sabato 30 giugno 2012

Federico Aldrovandi


Quattro poliziotti hanno ammazzato un ragazzo di diciotto anni.
Potete fare tre processi, potete inventare tutte le cazzate e gli alibi che volete, potete assumere il super avvocato Niccolò Ghedini, potere sfruttare tutti i cavilli giuridici possibili, la realtà è una sola: quattro poliziotti hanno ammazzato un ragazzo di 18 anni.
Quattro contro uno, quattro persone che dovrebbero saper gestire un diciottenne, la professionalità, il mestiere, eccetera. Niente, l’hanno ammazzato.
Sapete quanto vale la vita di un diciottenne per lo Stato italiano? Tre anni e sei mesi.
Tre anni sono coperti da indulto.
Sei mesi di carcere fasulli perché non scontati e che mai sconteranno.
Il mantenimento del posto di lavoro.
Vergogna.
Poi uno dei quattro poliziotti voleva chiedere scusa. Scusa? Ma che crede questo di aver rubato le caramelle dal cassetto della mamma? Chiedere scusa per aver ammazzato un diciottenne?
Mettitele nel culo le scuse, tu e questa merda di Stato italiano che permette che questa infamia resti impunita.

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