domenica 4 marzo 2012

Cosa non è la filosofia


La filosofia non è contemplazione, né riflessione, né comunicazione, anche se ha potuto credere di essere ora l’una ora l’altra, grazie alla capacità di ogni disciplina di generare le proprie illusioni e di nascondersi dietro una nebbia che produce appositamente.
Non è contemplazione perché le contemplazioni sono le cose stesse in quanto viste nella creazione dei propri concetti.
Non è riflessione perché nessuno ha bisogno della filosofia per riflettere su una cosa qualsiasi: si crede di concedere molto alla filosofia facendone l’arte della riflessione, ma al contrario le si sottrae tutto, perché né i matematici in quanto tali hanno mai atteso i filosofi per riflettere sulla matematica, né gli artisti sulla pittura o sula musica; dire che quando ciò accade essi diventano filosofi è uno scherzo di cattivo gusto, tanto la loro riflessione appartiene alle rispettive creazioni.
Né la filosofia trova estremo rifugio nella comunicazione, che lavora in potenza soltanto delle opinioni per creare un “consenso” e non un concetto. L’idea di una conversazione democratica occidentale tra amici non ha mai prodotto il minimo concetto; forse proviene dai Greci, ma questi ne diffidavano talmente e la sottoponevano a un trattamento così duro che il concetto diventava piuttosto come l’uccello soliloquio e ironico che sorvolava il campo di battaglia delle opinioni rivali annientate (gli ospiti ubriachi del banchetto).
La filosofia non contempla, non riflette, non comunica, benché essa debba creare dei concetti per queste azioni o passioni. La contemplazione, la riflessione, la comunicazione non sono discipline ma macchine per formare degli Universali in tutte le discipline. Gli Universali di contemplazione, o anche di riflessione, sono come le due illusioni che la filosofia ha già coltivato nel suo sogno di dominare le altre discipline (idealismo oggettivo e idealismo soggettivo); e la filosofia non si procura più onore presentandosi come una nuova Atene ripiegandosi su Universali della comunicazione che fornirebbero le regole di un controllo immaginario dei mercati e dei media (idealismo intersoggettivo). Ogni creazione è singolare e il concetto come creazione propriamente filosofica è sempre una singolarità. Il primo principio della filosofia è che gli Universali non spiegano niente, ma devono invece essere spiegati.
Conoscersi, imparare a pensare – fare come se nulla fosse ovvio – stupirsi, “stupirsi che l’essente sia”…, queste e molte altre determinazioni della filosofia formano attitudini interessanti, benché faticose alla lunga, ma non costituiscono un’occupazione ben definita, un’attività precisa, anche da un punto di vista pedagogico.
Può essere considerata come decisiva, al contrario, questa definizione della filosofia: conoscenza attraverso puri concetti.

2 commenti:

  1. Io da profana penso che la filosofia sia lo studiare, attraverso i pensieri, le cose della vita, dell'anima e della mente, come una chiave di lettura per l'esistenza, per cercare di capire che cacchio campiamo a fare, e non lo dico sorridendo.
    Ossequi al padrone di casa

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    1. E io, sorridendo, dico che è proprio così.
      L'importante è che ognuno si formi la propria "immagine" del pensiero.

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