mercoledì 13 giugno 2012

Verrà la morte e avrà i tuoi occhi



Sono molto nervoso.
Dopo tanto tempo ho acquistato Il mestiere di vivere di Cesare Pavese. Una copia a cui tenevo tanto perché Pavese, per me, è forse l’unico scrittore degno di stima del primo Novecento italiano.
Quando scrive, fa una specie di luce che mi fa sentire a casa, che mi avvolge e mi coccola; produce un calore capace di darmi benessere. È così difficile spiegarsi a volte ... Comunque è la stessa luce che fa Joyce.
Ieri, approfittando del 25% di sconto, ho preso Il mestiere di vivere al prezzo di 12 euro invece di 16. Grande affare!
Torno a casa, comincio a sfogliarla e scopro che ci sono interi pensieri, lunghi periodi in FRANCESE. Porca puttana, io il francese non lo conosco e a casa non ho neanche un vocabolario!
Ora, vorrei dire alla casa editrice Einaudi: fate un grande lavoro per pubblicare Il mestiere di vivere, prefazione, introduzione, bibliografia (addirittura con i titoli di Pavese stampati in Spagna), fate un indice dei nomi accuratissimo, appendici varie, un’antologia della critica, 81 pagine di note e NON traducete questi pensieri dal francese in italiano??? Devo mettermi a tradurre Léon Chestov? Corneille? Rousseau?
Cioè vi costava tanto mettere in nota questi pezzi tradotti? Ecco un esempio pratico che spiega cosa vuol dire “perdersi in un bicchiere d’acqua”.
Non sono affatto soddisfatto. Mi viene voglia di restituire il prodotto.
O sono io che sono troppo difficile o siete voi che non fate le cose con cura - ai posteri l’ardua sentenza.
Comunque, per farmi perdonare questo post semplicemente di sfogo, metto la poesia di Pavese che preferisco.
Cerco sempre di fare le cose al meglio … io.
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi –
questa morte che ci accompagna
dal mattino alla sera, insonne,
sorda, come un vecchio rimorso
o un vizio assurdo. I tuoi occhi
saranno una vana parola,
un grido taciuto, un silenzio.
Così li vedi ogni mattina
quando su te sola ti pieghi
nello specchio. O cara speranza,
quel giorno sapremo anche noi
che sei la vita e sei il nulla.

Per tutti la morte ha uno sguardo.
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.
Sarà come smettere un vizio,
come vedere nello specchio
riemergere un viso morto,
come ascoltare un labbro chiuso.
Scenderemo nel gorgo muti.

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