giovedì 14 luglio 2011

La morte a Venezia

No, non mi riferisco al film di Visconti - ma al romanzo breve di Thomas Mann pubblicato nel 1912.
Thomas ci sa fare, accidenti se scrive da dio.
In una settantina di pagine riesce a descrivere la irreversibile metamorfosi di un uomo e del suo mondo mentale e fisico.
In Mann, sono spesso presenti personaggi che hanno una doppia anima perchè egli stesso era metà tedesco e metà brasiliano. Questa "doppiezza" culturale e caratteriale è uno dei motivi che mi fa amare tanto questo scrittore.
La scelta di Venezia, come luogo dell'azione, è felice ma il vero capolavoro è la descrizione della Serenissima come città sfumata, imprendibile, dove tutti i valori e tutte le perversità si fondono in un'essenza molle, resistente al dominio della ragione. Terra e acque, Occidente e Oriente, disperata eleganza d'arte e vita concreta, vi si compenetrano in un'entità nuova e misteriosa che è sovrastata dal sentore della morte, spruzzata di pollini dissolutori che ammettono al baratro della perdizione, del sublime, della decadenza.
Gustav Aschenbach, il protagonista, è uno scrittore cinquantenne ormai famoso e celebrato.
Un pomeriggio passeggia tranquillamente per Monaco, finchè fa un incontro dalle parti del cimitero dove si è fermato per prendere un autobus.
Quest'incontro è già un colpo di classe di Mann perchè è dopo quest'incontro (forse è il Diavolo?) che si instilla nel cuore di Aschenbach il germe del viaggio.
Aschenbach cerca di resistervi, fa discorsi e ragionamenti razionali, progetta addirittura di passare l'estate nella solita casetta di montagna a scrivere i suoi libri storici; ma il giorno dopo fa già rotta verso una località di mare.
Sul traghetto Aschenbach fa un altro incontro, un ganimede attempato, grottesco e ridicolo. Aschenbach ha una premonizione che starà a voi valutare. Io posso darvi solo delle indicazioni sullo spazio e sul tempo che spariscono...
Dopo aver raggiunto un'isola jugoslavia, Aschenbach non si trova a suo agio, sente che non è quello il posto giusto e, quasi per caso, si ricorda di Venezia.
Qui comincia davvero il racconto, qui si comincia a godere sul serio.
Mann intrappola Aschenbach a Venezia, ma gli dà pure varie vie di fuga che Aschenbach rifiuta ostinatamente finchè il terzo incontro (quello con Tadzio) non metterà fine ad ogni possibile salvezza.
Al lettore non rimane che ascoltare i pensieri del protagonista che sono una sapientissima versione di alcuni pensieri di quell'altro capolavoro che è il Fedro di Platone.
Forse il finale vi piacerà, forse vi dispiacerà per il destino toccato in sorte a Gustav, forse vi verrà l'affanno ad inseguire Aschenbach che insegue Tadzio nelle calli veneziane, forse lo inciterete a scappare via, forse lo implorerete di salvarsi dal colera...non so. Ma di una cosa sono sicuro e cioè che amerete Gustav e questo è l'importante, la cosa più bella dei romanzi: che il protagonista occuperà sempre uno spazietto nel cuore del lettore che l'ha incontrato.
Io ho amato questo piccolo romanzo e il finale è il più appropriato e il più "giusto" che Mann potesse scrivere.

E ora non mi resta che guardare il film.

7 commenti:

  1. Io, ovviamente, il film l'ho visto :)
    Di Mann ho letto e mi era piaciuto "La montagna incantata" ma non quanto quel gioiellino che è "Cane e padrone", sarà perchè adoro i cani ma dalla sola descrizione di questo rapporto si comprende perchè sia un grande...
    Ciao prof :)

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  2. Cane e padrone sarà uno dei prossimi, insieme a Tonio Kroger e Tristano.
    La montagna incantata, invece, se ne va affankiù per un bel po' di tempo.
    Mi hanno dato un link del film, spero di vederlo domani sera...
    Ciao Bipola :)

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  3. Vedrai che il film sarà all'altezza del libro, almeno secondo me le atmosfere del libro si sentono tutte.
    Lo sapevo che si dice che l'esperienza si attrazione omosessuale pseudo pedofila ( ma io credo che sia solo simbolica) sia accaduta anche a Mann?
    Come Lawrence e le corna subite dal lui per via della moglie e di un guardiacaccia.
    Spesso si scrive di quello che l'anima trasporta, non credi?
    Buona giornata, carissimi saluti afosi da Bari! :-)

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  4. André come son belli i libri che racconti. Dopo che ne hai parlato non importa nemmeno leggerli, per amarli.
    Bipolaretta (hihihi) hai letto la caverna di Saramago? Io il legame col cane Trovato l'ho sentito tuttissimo.
    LadoratriZ

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  5. @ LADORATRICE (posso sapere di cosa?)
    Non l'ho letto ma vedrò di rimediare, quando si tratta di cani...drizzo le orecchie :)

    Mi piace un sacco il fatto di aver scelto un nick che si presti a tutte le vostre simpatiche trasformazioni :^D

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  6. @ luce Spesso si scrive di quello che l'anima trasporta, non credi?
    Non lo so, però è una bella frase e ci rifletto...

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  7. @ Ladoratrice
    ok, ci sono arrivata, meglio tardi che mai, non lo associavo ai tuoi lavori...

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