sabato 8 giugno 2013

Una pizza insieme, però da solo


Assenze psicosociali mi avevano portato a mangiare una pizza con lei.
“Assenze psicosociali” vuol dire semplicemente che sei assente mentalmente, non reagisci agli stimoli, non sei attivo e deciso nel modo e al momento giusto e ti trovi incastrato in una situazione di merda. In pratica non avevi nessunissima intenzione di mangiare una pizza con lei, eppure sei lì. Perché? Perché dormi, non te ne frega niente. Sei inerte e mò ti fotti, caro il mio zombie che finge di vivere e quando l’altra parla annuisce senza aver prestato la benché minima attenzione.
Comunque ormai sono lì. C’è lei, la pizza e la pizzeria.
Prendiamo gli antipastini? No, cominciamo bene per favore. Antipasti. Antipastini è una parola stronza da gente che o ha guardato troppa tv o è nata dal culo in direzione nord nord-ovest.
No, gli antipasti no. C’è la dieta, la prova costume. Poi i fritti sono VELENO per me e il prosciutto e melone mi fa vomitare.
Allora non prendiamo gli antipasti. Aspetta però. Prendiamo un piatto di frittura all’italiana e ce lo dividiamo. Ovviamente il cameriere porta due mega porzioni (che paghi per due) e quindi dividendo viene comunque un piatto di fritture VELENOSO per lei a testa.
Buone le fritturine. No. Fritturine è come antipastini.
Lei la frittura non la voleva, poi vedo che ha mangiato un panzarotto e una zeppola in più.
Fa niente.
Che pizza prendiamo? Non lo so. Lasciami pensare.
Pensa pensa, il menù ti stimola a pensare. Lo sapevo. Almeno non emozionarti però, come se fossi davanti a un papiro con la formula originale dell'elisir di lunga vita rimasto sepolto per 2500 anni in una di quelle stronzissime tombe egizie che tu porti alla luce entrando nella leggenda culturale e archeologica della terra.
Prende una margherita. Ecco. Quelli che ci pensano per dieci minuti e poi prendono la pizza più stronza non li ho mai capiti. Capisco che uno davanti a una scelta di cinquanta tipi di pizza, dopo dieci minuti partorisca roba tipo bianca col prosciutto panna ananas funghi salame piccante e scampi.
Arrivano le pizze. Lei fa la foto alla pizza. Che cazzo fai? Le chiedo gentilmente.
Fotografo la pizza. Sì, lo so che fotografi la pizza, ma perché? Poi la margherita non merita di essere fotografata. Perché fotografi la pizza che stai per mangiare?
La condivido su facebook.
Perché?
Perché è una cosa bella poter condividere che sto mangiando una pizza in pizzeria.
Il giorno dopo leggerò su facebook il suo commento alla foto: “Sto mangiando una pizza in una pizzeria bellissima con un amico simpaticissimo, però non crediate che mi stia divertendo”.
Io accompagno la pizza con una birra, lei con acqua naturale.
Chi beve acqua naturale ha due tipi problemi.
O beve acqua naturale perché ha problemi fisici e non può bere alcool, o ha problemi mentali perché non gli piace l’alcool e preferisce acqua naturale.
Lei non va depennata, va cancellata proprio da ogni ordine e ricordo mentale.
Dopo la pizza, che si fa? Prendiamo un dolce barra gelato?
Lei sorride e dice una cosa con lo sguardo di chi sta dicendo una cosa della massima simpatia barra sagacia: “Non lo so, lasciamo fare al destino”. Eh eh eh eh eh eh eh.
Ok, quindi aspettiamo che il cameriere, ad esempio, sbagli tavolo e ci porti dei dolci che non abbiamo ordinato? Oppure il fottuto cameriere potrebbe inciampare e far volare, come nei film, dei dolci al nostro tavolo?
L’attesa del volere del fato dura cinque minuti buoni. Poi io prendo dei profitterolli e lei un gelato limone e lampone.
Poi pago il conto, usciamo fuori dal locale, lei mi propone di andare a casa sua per fare un po’ di sesso.
Stavolta non casco nelle “assenze psicosociali” e le dico subito: No, grazie.

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