pensiero contemporaneo che ha invece consumato e poi definitivamente sancito il divorzio tra il trascendentale (gli a priori che rendono possibile l’esperienza) e la soggettività.
Per fare ciò, il vostro punto di riferimento, il vostro nume tutelare sarà Hegel.
Con Hegel gli a priori si trovano sbalzati fuori dal soggetto e gettati nel tumultuoso divenire: non più assimilabili a delle categorie pure, fissate nella nostra mente, le condizioni dell’esperienza sono invece determinate dalla storia nel suo mutevole cammino. Dopo Hegel l’a priori è dislocato sistematicamente altrove dalla coscienza soggettiva.
Per dimostrare la costanza e la realtà di questo “dislocamento” prenderò ad esempio tre dei più famosi pensatori post hegeliani.
Marx dislocò l’a priori nei rapporti socio-economici, Nietzsche in un gioco di cieche forze, Freud nei meccanismi dell’inconscio.
Trovare la vostra dimensione dell’a priori sarà un lavoro che toccherà a voi fare e che dipenderà dalla sensibilità filosofica propria ad ognuno di voi.
Quello che io posso darvi è un esempio, un modello col quale potrete confrontarvi e cioè il giovane Sartre alle prese col mostro sacro Husserl.
Ed è questa la parte pratica che affronteremo domani.
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