venerdì 25 marzo 2011

Hegel e il sistema

Fichte concepiva la filosofia come ricostruzione della storia dello spirito. Una concezione del genere è presente anche in Hegel, poiché egli pure ritiene che solo la ricostruzione storica ci faccia cogliere le forme essenziali in cui si estrinseca l'assoluto. Fra i due vi è però una differenza fondamentale: mentre la storia, che Fichte voleva ricostruire, era quella del soggetto (sia pure inteso come soggetto universale), la storia che Hegel si propone di ricostruire è invece quella della realtà, che è insieme soggettiva e oggettiva.
La filosofia deve sforzarsi di determinare il sistema vivente dei principi su cui effettivamente si reggono sia il mondo della natura sia quello dello spirito.
Proprio perciò non ha punto da fare con mere astrazioni, o con pensieri formali, ma solamente con pensieri concreti. La concatenazione dialettica di questi pensieri concreti rivelerà l'esistenza di un'unica struttura razionale di tutto l'universo.
E' evidente qui, l'ipotesi metafisica che l'essenza della realtà sia costituita dal pensiero. Questa ipotesi, di marca prettamente idealistica, non è così centrale da imprimere un senso univoco a tutta la filosofia di Hegel. Essa non gli impedì, per esempio, di riconoscere con franchezza il grande valore della concezione materialistica, sostenuta nel Settecento da Holbach e da altri illuministi francesi; e soprattutto non impedirà ad alcuni valenti hegeliani di sviluppare in senso materialistico l'eredità filosofica del loro maestro.
Ciò che invece caratterizza tutta la filosofia di Hegel, è l'ipotesi che l'essenza della realtà sia eminentemente dialettica, e cioè si sviluppi attraverso determinazioni collegate fra loro dal tipico nesso triadico. Secondo Hegel questo nesso si concretizzerebbe in triadi, costituite da una tesi, un'antitesi e una sintesi. L'approfondimento della tesi porterebbe alla sua contraddizione, cioè all'antitesi; da esse scaturirebbe poi la sintesi, in cui tesi e antitesi vengono conservate e superate.
La ricostruzione hegeliana della storia dell'assoluto, attraverso una serie di triadi diramantesi dialetticamente una dall'altra, presenta alcuni caratteri di grandiosità; presenta anche, tuttavia, un carattere di estrema artificiosità che svuota l'intero edificio di ogni autentico valore scientifico. Il più delle volte infatti, i nessi che stanno alla base di tale ricostruzione si rivelano, ad un esame un po' rigoroso, come null'altro che vaghe analogie, associazioni imprecise, pure e semplici fantasie: il contrario insomma di ciò che siamo soliti intendere come effettiva razionalità.
Ma nonostante questa grave carenza di fondo, il piano generale perseguito da Hegel conserva un grandissimo interesse, se non altro perchè ci indica una via che abbiamo il dovere di abbandonare, malgrado il suo incontestabile fascino.
La triade fondamentale, lungo la quale si attuerebbe, secondo Hegel, il ciclo dialettico dell'assoluto, è costituita da tre momenti: nel primo l'assoluto si presenta come idea preesistente al sorgere della materia e dello spirito; nel secondo si presenta come natura; nel terzo come spirito. Questo terzo momento conclude l'intero processo con una sintesi in cui l'idea, dopo essersi estrinsecata nello spazio e nel tempo, ritrova la sua più alta e concreta espressione.
In corrispondenza ai tre momenti testè accennati, Hegel suddivise il proprio sistema in tre parti: logica, filosofia della natura, filosofia dello spirito.

3 commenti:

  1. Io non ho studiato filosofia, ma ne sono da semre affascinata, perchè ho sempre creduto che in realtà sia molto più concreta di quello che i materialisti ci vogliono far intendere,
    Ti chiedo in assoluta umiltà di profana, se secondo te si può considerare anche levoluzione dell'uomo negli stessi termini della classificazione di Heger per raggiungere il pensiero assoluto, perchè mi sembrano le fasi dell'umanita, si vabbè, cicliche, ma comunque le fasi dell'uomo che è prima cinoco e venale e "consumistico" poi mezzo pentito e di ideologia naturalista e ed ecologica per una congiunzione e rispetto della natira e dei suoi istinti e poi finalmente la coltivazione dello spirito e quindi suppongo di un 'etica superiore.
    Sbaglio? Dimmi tu...
    Buona giornata e conìmplimenti, sempre, per quello che scrivi, non smettere...

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  2. Luce, io non mi pongo due quesiti che ammorbano l'amata filosofia e cioè: 1) A cosa serve la filosofia? 2) La filosofia è morta?
    La filosofia si ama o no (del resto la prima meta della parola "filo" significa appunto amore) e nella filosofia ci sei dentro o no. E' appunto soprattutto questione di fascino come dici tu.
    Del resto la filosofia ha a che fare col pensiero, parola spaventevole quante altre mai. E poi al Potere non conviene mica che la gente pensi, come già saprai. Io credo che l'uomo sia due cose: corpo e mente. Per il corpo facciamo tanto, per la mente cosa facciamo? Bè possiamo coltivarla e la filosofia è una delle sementi.
    Per quanto riguarda Hegel, sto cercando di mettere appunti di storia del suo pensiero. Ho cominciato con la dialettica e ora col sistema, continuerò.
    La tua idea di cicli è molto vicina al suo pensiero. Hegel ha cercato di ricostruire i passaggi dell'umanità che per lui deve tendere allo spirito assoluto, cioè la conoscenza che sa di essere conoscenza. E' difficile, lo. Ma abbiamo tempo, tanto tempo...

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