sabato 18 giugno 2011

Il caso Cesare Battisti, un primo scritto


Il caso Battisti, recentemente salito agli onori della cronaca, è un caso difficile, perché la questione è complicata e controversa.
Quello che mi sento di dire è che in questo caso, come in tutti i casi d’attualità, le fonti le cerco da me e non m’appoggio né agli opinionisti scorreggioni che infestano la tv né ai grandi giornali che di “grande” hanno solo il padrone alle loro spalle. Il chiasso mediatico, l’opinione che diventa una “massa berciante” non fa per me. Sono pigro di corpo, non di cervello.
Ho spulciato il web, letto articoli su articoli, ma non ho ancora una posizione ben definita.
Innanzitutto ci son due cose che non mi sono chiare: 1) perché Battisti, condannato più di venti anni fa, venga richiesto dall’Italia solo ora; 2) perché pretendiamo Battisti dal Brasile e non ce lo siamo fatti consegnare dalla Francia, paese amico, alleato, con rapporti diplomatici secolari, al quale siamo legati (tra l’altro) dalla comune appartenenza all’Unione Europea.
Cominciamo dai processi che si svolsero negli anni ’80. Sono stati processi giusti, condotti sotto il magistero del Diritto?
Le carte processuali evidenziano come l’attribuzione dei delitti a Battisti trovino fondamento esclusivo nelle parole di un paio di pentiti, essi stessi appartenenti ai PAC, che oltre ad essersi più volte contraddetti, avevano tutto l’interesse alla chiamata in correità in considerazione dei vantaggi previsti dalla legislazione premiale in favore del pentitismo, tanto che alla fine, effettivamente, le accuse a Battisti son valse loro dei più che sostanziosi sconti di pena.
È un fatto che i processi di quegli anni, in casi come questo, si svolsero secondo un modello prettamente inquisitorio, quindi si deve tener conto di una tecnica processuale che certo non mette i diritti di difesa dell’accusato al centro dei propri interessi.
Ora ti posto qualcosa che ho trovato sul sito di Carmilla, poi starà a te continuare a cercare ed “indagare”. Non accettare mai nessuna risposta preconfezionata. Neanche da me.

Un processo dubbio

- Quando Battisti subì il primo processo, nel 1981, fu condannato a 12 anni di prigione per possesso di armi e associazione sovversiva. La pena risultò pesante perché aumentata da finalità terroristiche. Evase, riparò in America Latina.
- Le condanne successive all’ergastolo gli caddero addosso lui assente. Una serie di “pentiti” dei PAC, Proletari Armati per il Comunismo, gli attribuirono tutti i crimini compiuti dall’organizzazione. Solo poco a poco ammisero che certi delitti attribuiti a lui li avevano commessi loro.
- Il pentito principale, Pietro Mutti, smentì più volte se stesso. Ha di recente lasciato intuire che lo fece sotto tortura. Le sue rivelazioni sono tutte di seconda o di terza mano. Ha detto poco tempo fa che vide di persona Battisti uccidere il direttore del carcere di Udine, Santoro. Peccato che, dagli atti giudiziari, ciò non risulti possibile. Mutti avviò anche l’infausta “pista veneta”, che vedeva l’OLP di Yassir Arafat quale sponsor delle Brigate Rosse. Finì in nulla.
Noi preghiamo di leggere la sentenza del 1988 contro Battisti e i PAC. Sembra irreale, eppure è quella vera. A quel tempo le sentenze si scrivevano così, con catene di “sentito dire”. Oggi si spera – senza troppa convinzione – che sia diverso.
- Mutti fece arrestare tale Sisinnio Bitti. Lo aveva ascoltato, in un bar, dirsi d’accordo con l’omicidio del gioielliere Torregiani. Bitti fu arrestato e sottoposto a percosse che gli lesero l’udito. Successivamente fu catturato di nuovo e subì anni di prigione. Ciò per la frase al bar, udita da Mutti.
- A parte l’incrocio tra pentiti e dissociati, non esiste alcun riscontro ulteriore che accusi Battisti.

Battisti è innocente?

Non possiamo affermarlo. Di una serie di azioni armate, inclusi azzoppamenti e atti gravi, fu sicuramente responsabile, e non lo ha mai negato. Ci limitiamo a notare che:
- Il caso che gli viene più di frequente attribuito, l’omicidio Torregiani, è l’unico che sicuramente non lo vide presente. I colpevoli furono arrestati poco dopo il delitto. Battisti, accusato del simultaneo omicidio Sabbadin, fu tirato in ballo molto più tardi, per avere partecipato alla riunione che decise i due attentati.
- Battisti fu condannato in contumacia, e mai più potrà rispondere dei suoi presunti crimini. La legge italiana, unica in Europa, non prevede una ripetizione del processo, qualora il contumace sia catturato.
- Se estradato in Italia, verrebbe sottoposto al famigerato articolo 41 bis, riservato a terroristi e mafiosi. Avere contatti con lui diventerebbe difficilissimo.
- Fra i motivi di riluttanza delle autorità brasiliane all’estradizione, c’è il fatto che lì la colpa si estingue in vent’anni di buona condotta. Da noi in trenta, e non è detto (fonte: Amnesty International, Brasile).
- La legislazione brasiliana non contempla l’ergastolo, ritenuta sanzione disumana, al pari della pena di morte.

Quando avrò finito di leggere Il caso Battisti. Un terrorista omicida o un perseguitato politico? di Giuliano Turone ne riparlerò.

4 commenti:

  1. Ottimo post! Non simpatizzo certo per Battisti, ma i processi e le indagini, come hai fatto ben notare, erano spesso istruiti su basi di "sentito dire" e sulla perversa dinamica della delazione in cambio di sconti di pena.

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  2. Io la penso in questa maniera semplice : il posto per difendersi è in tribunale e a me risulta che Battisti non si sia mai presentato o difeso adeguatamente in tribunale. E' solo scappato come si usava allora.
    Certo forse all'epoca era difficile avere giustizia , come lo è adesso se si parla di reati correlati al terrorismo ( ricordo l'omicidio Calabresi o Piazza Fontana per dirne due) ma credo sia ingiusto non prendersi la responsabilità di atti violenti che lui fece per sua stessa ammissione in nome di una concezione della politica così disgraziata.
    I processi per sentito dire ci sono sempre stati e ci saranno, ma grazie a Dio nei tre gradi di giurisdizione le parole le pesano e Battisti , che si dice innocente,poteva dimostrare le parole finte o no. Ma anche no. Scappò.
    E oramai da San Paulo del Brasile scriverà un'altra pagina del suo libro personale.
    Dalla Francia non poteva essere estradato per i reatio legati alla politica perchè esiste un trattato che lo impedisce ecco perchè si è tentato la carta Brasile, credo che la politica che ha salvato tanti assassini di partito fosse di Mitterand
    Faccio poi presente che dal rapportyo di Amnesty Internazional il Brasile che fa tanto il liberale ha delle prigioni in sui si tortura, si muore e si perde la dignità umana, specie nelle carceri minorili. Da noi Battisti altro che 41 bis...
    Vedi, caro Andrè, io credo che ad ogni reazione corrisponde una reazione, non sempre contraria ma comuqnue se ne deve prendere la responsabilità, anche se si parla di galera.
    Ho avuto clienti spacciatori e scippatori che davanti a certe loro responsabilità sono andati in galera spontaneamente perchè, mi diceva uno, è il rischio del "mestiere" ed è giusto prenderselo.
    Si io penso che Battisti sia colpevole e se la sia scampata , furbetto italiano come tanti, troppi direi.
    Bel post comunque,e ho sorriso come al solito ,grazie a te

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  3. ps da noi non esiste l'estinzione del reato per buona condotta , ma scontata la metà della pena o 30 anni per l'ergastolo si possono avere dei benefici

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  4. grazie caro e Ruhe e cmq neanche io ho simpatia per Battisti, non l'ho scritto e lo scrivo ora. voglio solo non farmi un'idea preconcetta su di lui basata sullo strepito fatto ultimamente.

    luce, tu che sei avvocato forse potresti dare un'occhiata alla sentenza, ne capirai sicuramente più di me. in rete la trovi sicuro o puoi andare direttamente sul sito di Carmilla.

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