Un giorno accompagnai Dalì a vedere una mostra della cosiddetta arte astratta.
Durante quella visita mi accorsi che l'attenzione del Maestro si rivolgeva sempre verso un punto della sala in cui non era esposta alcuna tela.
"Sembra che lei stia evitando sistematicamente di guardare i quadri", gli dissi, "sembra ossessionato da qualcosa di invisibile".
"Non è affatto invisibile", mi rispose, "non riesco infatti a smetter di guardare quella porta, tanto è ben dipinta. Niente la equivale, in tutta questa mostra".
Rimasi un po' sbigottito da queste affermazioni e così Dalì continuò a spiegarmi che nessuno dei pittori che avevano appeso lì le loro tele sarebbe stato in grado di dipingere così bene quella porta. L'imbianchino, invece, sarebbe stato in grado di copiare con assoluta fedeltà qualunque quadro esposto in quella sala. Disse anche di diffidare di quei presunti quadri, astratti o non astratti, surrealisti o esistenzialisti, qualunque sia l'etichetta pseudofilosofica ostentata, che un imbianchino sarebbe in grado di riprodurre in modo soddisfacente in meno di mezz'ora.
Dopo un po' uscimmo dal museo per far ritorno in albergo perchè al Maestro era venuta l'idea per un quadro. Al momento di separarci gli chiesi se desiderava la cena in camera. Rispose di no, estrasse un foglietto dalla tasca e me lo diede.
Ecco cosa c'era scritto:
Cinque pensieri sull'arte
1. L'opera d'arte deve impressionarti senza toccarti.
2. Se i classici sono freddi è perchè la loro fiamma è eterna.
3. Lo splendore dei romantici è quello di un fuoco di paglia.
4. Se capisci il tuo quadro in anticipo, è inutile che tu lo dipinga.
5. La pittura, come ha dimostrato Leonardo, è superiore a tutte le altri arti, perchè è diretta al più nobile e divino di tutti gli organi, l'occhio. Paragonare l'orecchio all'occhio sarebbe assurdo come paragonare il naso all'orecchio.
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