Filosofia, Letteratura, Poesia, Storia, Arte, Capitalismo, Politica, Sesso... [Blog delle ossessioni, non delle idee. Le idee non mi piacciono perché con le idee non è mai sprofondato nessuno]
giovedì 15 dicembre 2011
La donna in tre fasi (La Sfinge)
La scena era inclusa nel Fregio della Vita e così commentata: “La donna, in tutta la sua diversità, è un mistero per l’uomo – la donna, che è al contempo una santa, una puttana e un’amante infelice devota all’uomo”. Sono queste le tre fasi cui allude il titolo, così come La Sfinge si riferisce all’incomprensibilità dell’essere femminile.
Nel primo momento Munch raffigura una ragazza giovane, dai lunghi capelli biondi, vestita di bianco – colore tradizionalmente associato alla purezza – e con alcuni fiori in mano. È l’immagine di una sposa, l’incarnazione dell’ideale amore perfetto ed eterno. La lussuria compare invece, non casualmente, al centro della scena. È rappresentata da una donna matura, nuda, con le braccia piegate dietro la testa; la bocca è socchiusa e lo sguardo, languido e apertamente provocante, è rivolto verso lo spettatore, con un esplicito invito. È questo l’attimo della dannazione, in cui il desiderio, una volta soddisfatto, condanna gli amanti a una sicura e irrimediabile infelicità. A destra, infatti, si trova la donna che ha consumato la propria passione, “amante infelice devota all’uomo”, che appare un fantasma di se stessa. È interamente vestita di nero, il volto ha un pallore malato e le occhiaie sono affondate nel buio.
Accanto a essa è raffigurato il coprotagonista, l’uomo, che di quest’ultima è quasi un gemello. Nel suo viso e nei suoi occhi sbarrati, però, si legge l’orrore; in mano tiene “il fiore del dolore”, dalla corolla enorme e dai lunghi petali rosso sangue. Munch ricorrerà in più occasioni a questo suo simbolo personale, che sostituisce drammaticamente la nozione romantica dello sbocciare dell’amore. Con violento sarcasmo l’artista ne fa un fiore straziato e insanguinato, che si contrappone al bouquet della fanciulla vestita di bianco: l’epilogo dell’amore, secondo Munch, è inevitabilmente tragico.
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Un uomo infelice, senza dubbio.
RispondiEliminaMolto interessante questo post
RispondiElimina@ Ladò
RispondiEliminaLa sua biografia è tremenda, una costellazione di lutti..come direbbe Abatantuono, "l'apoteosi della disgrazia"...
@Giulia
Grazie, fa parte della sezione "Condivido i miei quadri preferiti con gli amici del web".