giovedì 20 ottobre 2011

Shining


Io adoro Kubrick, voglio premetterlo e Shining è un film eccezionale, ormai un classico del cinema.
Ok, la storia è costruita bene anche perché si basa sul romanzo omonimo di quell’altro grande che è Stephen King.
La colonna sonora aumenta la qualità del film, grazie soprattutto alle musiche di Berlioz, Ligety e Bèla Bartòk.
C’è tensione, scene memorabili, un Jack Nicholson semplicemente perfetto, insomma un film gioiellino perché contiene tutti gli ingredienti giusti.
Può dare pure vari spunti di riflessione a qualcuno con domande del tipo: cos’è che fa impazzire Jack? La condizione di estrema solitudine che deve affrontare per il lavoro? La moglie e il figlio, insomma la sua famiglia? Oppure perché non riesce a scrivere il suo romanzo e la frustrazione dello scrittore fallito si tramuta in follia? Sinceramente che impazzisca a causa dell’albergo stregato infestato da spiriti maligni non mi interessa molto.
Può pure essere un’occasione per riflettere sull’ambiguità congenita dei film di Stanley, sui suoi film che viaggiano a una velocità ermeneutica diacronica e liminale.
Sticazzi.
Io sono rimasto in dubbio su due cose e ci sto pensando da stamattina.
Chi apre la porta a Jack quando questi è chiuso a chiave nella dispensa? (ce lo aveva chiuso la moglie)
Cosa ci fa Jack in una foto degli anni Venti e cosa significa questa foto che si vede nell’inquadratura finale?
Aspetto ipotesi.

Ora ho una gran voglia di confrontarlo con il libro di King. Chissà…

2 commenti:

  1. Io ho letto il libro ed è diverso, sia nelle armi usate da Jack sia nei poteri del piccolo shining, negro compreso, e il finale è completamente diverso.
    Nel libro quello che si capisce è che il Maligno, le energie negative maligne dell'hotel, si remificano in un animo già fertile, frustrato, violento e inquieto come quello di Jack e degli altri assassini, anche se nel finale...ma non te lo dico! :-)
    Il libro vale la pena leggerlo e tenerlo nella biblioteca personale
    Kubrick secondo me in realtà analizza il nostro lato oscuro che se prende il sopravvento non tiene conto nè di affetti nè di limiti, è l'esaltazione dell'egoismo malato ad empatia zero, è il buio dentro di noi.
    Un caro saluto

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  2. Ammazza Luce, grazie per il bellissimo commento.
    Per il libro di King...ci penserò...

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