domenica 10 giugno 2012

per ricordare i fratelli Rosselli


(Carlo Rosselli)

I. Che il socialismo è in primo luogo rivoluzione morale, e in secondo luogo trasformazione materiale.

II. Che, come tale, si attua sin da oggi nelle coscienze dei migliori, senza bisogno di aspettare il sole dell’avvenire.

III. Che tra socialismo e marxismo non v'è parentela necessaria

IV. Che anzi, ai giorni nostri, la filosofia marxista minaccia di compromettere la marcia socialista.

V. Che socialismo senza democrazia e come volere la botte piena (uomini, non servi; coscienze, non numeri; produttori non prodotti) e la moglie ubriaca (dittatura).

VI. Che il socialismo, in quanto alfiere dinamico della classe più numerosa, misera, oppressa, è l’erede del liberalismo.

VII. Che la libertà, presupposto della vita morale cosi del singolo come delle collettività, e il più efficace mezzo e l’ultimo fine del socialismo.

VIII. Che la socializzazione è un mezzo, sia pure importantissimo.

IX. Che lo spauracchio della rivoluzione sociale violenta spaventa ormai solo i passerotti e gli esercenti, e mena acqua al mulino reazionario.

X. Che il socialismo non si decreta dall’alto, ma si costruisce tutti i giorni dal basso, nelle coscienze, nei sindacati, nella Cultura.

XI. Che ha bisogno di poche idee e chiare, di gente nuova, di amore ai problemi concreti.

XII. Che il nuovo movimento socialista italiano non dovrà esser frutto di appiccicature di partiti e partitelli ormai sepolti, ma organismo nuovo dai piedi al capo, sintesi federativa di tutte le forze che si battono per la causa della libertà e del lavoro.

XIII. Che è assurdo imporre a così gigantesco moto di masse una unica filosofia, un unico schema, una sola divisa intellettuale.


(Da "Socialismo liberale" di Carlo Rosselli ucciso con il fratello Nello il 9 Giugno 1937 da sicari fascisti)


(Nello Rosselli)

2 commenti:

  1. Mi vengono i lucciconi!
    E dopo di lui ci fu solo Riccardo Lombardi a parlare davvero un linguaggio socialista.

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    1. grande!

      Riccardo Lombardi già per quello che fece alla notizia dell'invasione russa dell'Ungheria nel 1956 e per il fatto che contrastava Craxi merita rispetto a vita.

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