Sono troppo contento che dopo secoli e secoli di buio e di indifferenza, sia riuscito a farmi prendere e coinvolgere da un film! Per di più erano le 3 di notte e nonostante l’ora tarda non mi sono né addormentato né sono riuscito a staccarmi dal video.
Il merito è de La vita sognata degli angeli di Erick Zonca.
Sarà perché questo è un film che ha tutti gli ingredienti giusti per piacermi: niente belloni hollywoodiani, niente cazzate fantascientifiche o catastrofismi, una storia di persone normali, attrici acqua e sapone; insomma è un film “realista”.
Non sto qui a descrivere la trama o a fare chissà quale recensione da espertone cinematografico, chissenefrega – ste cose le trovate già in giro.
Io, invece, voglio parlare di Marie (Natacha Regniér). È per lei che ho amato questo film.
Marie è una ragazza fragile, con alle spalle una famiglia disastrata. Marie con lo sguardo spaventato, Marie che è stanca di lavori di merda, Marie che quando sorride si illumina il mondo intero…
Soprattutto Marie che si innamora di uno stronzo. È commovente vedere Marie felice insieme a lui ed è infinitamente triste vedere come viene trattata. Un amore tossico e infelice per la piccola Marie. E quel pezzo di merda non ha neanche il coraggio di lasciarla di persona…
Sarà perché Marie mi ricorda una ragazza a cui voglio molto bene, ma mi è entrata nel cuore e con lei il film. Ti vien voglia di proteggerla, speri che riesca a salvarsi, che torni dal ragazzo un po’ goffo e grasso che le vuole bene sul serio. Purtroppo però, quelle come Marie non si salvano; sono angeli e questo mondo infame non è fatto per loro.
Solo un’annotazione sul finale.
Io l’ho trovato perfetto, articolato in quattro punti messi in sequenza: un colpo al cuore, una sorpresa, un amaro destino e un barlume di speranza.
Mi sono innamorato di Marie, ecco tutto.
Grazie per il consiglio... penso di averla trovata in francese, addirittura...
RispondiEliminaprego, spero ti piaccia...altrimenti mi sentirò in colpa
RispondiElimina(non è vero, ma facciamo finta)
non è vero, ho visto un film in cui li facevano fuori tutti mentre erano in cesso :)
RispondiEliminae sarebbe?? :D
RispondiEliminanon mi ricordo il titolo ma credo di averne visto più di uno, del genere gangster/mafia/azione GIURO!:)
RispondiEliminaFilm molto duro e ahimé molto attuale considerata la precarietà lavorativa. Precarietà che si riverbera negli affetti e più in generale nei vari aspetti dell'esistenza. Marie è contrapposta a Isa certamente, fragile nella sua ansia aggressiva e chiusa all'altro, al "tu"...salvo poi concedersi a colui che dovrebbe garantirle la "svolta" in un'esistenza cupa con già le avvisaglie di un latente istinto autodistruttivo. Marie è patetica nel vero senso etimologico del termine..non si accetta e lo dimostrerà nell'epilogo tanto tragico quanto silenzioso.
RispondiEliminaIn fondo Marie non possiede gli strumenti adatti (a differenza di Isa) per affrontare una vita già "storta" e quasi priva di sbocchi significativi, anche lavorativi. Cova la sua rabbia, rifiuta le alternative (poche e mediocri ma pur sempre "altro" dal piatto grigiore vissuto come sarta sottopagata) e, in fondo, rifiuta sé stessa. Non si ama.
Marie ti entra nella pelle come una lama sottile, ne percepisci la sofferenza rabbiosa. E ne provi compassione, troppa..
Giorgio