Filosofia, Letteratura, Poesia, Storia, Arte, Capitalismo, Politica, Sesso... [Blog delle ossessioni, non delle idee. Le idee non mi piacciono perché con le idee non è mai sprofondato nessuno]
domenica 4 dicembre 2011
Eutanasia: un confronto a distanza con Marco Travaglio
Innanzitutto sono contento perché, almeno per una volta, non sono d’accordo con Marco Travaglio.
Porca vacca, almeno una volta su dieci si dev’essere in disaccordo con la persona che stimi altrimenti vuol dire che non hai cervello e stai supino a quello che dice l’altro. Come scriveva Nietzsche “si ripaga male il proprio maestro, se si rimane sempre scolari”.
Stima infinita per Marco, ma quello che scrive sull’eutanasia non mi piace.
Travaglio dice che lui è credente, ma che le convinzioni religiose le tiene per sé e che parla da laico.
Primo disaccordo. Io non sono credente e non mi piace la parola laico che per assonanza è troppo vicina a laido.
Travaglio poi contesta la scelta di Lucio Magri di aspettare la telefonata da Zurigo in compagnia di amici e bicchierini d’alcol. Altro disaccordo. Sinceramente a me piace la visione greca/romana, o anche quella dei paesi anglosassoni, dove il funerale è visto come una specie di festa mesta, dove si beve e si brinda al defunto. I nostri funerali sono solo una grandissima rottura di palle. Diciamolo.
Travaglio si propone di affrontare la questione dell’eutanasia da quattro punti di vista: logico, giuridico, deontologico e pratico.
Dal punto di vista logico Travaglio scrive: “chi sostiene il diritto al “suicidio assistito” afferma che ciascuno di noi è il solo padrone della sua vita. Ammettiamo pure che sia così: ma proprio per questo chi vuole sopprimere la “sua” vita deve farlo da solo; se ne incarica un altro, la vita non è più sua, ma di quell’altro. Dunque, se vuole farla finita, deve pensarci da sé”. A me, quest’argomento logico, mi pare veramente poco logico. Cioè per quale motivo sarebbe il suicidio la soluzione? Non mi convince.
Dal punto di vista giuridico Travaglio ricorda l’articolo 575 del Codice penale, che punisce con la reclusione da 21 anni all’ergastolo “chiunque cagiona la morte di un uomo”. Fa poi degli strani esempi di killer, di boia, ecc. che mi lasciano perplesso. Sono esempi che non calzano, così come il discorso. Se vuoi parlare dell’eutanasia dal punto di vista giuridico, dovresti discutere le legislazioni nei paesi in cui l’eutanasia è legale (stranamente paesi molto civili), proporre norme, codici di comportamento. Ma Travaglio non fa niente di tutto ciò.
Dal punto di vista deontologico, Travaglio cita il giuramento d’Ippocrate, ma non si sofferma su un’espressione che io metterò in grassetto: “Giuro di…perseguire la difesa della vita, la tutela della salute fisica e psichica dell’uomo e il sollievo della sofferenza, cui ispirerò con responsabilità e costante impegno scientifico, culturale e sociale, ogni mio atto professionale…”. Non lo cito tutto, ma secondo me Travaglio non dà l’importanza che merita l’espressione “alleviare la sofferenza”. Anche questo è il compito del medico, ricordiamolo. Travaglio poi insiste con il fatto che non puoi chiedere aiuto al medico, ma che devi suicidarti da solo. O, al limite, devi assoldare un killer. Discorso che sbarella parecchio, a mio parere. Come può essere ragionevole un ragionamento che privilegia il suicidio o che preferisce assoldare un killer invece che rivolgersi a un medico?
Concludiamo con il punto di vista pratico. Qui Travaglio fa un classico discorso all’italiana che personalmente mi fa incazzare parecchio. Il suicidio assistito non si potrebbe legalizzare perché sarebbero possibili un sacco di nefandezze. Omicidi per intascare un’eredità, infermieri e medici che ammazzano per il gusto di farlo dicendo che l’aveva chiesto il paziente, ecc. ma che è sto modo di ragionare? Cioè non legiferiamo perché si sa già che fatta la legge trovata l’inganno? Che stronzata tutta italiana. L’impegno dev’essere sempre teso a fare buone leggi e a controllare l’osservanza delle stesse, con la giusta punizione in caso di trasgressione. Altri pensieri, sono pensieri inutili. Come dicevo all’inizio, siamo in disaccordo caro Marco; ma l’importante è confrontarsi, dibattere e, a volte, anche scontrarsi.
Per quanto riguarda l’eutanasia, mi trovo molto più d’accordo con le posizioni libertarie di Paolo Flores d’Arcais.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento