venerdì 21 ottobre 2011

I quaranta modi di fottere

Venite, giovinetti senza pudore,
alla mia Corte, scuola d'amore.
Del fottere, arte assai onesta,
tutti gli incanti so insegnare.
La mia dolce Accademia è questa,
orsù, venite, senza indugiare.

Tutti voi che qui vi riunirete
assai facilmente capir potrete
la mia scienza e le mie lezioni.
Sono ormai sul punto d'iniziare
e delle mie quaranta posizioni
la prima andate ad ascoltare.

Stasera voglio parlare di questo librettino anonimo pubblicato in Francia nel 1790 e dedicato “al Clero di Francia”.
Vi sono descritti quaranta modi di fottere più un quarantunesimo che sarebbe una spiegazione tecnica di uno dei piaceri degli dèi: il sessantanove.
Come scrive Charles Hirsch è da buongustaio che l’autore tratta l’argomento. Per la maggior parte cortissime, le quarantun descrizioni evocano infatti irresistibilmente, con il loro tono, altrettante ricette di cucina. Non quelle che, supplendo alle carenze immaginative di una donna di casa, insegnano la confezione di piatti economici e di rapida preparazione, bensì quelle che descrivono con amore l’arte di confezionare piccoli piatti gustosi e raffinati.
Anche a leggere i titoli dati dall’autore a questi quaranta modi di fottere, che sono quarantuno come i tre moschettieri erano quattro, il sospetto di una sua probabile propensione alla buona cucina appare confermato. In effetti, Del buon modo antico, Il mulino a vento, L’anatra, Il nuoto a rana, ci fanno immaginare l’autore seduto a tavola, gaudente buongustaio, mentre assapora voluttuosamente, in galante compagnia, sia le dame presenti che i piatti delicati che vengono serviti con profusione.
Questa raccolta, essendo stata scritta in piena Rivoluzione, potrebbe costituire una sorta di manuale ad uso e consumo del popolo dei piaceri sino ad allora riservati all’aristocrazia e al clero. Trascinato dai flutti tumultuosi della Rivoluzione, potrebbe rivendicare, forse a sua insaputa, la democratizzazione dell’amore, quella che oggi chiameremmo la liberalizzazione dei costumi.
O forse è più semplicemente un divertimento da goliardi…
Ed ora posto il “modo” che mi ha incuriosito di più e la Nota dell’autore.

Quarantesimo modo
L’ATTRAZIONE DI MILANO

Lei si deve mettere in ginocchio sul letto, prosternata sul materasso, e il culo ben proteso. Il fottitore le scopre le chiappe, e dopo averne fuggevolmente contemplato le rotondità, la sodezza, il candore, le sugge leggermente. Poi si lubrifica con la saliva il cazzo, lo mette in posizione e lo pianta nel culo della donna incontrando una minore resistenza di quel che si potrebbe ritenere. Va su e giù un paio di volte, mettendo il fuoco addosso alla sua bella, e anch’egli è pronto a godere in modo generoso. La masturba, nel frattempo, con un dito, oppure è ella stessa a provvedere, se così preferisce. E quando sentono approssimarsi i segni del piacere, il fottitore lascia la prigione in cui s’era provvisoriamente rinchiuso, e affonda più in basso, così da mescolare il suo sperma a quello della donna, che freme voluttuosa.
Nota
Essendo la rarità a stabilire il valore delle cose e la novità a conferir loro nuovi incanti, una giovane accorta, per tenere un amante in catene, per liberale o vigoroso che sia, deve variare il suo piacere, in definitiva sempre identico, in mille forme diverse. Il piacere, tra le sue braccia, deve esser più mutevole di Proteo. Qualcuna deve la sua fortuna a una nuova posizione che ha saputo inventare, un’altra è diventata famosa per aver saputo, novella Aurore, ringiovanire un Titone tra le sue braccia. Venere non è forse più bella di Diana, o di Pallade, e le stesse Grazie non la seguono in processione? Ma Venere è civetta e sa sciogliere ad arte il suo cinto splendente, Venere ha l’imperio della bellezza, e il suo tempio è celebre in ogni contrada.
Ovunque le sue sacerdotesse ne seguono l’esempio, ma dopo aver esaurito la natura, hanno fatto appello all’arte. Le francesi, più timide o meno ardenti nei piaceri, si accontentano di strade già battute, e limitano la loro scienza a qualche smanceria che si addice al loro carattere più pigro. Le georgiane, le italiane, le creole, nate in climi più caldi, hanno ardori più vivi: in loro un desiderio appagato ne fa nascere altri mille che sopravvivono sempre ai piaceri, incapaci di spegnerli. Per questo hanno maggiore inventiva nel creare nuovi godimenti: niente le ferma, niente le fa indietreggiare: neppure il dolore, o il disgusto, sanno domarne il furore lascivo. Quest’ultimo modo, e quanti seguiranno, sono stati concepiti in quei climi caldi in cui si studia l’arte della voluttà.
La signora Marjolana scriveva al suo amante, che riteneva essersi raffreddato verso di lei:
“Tu mi lasci, ingrato, perché ho esaurito ai tuoi occhi l’arte delle Laidi, delle Messaline, delle Poppee!... Torna… io ti adoro… io brucio… ti appartengo totalmente: dai capelli sino ai piedi, vieni a fottermi dove vuoi; qualunque sia la parte del corpo che fotterai col tuo cazzo in furore, la mia gioia sarà estrema… Vieni… lo sento… già la mia immaginazione… sta concependo… sì… una nuova posizione! Sì! se non temi i miei denti, la mia bocca sia per te una nuova fica. Tra quali delizie stai per effondere il tuo liquore divino!... Ti stupisci?... Io non vivo che per fottere! Che il tuo sperma mi disseti! Voglio mangiare, voglio bere… sperma!... Oh! fica mia, perdonami e non essere gelosa! Tante volte hai già navigato in flutti di sperma! Ma tu, mio dolce amico, se tanto ardore ti aggrada, vieni a perderti, di amore e di voluttà, venti volte sul mio seno. Tu mi vedrai venti volte morire e rinascere tra le tue braccia, resuscitata dai tuoi baci”.

2 commenti:

  1. :-)
    IO impazzisco per questi libretti didattici sulla cosa più facile e naturale della vita, cribbio! Ai miei tempi ho anche letto il Kamasutra e mi sono divertita un casino, ma alla fine nella pratica l'istinto vale mille libri.
    Grazie del consiglio comunque proff! :-)

    ps ti ricordi il discorso sula banalità di certe persone e del tuo "disagio" comune al mio del resto ? A questo proposito mi permetto di segnalarti il sito che frequento, pieno di persone che leggono e suonano e compongono, di intelligenza vivace e flessibile e anche di temperamento. Io mi ci trovo bene e ti invito a visitarlo, senza impegno ovviamente, anche se ti ci vedo ad intervenire e far leggere i tuoi post che come sai io amo molto.l'ho anche segnalato ad una tua lettrice che mi onora della sua attenzione
    http://beckirebecca.ning.com/

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  2. ok, grazie della segnalazione cara Luce.
    darò un'occhiata.

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