domenica 10 luglio 2011

Su nel Perù

Il signor Francobollo non se la passava affatto male nel negozio di sali e tabacchi dov’era alloggiato.
I cassettini che occupava non avevano tarme ed erano scorrevoli al punto giusto, l'esercizio commerciale si trovava in centro ed era un locale ampio e luminoso frequentato da una clientela di tutto rispetto e il proprietario, don Gaetano Scardato, aveva fama di uomo dal cuore d'oro seppure attraversava momenti in cui diventava particolarmente isterico.
L’esimio don Gaetano perdeva la pazienza soprattutto con i bambini che facevano un chiasso infernale per comprare due lire di caramelle gommose e con le vecchie signore che volevano per forza che il Gratta&Vinci in loro possesso fosse vincente anche se ad un esame obbiettivo non era così.
Ma di don Gaetano, dei suoi problemi e del suo sogno di partecipare a una battuta di caccia al cervo parleremo un'altra volta; vediamo un po' cosa ci dice il signor Francobollo.
E che posso dirti amico mio? Faccio una vita che mi piace e che mi dà soddisfazione. Da giovane il mio sogno era stato quello di diventare un francobollo lisergico, ma ora ringrazio il destino per la vita che m'ha riservato.
Sono contento e addirittura felice quando arriva l'estate, allorchè in negozio entrano le turiste straniere per spedire le cartoline. Tedesche, svedesi, francesi, finlandesi...sì pure le finlandesi, lo giuro! E che le vogliamo buttare via? Io una finlandese me la tengo stretta altroché!
Cosa dicevo?
Ah sì, vi parlavo della mia goduria ad essere leccato da quelle lingue giovani e rosa come i fiori di pesco. La mia non è solamente una felicità estiva, ma dura tutto l'anno perché in negozio vengono tante donne. Le infermierine che spediscono lettere a casa per i soldati feriti, le scolarette del liceo ai loro amorazzi estivi che vivono in città lontane, bellissime e misteriose donne che inviano lettere profumate ad amanti lussuriosi...ah che pacchia!
Io, fortunatamente, non ho a che fare né con i bambini che non spediscono lettere né con i vecchi. Cioè con i vecchi sì, ma loro non mi leccano perché al massimo costoro mi tengono in bustine di plastica per perdere tempo con quella stupidissima cosa che è la filatelia.
Ammetto, però, che da un po' di tempo noto un netto calo di richieste dei miei servigi. All'inizio pensai ad una normale contrazione come capita in tutti i settori ma poi, vedendo che la situazione non migliorava e che la domanda ristagnava alquanto, chiesi lumi alla risma di carta Tocopy che aveva fama di fine intelletto.
Caro Franco, mi disse, non lo sai che non vai più di moda? Ormai le lettere non si inviano più e anche le cartoline sono un reperto del passato. Viviamo nel tempo di internet e delle email.
Email? Manco sapevo cos'erano e Tocopy ebbe la pazienza di spiegarmi che erano delle lettere elettroniche per cui non servivano né la carta da lettere né, soprattutto, i francobolli.
Vidi diminuire in maniera crescente l'arrivo di compagni nei cassettini e mi ero ormai rassegnato al mio triste destino, finché un giorno venne a prendermi una signora bionda vestita di nero che calzava un grazioso cappellino anch'esso nero.
Mi prese, mi portò a casa sua e mi appoggiò su quella che doveva essere la sua scrivania. Scrisse una breve lettera e mi leccò tanto lentamente che ebbi modo di vedere i suoi occhi segnati dal pianto.
Speravo che il mio ritorno sulla breccia voleva dire che tornavo ad essere latore di una infuocata lettera d’amore, magari clandestino e invece no – era solo l’annuncio di un funerale.

3 commenti:

  1. Caro Franco, in fondo non è così svilente annunciare la fine di un'esistenza...vana :)

    (certo che immedesimarsi in un francobollo non è da tutti...)

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  2. il prossimo esperimento sarà con una supposta

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