Ho deciso di cominciare la lettura di Cervelli di Gottfried Benn.
In realtà non ricordo come sono arrivato a Benn, ma so che fu uno scrittore che pubblicò alcuni saggi molto controversi negli anni ’30 del Novecento e che fu prima osteggiato dai nazisti e poi ignorato quando la Germania fu liberata dagli americani.
Mi sono incuriosito: come fa un artista a stare sul culo ai nazisti e agli anti nazisti? Cioè un po’ come Heidegger che fu controllato e accantonato dai nazisti e poi privato della cattedra e della possibilità di pubblicare i suoi libri dai “liberatori”.
Dovrò indagare con calma perché amo le figure controverse e censurate.
Secondo me, ed è l’istinto che parla, i contemporanei non capiscono quasi mai un cazzo.
Oppure sono un bastian contrario e se uno scrittore è messo da parte e non letto, io lo leggo proprio per quello. Come se volessi differenziarmi.
Comunque stasera ti regalo un modo per ottenere una piccola felicità momentanea: contare.
Ora c'era perfino un quadro appeso alla parete: una mucca su un prato. Una mucca su un prato, pensò; una mucca rotonda, marrone, il cielo e un campo. No, quale indicibile felicità da questo quadro! Eccola là, con le sue quattro zampe, con una, due, tre, quattro zampe, è innegabile; sta con quattro zampe su un prato, e guarda tre pecore, una, due, tre pecore – il numero, come amo i numeri, sono così duri, non si lasciano toccare da nessuna parte, irrigiditi nell’inafferrabilità, sono assolutamente univoci, sarebbe ridicolo voler trovare da ridire qualcosa su di loro; se mai una volta sarò triste, mi ripeterò i numeri; rise allegramente e se ne andò.
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