giovedì 27 ottobre 2011

san Paolo, un viaggio nelle perle delle Lettere


Saulo nasce verso il principio del secolo a Tarso, capitale della Cilicia in Asia Minore, piccola città aperta alle influenze culturali e agli scambi commerciali tra l’Oriente e l’Occidente. La sua è una famiglia di giudei della diaspora, appartenenti alla tribù di Beniamino, attaccati alla stretta osservanza della religione dei loro padri. Non rifiutano tuttavia ogni contatto con la vita e la cultura dell’impero; infatti hanno acquistato la cittadinanza romana e costituiscono a questo titolo la famiglia dei Pauli.
Verso il 36-37, un fatto misterioso (?) cambia da un giorno all’altro il corso della sua esistenza.
Il persecutore dei cristiani diventa il più ardente missionario del Vangelo. [Quindi, a ben guardare, non cambierà molto – resterà pur sempre un rompicoglioni]
Il Nuovo Testamento raccoglie quattordici Lettere di Paolo; per ora ho letto le prime tre: le due ai Tessalonicesi e la Prima Lettera ai Corinzi.
Non mi sono avvicinato a Paolo né da credente, né da teologo, ma da Ingestibile, cioè con la leggerezza di chi vuol farsi due risate leggendo i passi più “strani”. Vi dono il mio personale Paolo best of.

Cominciamo salutando con affetto gli ebrei.
Voi, infatti, fratelli, siete diventati imitatori delle Chiese di Dio in Gesù Cristo, che sono nella Giudea, perché avete sofferto anche voi da parte dei vostri connazionali come loro da parte dei giudei, i quali hanno perfino messo a morte il Signore Gesù e i profeti e hanno perseguitato anche noi; essi non piacciono a Dio e sono nemici di tutti gli uomini, impedendo a noi di predicare ai pagani perché possano essere salvati. In tal modo essi colmano la misura dei loro peccati! Ma ormai l’ira è arrivata al colmo sul loro capo. (1 Tess. 2, 14-16)
Qui, per esempio, sto dalla parte dei pagani e mi chiedo: perché Paolo se non vuole scopare e godere del corpo non si fa i cazzi suoi? Perché invece di un pensiero liberatore, allegro e sano nei confronti del corpo, s’è affermato il castrante, brutto e triste pensiero di Paolo? Perché il sesso è visto come impurità?
Perché questa è la volontà di Dio, la vostra santificazione: che vi asteniate dall’impudicizia, che ciascuno sappia mantenere il proprio corpo con santità e rispetto, non come oggetto di passioni e libidine, come i pagani che non conoscono Dio; che nessuno offenda e inganni in questa materia il proprio fratello, perché il Signore è vindice di tutte queste cose, come già vi abbiamo detto e attestato. Dio non ci ha chiamati all’impurità, ma alla santificazione. Perciò chi disprezza queste norme non disprezza un uomo, ma Dio stesso, che vi dona il suo Santo Spirito. (1 Tess. 4, 3-8)
In questo passo Paolo ci dà un’anteprima di quelli che saranno gli eroi della Marvel e del futuro che ci attende dopo la morte. Il bello è che dice pure “confortatevi”. Ma chi ha bisogno di questo conforto? Quale mente può accontentarsi di questo conforto?
Non vogliamo poi lasciarvi nell’ignoranza, fratelli, circa quelli che sono morti, perché non continuiate ad affliggervi come gli altri che non hanno speranza. Noi crediamo infatti che Gesù è morto e risuscitato; così anche quelli che sono morti, Dio li radunerà per mezzo di Gesù insieme con lui. Questo vi diciamo sulla parola del Signore: noi che viviamo e saremo ancora in vita per la venuta del Signore, non avremo alcun vantaggio su quelli che sono morti. Poiché il Signore stesso, a un ordine, alla voce dell’arcangelo e al suono della tromba di Dio, discenderà dal cielo. E prima risorgeranno i morti in Cristo; quindi noi, i vivi, i superstiti, saremo rapiti insieme con loro tra le nubi, per andare incontro al Signore nell’aria, e così saremo sempre con il Signore. Confortatevi dunque a vicenda con queste parole. (1 Tess. 4, 13-18)
Anche nella Seconda Lettera ai Tessalonicesi c’è un versetto che parla ancora del Dio vendicatore. Questa teoria mi è stata esposta giorni fa pure da un testimone di Geova.
È proprio della giustizia di Dio rendere afflizione a quelli che vi affliggono e a voi, che ora siete afflitti, sollievo insieme a noi, quando si manifesterà il Signore Gesù dal cielo con gli angeli della sua potenza in fuoco ardente, a far vendetta di quanti non conoscono Dio e non obbediscono al vangelo del Signore nostro Gesù. Costoro saranno castigati con una rovina eterna, lontano dalla faccia del Signore e dalla gloria della sua potenza, quando egli verrà per essere glorificato nei suoi santi es essere riconosciuto mirabile in tutti quelli che avranno creduto, perché è stata creduta la nostra testimonianza in mezzo a voi. Questo accadrà, quel giorno. (2 Tess. 1, 6-10)
Qui ho trovato il passo che parla dell’anticristo (l’uomo iniquo, il figlio della perdizione) e della storia dell’antipapa, cioè di Satana che salirà al soglio pontificio.
Prima infatti dovrà avvenire l’apostasia e dovrà esser rivelato l’uomo iniquo, il figlio della perdizione, colui che si contrappone e s’innalza sopra ogni essere che viene detto Dio o è oggetto di culto, fino a sedere nel tempio di Dio, additando se stesso come Dio. (2 Tess. 2, 3-4)
La Prima Lettera ai Corinzi è molto lunga e piena di argomenti interessanti.
Il passo che segue mi ha ricordato l’esame di Filosofia Morale che sostenni all’Università. L’esame si basava (tra le altre cose) sulla frase di Paolo: la sapienza di questo mondo è stoltezza davanti a Dio. Il mio professore era di religione ebraica e un osso duro. Dovetti faticare non poco per prendermi l’esame, ma alla fine le mie argomentazioni lo convinsero tanto è vero che presi 28.
Nessuno si illuda! Se qualcuno tra voi si crede un sapiente in questo mondo, si faccia stolto per diventare sapiente; perché la sapienza di questo mondo è stoltezza davanti a Dio. (1 Cor. 3, 18-19)
Guardate Paolo come fa lo sguarrone, con la storia del bastone pare Chuck Norris!
Come se io non dovessi più venire da voi, alcuni hanno preso a gonfiarsi d’orgoglio. Ma verrò presto, se piacerà al Signore, e mi renderò conto allora non già delle parole di quelli, gonfi d’orgoglio, ma di ciò che veramente sanno fare, perché il regno di Dio non consiste in parole, ma in potenza. Che volete? Debbo venire a voi con il bastone, o con amore e con spirito di dolcezza? (1 Cor. 4, 18-21)
Qui ho capito perché la Chiesa è contro i gay pride, anche se io non condivido ‘sta condanna contro gli effeminati, né soprattutto contro i sodomiti. I sodomiti non sono solo quelli che praticano il sesso anale. Sodomia è un concetto molto ampio, che include anche chi fa sesso solo per il piacere di farlo senza pensare per forza alla procreazione. Dimenticavo, io salverei pure i miei cari amici ubriaconi.
Non illudetevi: né immorali, né idolatri, né adulteri, né effeminati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriaconi, né maldicenti, né rapaci erediteranno il regno di Dio. (1 Cor. 6, 9-10)
Paolo è contrario pure alla nobile arte della prostituzione…
Non sapete che i vostri corpi sono membra di Cristo? Prenderò dunque le membra di Cristo e ne farò membra di una prostituta? Non sia mai! O non sapete voi che chi si unisce alla prostituta forma con essa un corpo solo? I due saranno, è detto, un corpo solo. Ma chi si unisce al Signore forma con lui un solo spirito. Fuggite la fornicazione! Qualsiasi peccato l’uomo commetta, è fuori del suo corpo; ma chi si dà all’impudicizia, pecca contro il proprio corpo. (1 Cor. 6, 15-18)
Insomma le donne sarebbe meglio evitarle, ma se proprio non ce la fate a non scopare almeno sposatevi!
Quanto poi alle cose di cui mi avete scritto, è cosa buona per l’uomo non toccare donna, tuttavia, per il pericolo dell’incontinenza, ciascuno abbia la propria moglie e ogni donna il proprio marito. (1 Cor. 7, 1-2)
Paolo è uno zitellone e vorrebbe che tutti fossero come lui. Non è una pretesa idiota?
Vorrei che tutti fossero come me; ma ciascuno ha il proprio dono da Dio, chi in un modo, chi in un altro. Ai non sposati e alle vedove dico: è cosa buona per loro rimanere come sono io; ma se non sanno vivere in continenza, si sposino; è meglio sposarsi che ardere. (1 Cor. 7, 7-9)
Guardate Paolo come è gentile, ci mette in guardia dal matrimonio… (e non ha neanche tutti i torti)
Ti trovi legato a una donna? Non cercare di scioglierti. Sei libero da donna? Non andare a cercarla. Però se ti sposi non fai peccato; e se la giovane prende marito, non fa peccato. Tuttavia costoro avranno tribolazioni nella carne, e io vorrei risparmiarvele. (1 Cor. 7, 27-28)
Ecco il motivo per cui Paolo è contrario ai matrimoni e alle coppie.
Io vorrei vedervi senza preoccupazioni: chi non è sposato si preoccupa delle cose del Signore, come possa piacere al Signore; chi è sposato invece si preoccupa delle cose del mondo, come possa piacere alla moglie, e si trova diviso! Così la donna non sposata, come la vergine, si preoccupa delle cose del Signore, per essere santa nel corpo e nello spirito; la donna sposata invece si preoccupa delle cose del mondo, come possa piacere al marito. (1 Cor. 7, 32-34)
Concludendo?
In conclusione, colui che sposa la sua vergine fa bene e chi non la sposa fa meglio. (1 Cor. 7, 38)
Paolo ha le idee molto chiare per quanto riguardo la gerarchia. Peccato non sappia, lui, l’illuminato dal Signore, che la donna comanda tutto e tutti...
Voglio però che sappiate che di ogni uomo il capo è Cristo, e capo della donna è l’uomo, e capo di Cristo è Dio. (1 Cor. 11, 3)
Paolo, con una dialettica di ferro, ci mostra come partendo dai capelli della donna si possa arrivare all’inferiorità della donna. Questo passo mi ha ricordato Sinead O’Connor quando strappò sul palco la foto del papa. Se vi ricordate aveva i capelli rasati. In seguito Sinead s’è stronziata, ma questa è un’altra storia.
Ogni uomo che prega o profetizza con il capo coperto, manca di riguardo al proprio capo. Ma ogni donna che prega o profetizza senza velo sul capo, manca di riguardo al proprio capo, poiché è lo stesso che se fosse rasata. Se dunque una donna non vuol mettersi il velo, si tagli anche i capelli! Ma se è vergogna per una donna tagliarsi i capelli o radersi, allora si copra. L’uomo non deve coprirsi il capo, poiché egli è immagine e gloria di Dio; la donna invece è gloria dell’uomo. E infatti non l’uomo deriva dalla donna, ma la donna dall’uomo: né l’uomo fu creato per la donna, ma la donna per l’uomo. Per questo la donna deve portare sul capo un segno della sua dipendenza a motivo degli angeli. (1 Cor. 11, 4-10)
Paolo ritorna sui capelli, si vede che gli piacevano le donne coi capelli lunghi. (in questo siamo simili)
Giudicate voi stessi: è conveniente che una donna faccia preghiera a Dio col capo scoperto? Non è forse la natura stessa a insegnarci che è indecoroso per l’uomo lasciarsi crescere i capelli, mentre è una gloria per la donna lasciarseli crescere? La chioma le è stata data a guisa di velo. (1 Cor. 11, 13-15)
Concludiamo questo primo viaggio nelle Lettere di Paolo con questa perla che son sicuro piacerà molto alle donne.
Come in tutte le comunità dei fedeli, le donne nelle assemblee tacciano perché non è loro permesso parlare; stiano invece sottomesse, come dice anche la legge. Se vogliono imparare qualche cosa, interroghino a casa i loro mariti, perché è sconveniente per una donna parlare in assemblea. (1 Cor. 14, 34-35)

2 commenti:

  1. Complimenti, un lavoro pregevole.
    Sono sinceramente ammirata e non sto scherzando.
    Io del cristianesimo mi sa che alla fine salvo solo la legge della reciprocità, che era anche di Confucio, la parabola del figlio prodigo e la storia della Maddalena, più le frasi di quel Cristo quando era in croce.
    Il resto anche contestualizzato fa male.
    E ci meravigliamo dei terroristi islamici?
    Grazie della lezione.
    Un caro e referente saluto

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  2. ma no, Luce che lezione :)
    era un modo per smitizzare e ghignare un po'.

    mi piace la leggerezza :D

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