domenica 15 luglio 2012

Anarchismo


L’anarchia non è brutta e cattiva ma nobile e bella.
Purtroppo non ce la possiamo permettere non perché l’anarchia sia un’utopia o una chimera inapplicabile, ma perché presuppone un’intelligenza, una "qualità" spirituale, un’educazione, una moderazione e una saggezza che l’uomo (mediamente) non ha.
L’uomo produce capi e gerarchie e non può farne a meno.
L’anarchia, come dice la parola stessa, è contro gli arché (ἀρχή) cioè gli arconti, i comandanti, l’organizzazione repressiva, il potere, il sistema e tutti i principi della società organizzata e soffocante. L’anarchia non fa guerre né attentanti (parole orrende); propugna solo idee diverse da quelle comunemente accettate, cioè sogna la rivoluzione (attitudine meravigliosa).
Oggi, diamo una definizione di ANARCHISMO come primo contributo a questo gioioso concetto umano.

L’anarchismo è la dottrina secondo la quale l’individuo è la sola realtà, che dev’essere assolutamente libero e che ogni costrizione esercitata su di lui è illegittima: donde deriva l’illegittimità dello Stato.
La nascita dell’anarchismo si suole attribuire a Proudhon la cui principale preoccupazione fu di mostrare che la giustizia non può essere imposta all’individuo ma è invece una facoltà dell’io individuale, il quale, senza uscire dal suo foro interiore, sente la dignità della persona del prossimo come la sua propria e pertanto si adegua alla realtà collettiva pur conservando la sua individualità. Proudhon vorrebbe che lo Stato fosse ridotto alla riunione di più gruppi formati ciascuno per l’esercizio di una funzione speciale e poi riuniti sotto una legge comune ed un identico interesse. Questo ideale presuppone l’abolizione della proprietà privata che, in un celebre scritto, egli definiva “un furto”.
Per quanto riguarda la filosofia, il maggior teorico dell’anarchismo fu Max Stirner autore della meravigliosa opera L’unico e la sua proprietà. La tesi fondamentale di Stirner è che l’individuo è l’unica realtà e l’unico valore, e pertanto è la misura di tutto. Subordinarlo a Dio, all’umanità, allo Stato, allo spirito, ad un qualsiasi ideale, sia pure quello stesso dell’uomo, è impossibile giacché ciò che è diverso dall’io singolo e gli si contrappone, è uno spettro di cui egli finisce per essere schiavo.
Da questo punto di vista, l’unica forma di convivenza sociale è un’associazione priva di ogni gerarchia in cui l’individuo entra per moltiplicare la sua forza e che per lui è solo un mezzo. Questa forma di associazione può nascere solo dal dissolvimento della società attuale, che è per l’uomo lo stato di natura, e può essere solo il risultato di un’insurrezione che riesce ad abolire ogni costituzione statale.
In questa brevissima passerella non può mancare Michail Bakunin che nei suoi scritti pose l’accento sul carattere rivoluzionario dell’anarchismo. In Dio e lo Stato affermò la necessità di distruggere tutte le leggi, le istituzioni e le credenze esistenti (prossimamente parlerò dell’opera Stato e anarchia).
La tesi anarchica della contrapposizione netta e radicale tra tutti gli ordinamenti politici e sociali esistenti, considerati come il male stesso, e il nuovo ordinamento libertario da venire, considerato come il bene totale, è stata di nuovo ripresentata, nel Novecento, da Gustav Landauer in La rivoluzione (altra opera da approfondire prossimamente).

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