martedì 21 giugno 2011

Les Demoiselles d'Avignon

Dopo Dalì, è ora di far debuttare Picasso sul blog.
Molti altri lo seguiranno, perchè io amo la pittura ed i pittori. Non saprei dire se amo di più i pittori o i musicisti, ma questo ora non importa.
Sto leggendo una monografia sulla vita e le opere di Picasso, che copre il periodo che va dal 1881 al 1914.
Nel 1907 Picasso dipinge les demoiselles, un quadro che diverrà uno dei più importanti del '900.
Il progetto di quest'opera fu tra i più faticosi per Pablo. Lavorò mesi su schizzi e disegni prima di giungere all'esecuzione definitiva, ma dopo averla mostrata agli amici dovette affrontare un lungo periodo di delusione per le critiche ricevute.
Matisse, Braque, Derain, i collezionisti come Gertrude Stein, Sergej Scukin, i mercanti Kahnweiler e Uhde non capirono immediatamente il senso della nuova strada intrapresa da Picasso. Tra i più indignati vi fu Matisse, che definì il lavoro un oltraggio, un tentativo di mettere in ridicolo il movimento moderno.

Il punto di partenza dell'opera era un interesse per le figure di nudi, associato a una malinconica predilezione per gli ambienti squallidi. Il tema, un gruppo di prostitute in un bordello di Barcellona, rimase il medesimo anche attraverso le fasi preparatorie.
Picasso partì da una composizione affollata: uno studente, scostando la tenda, entra nella stanza dove cinque donne lo attendono assieme a una figura maschile, forse un marinaio. Il teschio e i fiori al centro della sala scompariranno nella tela finale.
Il punto d'approdo sarà un lavoro in cui forme geometriche taglienti e spigolose s'incastrano per dare forma a personaggi scomposti, contorti, dove gli oggetti e i piani sembrano ribaltarsi verso lo spettatore. La donna all'estrema sinistra solleva una tenda rosa; il profilo duro assomiglia a quello dei dipinti egizi, mentre le due figure al centro hanno maggiore affinità con gli affreschi medioevali della Catalogna. La figura in alto a destra e quella sotto hanno volti simili a maschere, apparentemente slegati dal corpo. Non c'è sfondo in questa tela, nè illusione spaziale.
Linee chiare e scure segnano i contorni delle forme essenziali attraverso uno stile sintentico.

Mi piacerebbe che ognuno che passasse di qua, lasciasse un suo pensiero su Picasso.

15 commenti:

  1. Io Picasso non lo amavo affatto, la mia personale trinità era composta da Hopper, Magritte e De Chirico. Dalì veniva subito dopo, insieme a Delvaux, Mondrian, Klee e al doganiere Rousseau. Però ultimamente lo sto scoprendo, insieme a Mirò che pure non amavo e che invece ho imparato ad apprezzare, anche se con Picasso ammetto le mie difficoltà di fronte ad un autore che non amo a pelle, che trovo affascinante forse proprio perché ostico.

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  2. Pablo scompose la figura, puntò al geometrico senza passare attraverso il razionalismo, come per Mondrian. La sua visione è paragonabile a quella di Van Gogh dopo il 1887, dove Vincent metteva il colore Pablo metteva le linee, liberandole dalla visione oggettiva per esaltarne una visione più profonda. A Madrid vidi due quadri che ritraevano una donna apparentemente mostruosa, coi piani assolutamente sballati dal punto di vista della prospettiva, il volto deformato. Eppure, separandomi da un pensiero e da una percezione legata all'oggettività del reale, colsi l'incredibile bellezza di quella donna, che emanava un fascino irresistibilmente femminile, seducente e raffinatissimo. In altri termini chi osserva solo attraverso gli occhi con Picasso (e con molti altri pittori) diventa cieco.

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  3. come godo a legger ste cose...aiutooooo

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  4. Smettila di imbrattare tutto però eh! :)
    Io non ho mai amato particolarmente i suoi quadri, ho amato più lui e il suo essere genialmente artista.
    Me ne sono convinta definitivamente vedendo pochi mesi fa "Il mistero Picasso" di Clouzot del 1956 con se stesso come protagonista.
    Il primo vero film sulla pittura nel cinema, il regista lo aiuta a mettere in atto questo suo pensiero: "Bisognerebbe poter mostrare i quadri che sono sotto i quadri".
    E così sotto i nostri occhi assistiamo all'atto creativo, con una sfida ironica al tempo da parte di Picasso. Fenomenale. Se non l'hai visto vedilo.

    Ma poi, come non essere "particolari" con un nome così: Pablo Diego Josè Francisco de Paula Juan Nepomuceno Maria de los Remedios Cipriano de la Santisima Trinidàd.
    Vuoi mettere? :)

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  5. Credo tu ti riferisca alla "personalità" di Picasso, che è davvero affascinante.
    Il mistero di Picasso non l'ho visto, uffa!! sono così mancante dal punto di vista filmico!!
    vedrò di rimediare...

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  6. Picasso sta alla Pittura come Madonna Ciccone alla Musica

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  7. e allora dimmi chi per te sta alla pittura come Jimi Hendrix sta alla chitarra elettrica.

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  8. Mmmmm... Interessante paragone, André. La risposta non la so, ma chiunque sia il Jimi Hendrix della pittura, Picasso è il Frank Zappa.

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  9. ma questo tubocolore è un pazzo furioso!!!!???
    Almeno spiegasse perchè ha detto un'eresia simile...

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  10. E' che a volte neghiamo un qualcosa ed è interessante, però va integrata con l'affermazione altrimenti il godimento resta a mezzo.
    So, ora, che a tubocolore non piace molto Picasso, ma non so quale sia il suo pittore preferito.
    Su tubo, batti un colpo, please.

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  11. Oppure tubocolore apre bocca solo per farsi un po' notare sennó si sente solo.
    Picasso non si è mai fermato, aveva la nascita compulsiva, come tutti i geni. Non ci si fa a stargli dietro.

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  12. Io non lo amo particolrmente perchè sono per le linee morbide e per una coerenza visiva classica, ma sento la potenza in quelle immagini e credo che questo sia il grande valore dei geni.
    Picasso sta alla pittura come Galileo all'astronomia secondo me.
    cordialmente :-D

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  13. allora tu sei più per Ingres, da quanto ho capito...

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  14. x me il migliore è van gogh

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  15. van Gogh è inarrivabile, per me divide il primo posto con Egon Schiele.
    consiglio, su van Gogh, il bellissimo romanzo biografico di Irving Stone, Brama di vivere.

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