lunedì 5 dicembre 2011

Giochiamo con Marx


Quando non era nella enorme biblioteca del British Museum a studiare o in giro a presenziare a riunioni operaie o di associazioni di socialisti/rivoluzionari/comunisti, Marx amava molto giocare con le sue tre figlie che erano particolarmente appassionate a una sorta di gioco di società molto diffuso nell'età vittoriana, simile ad altri giochi in auge anche ai nostri giorni, che consisteva nella formulazione di alcune domande che avrebbero dovuto far emergere la personalità dell'interrogato.
Le domande che le figlie rivolgono a Marx riguardano anche aspetti davvero minori, secondari nella vita del mio amato Karl. Le condivido con voi.

La virtù che preferisci?
La semplicità.
La qualità che preferisci in un uomo?
La forza.
La qualità che preferisci in una donna?
La debolezza.
La tua caratteristica principale?
La determinazione.
La tua idea della felicità?
Lottare.
La tua idea dell’infelicità?
La sottomissione.
Il difetto che scusi di più?
La credulità.
Il difetto che detesti di più?
La servilità.
La tua occupazione preferita?
Razzolare tra i libri.
I tuoi scrittori preferiti?
Shakespeare, Eschilo, Goethe.
I tuoi eroi preferiti?
Spartaco, Keplero.
Il tuo piatto preferito?
Il pesce.
Il tuo motto preferito?
De omnibus disputandum, cioè che bisogna discutere e al tempo stesso dubitare di tutto, nessuna certezza granitica, nessun affidamento fideistico, di tutto bisogna dubitare e discutere.
La tua massima preferita?
Nihil humani a me alienum puto, Non c’è niente che mi sia estraneo della condizione umana. La massima è una citazione da un testo di Terenzio, le Heautontimoroumenos.

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