mercoledì 13 luglio 2011

La vera storia di Gesù cristo

E che adesso la religione cattolica romana la smetta di cagarci il cazzo con il cristo;
che installi o non installi quanto le pare culti salariati come quello di Lourdes con delle elegantone che si sa benissimo per esempio quanto hanno pagato il rosario d’oro e in quale bottega di oggetti e di “montature” pie dei dintorni di Saint-Sulpice a Parigi è stato confezionato;
è un problema che andrà regolato anch’esso a suo tempo
e altrove…
Chi è Antonin Artaud?
È un attore che ha recitato ne La passione di Giovanna d'Arco di Dreyer; è il viaggiatore che ha abbandonato l’Europa per andarsene al paese dei Tarahumara; è quello che ha sfanculato i succubi e vissuto inenarrabili supplizi; è quello che ha trasformato il teatro evidenziando il problema del doppio; è quello che ci ha parlato di Eliogabalo o l’anarchico incoronato; è quello che ha suicidato la società che aveva suicidato van Gogh; è quello dei tric trac del cielo; è il Pesa-nervi; è il cencioso del palcoscenico; è quello che ha donato alla filosofia il Corpo Senza Organi; è l’artista che ha disegnato i 50 modi per assassinare la magia; è quello che quando parlava d’arte parlava anche della morte; è quello che ha scritto una lettera per gli analfabeti; è quello che ha i limbi nell’ombelico…e altro, molto altro ancora.
Nel 1947, all’estremità della sua vita, Antonin pensa di realizzare una serie di opuscoli anticristiani e antireligiosi. Purtroppo non poté portare a termine il suo progetto e quel che ci rimane è un libriccino di venti pagine dove il tono è dissacrante, beffardo, ironico e senza freni. Perché Antonin era così, sfavillante, accecante e senza paura di esprimersi.
Ma non si tratta solo di una beffarda “ricostruzione” della vita di Gesù o della semplice blasfemia di cui sono capaci i porci.
Il pamphlet di Antonin tende ad essere una rivolta antireligiosa e, soprattutto, antirituale. La storia che qui poeticamente Artaud ci narra, non è un semplice dileggiamento del cristo, ma piuttosto la demolizione della mitologia pseudostorica e idolatra. È innanzitutto un’opera di igiene mentale.
E c’è ancora una cosa che i contemporanei del suddetto Gesù cristo avrebbero potuto dire e fare se li si fosse interrogati,
cioè precisare pubblicamente la semplice etimologia grammaticale del suo nome.

Infatti coloro che hanno costruito il mito non si sono soltanto strabattuti del popolo ingannandolo scientemente e dichiaratamente su tutti i fatti e su tutti i punti,
ma inoltre hanno contato sulla sua insondabile ed irrimediabile ignoranza
sia riguardo alla storia
che alla mitologia,
alla mistica,
alla psicurgia,
alla taumaturgia
e più banalmente ancora alla grammatica ed all’etimologia;
Ge-sù – cristo
è una parola che ha l’aria di avere una faccia e di essere un nome.
E chi dice
Cristo
Oggi
Se ne gargarizza sino all’ultima fibra della gola e s’immagina di aver detto tutto.

Ma se 2 mila anni fa cristo era il grido ordinario degli asinari, dei conducenti di somari e di asini selvatici.
La specie di sputata imprecazione con cui un conducente di bestie tirava la bestia per il suo collare;
la specie di AFFANCULO con cui si allontanava il maleficio;
ed era anche e più trivialmente ancora il nome di una flatulenza di cattiva qualità.
Chi aveva scoreggiato bene aveva fatto cristo 100 volte,
si diceva in quell’epoca fra i conducenti di asini,
perché cristo in uno dei gerghi
in uso in quei tempi
voleva dire semplicemente asino,

cosa che non conferisce alcun titolo di merito da resuscitarsi
una, due o 3 volte
perché se c’è il mito
da un lato,
dall’altro ci sono i fatti e la storia;
e chi vuol seguire soltanto i fatti senza distaccarsene un attimo per tramare o mistificare si vede obbligato a riconoscere
la più untuosa storia di ricchioni
da una parte,
dall’altra
la più sinistra e sconcia faccenda di sodomia,
di psicurgia oscena e di magia nera
che la Storia
abbia mai dovuto registrare.
Cristo è il nome dell’asino
Ma è anche quello del peto dell’asino
Ed anche su questo piano Gesù cristo aveva un ordine distintivo particolare,
cioè che tutta la sua famiglia era cristo come lui,
e come lui apparteneva ad una certa semenza di esseri
che non sono scomparsi dalla terra,
neppure oggi,
e che, nell’uomo,
hanno saputo,
per razza
e ancestralmente,
conservare
con un certo metodo particolare
ed appropriato,
conservare,
dico,
nell’uomo,
le proprietà
e le facoltà
dell’animale.

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