lunedì 2 luglio 2012

Shakespeare e i giovani diplomati


Tanti e profondi pensieri ispira La bisbetica domata di Shakespeare. Prima di addentrarci, però, in siffatte alte e gravi riflessioni vediamo cosa consiglia il saggio servo Tranio al giovane padrone Lucentio per quanto riguarda il proseguimento degli studi da fare nella dotta città di Padova dopo averli cominciati a Pisa. Magari il Bardo potrà essere d’aiuto ai molti indecisi che si accingono ad iscriversi ad una facoltà universitaria.
Mi perdonato, gentil mio signore. Io partecipo in modo completo dei vostri sentimenti. Son contento che così persistiate nella vostra risoluzione di succhiare i fiori della dolce filosofia.
Soltanto vi prego che nel mentre ammiriamo codesta virtù e codesta disciplina morale, mio buon padrone, non ci spingiamo fino a essere stoici e quindi stupidi: e devoti, insomma, così esclusivamente alle massime restrittive di Aristotele da abiurare affatto e bandir da noi l’insegnamento di Ovidio.
Disputate di logica con le persone che conoscete, e praticate la retorica nelle vostre conversazioni giornaliere. E ricorrete alla musica e alla poesia per ispirarvi. Quanto alla matematica e alla metafisica, prendetene solo quel tanto che il vostro stomaco è capace di digerirne.
Non c’è profitto alcuno quando all’apprendimento non s’accompagna alcun piacere. E a farla breve, signore, studiate soprattutto quel che più vi piace.
Scusate, ma la stoccata di Shakespeare a quegli idioti degli stoici mi ha fatto ghignare per ore.

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